Un tradimento dell’islam, religione della misericordia

Ingrid Colanicchia
Adista Documenti n. 36 del 18/10/2014

È difficile – come evidenzia la crescita, in Europa, dei partiti populisti o apertamente xenofobi come il Front National di Marine Le Pen o la Lega Nord – resistere al potere di quella lettura binaria della realtà offertaci da politici conservatori e di estrema destra che vorrebbero farci vedere i musulmani come il nemico, l’altro da “noi”, trasformandoli nel capro espiatorio di turno. Tanto più difficile quando, come in questi ultimi mesi con l’ascesa del cosiddetto Stato islamico (Is), vediamo brandire l’islam come un’arma.

È difficile insomma, soprattutto se si è bombardati da un’informazione ultra semplificata, mettere via il gessetto e la lavagna, quelli con cui a scuola ci hanno insegnato a dividere il mondo a metà, i “buoni” da una parte – in questo caso “noi”, il mondo occidentale – e i “cattivi” dall’altra – “loro”, gli altri, i diversi, in questo caso i fedeli musulmani.

Eppure è un’operazione indispensabile per non precipitare in un clima islamofobico da «scontro di civiltà». Tanto più perché quello dell’Is non è islam. Lo hanno ripetuto in tanti in queste settimane (v. anche Adista Notizie n. 30/14) e lo dicono a gran voce, smontando punto per punto la propaganda bellica di Abu Bakr al-Baghdadi e dei suoi seguaci, anche i più di 100 studiosi sunniti (tra i quali figure di spicco come Shawqi Allam, gran muftì d’Egitto, o Muhammad Ahmad Hussein, muftì di Gerusalemme e di tutta la Palestina) che il 19 settembre scorso hanno indirizzato una lettera aperta al leader dell’Is nella quale, basandosi sui versetti del Corano e sugli Hadith che narrano la vita del Profeta, lo accusano di aver tradito l’islam, «trasformandolo in una religione di crudeltà, brutalità, tortura e omicidio» (il testo è disponibile in inglese e arabo, con l’elenco completo dei firmatari, all’indirizzo http://lettertobaghdadi.com/).

«È chiaro – scrivono i firmatari – che tu e i tuoi combattenti siete senza paura e pronti al sacrificio per il jihad. Nessuna persona che abbia seguito gli eventi, amica o nemica, può negarlo. Tuttavia – proseguono – il jihad senza una causa legittima, senza obiettivi legittimi, senza metodi legittimi e legittime intenzioni non è affatto jihad, ma un crimine».

Anche se la «Legge islamica vieta l’uccisione dei prigionieri, ne hai uccisi molti» scrivono gli studiosi, «inclusi i 1.700 del campo Speicher a Tikrit in giugno; i 200 del giacimento di gas di Sha’er in luglio; i 700 della tribù Sha’etat a Deir el-Zor; i 250 della base aerea Tabqah ad Al-Raqqah in agosto; soldati curdi e libanesi e molti altri che solo Dio sa. Questi sono odiosi crimini di guerra». «Tratti le donne come prigioniere», proseguono: «Devono vestirsi secondo i tuoi capricci, non sono libere di uscire dalle loro case e di andare a scuola. E questo nonostante il fatto che il Profeta ha detto: “Il perseguimento della conoscenza è obbligatorio per ogni musulmano” e nonostante il fatto che la prima parola rivelata del Corano è stata: “Leggi”». Per non parlare dei bambini, che «hai coinvolto in guerre e uccisioni». «Qualcuno di loro ha preso le armi e altri giocano con le teste mozzate delle tue vittime. Alcuni sono stati trascinati nei conflitti e hanno ucciso o sono stati uccisi»: «Questi sono crimini contro gli innocenti».

«Hai ucciso senza pietà i giornalisti James Foley e Steven Sotloff, anche dopo che la madre di quest’ultimo ti ha supplicato implorando pietà»: tutte le religioni, sottolineano gli studiosi, proibiscono l’uccisione dei messaggeri e «i giornalisti, se sono onesti e non sono spie, sono messaggeri della verità». Così come gli operatori umanitari sono «messaggeri di misericordia e di bontà» e «ciononostante hai ucciso David Haines».

«L’uccisione di un’anima, di qualsiasi anima – scrivono ancora – è haraam (vietata sotto la Legge islamica) ed è anche uno dei più abominevoli peccati». «Tu – proseguono – hai ucciso molti innocenti che non erano combattenti né armati, solo perché non erano delle tue stesse opinioni».

Insomma, è l’accusa che rivolgono ad al-Baghdadi, «hai fornito munizioni a tutti coloro che vogliono definire barbaro l’islam diffondendo atti barbari che tu fingi siano compiuti per il bene dell’islam. Hai dato al mondo un bastone col quale colpire l’islam mentre in realtà l’islam è totalmente innocente rispetto a queste azioni e le vieta». L’islam, scrivono gli studiosi, è misericordia. Allah ha descritto se stesso come il «più misericordioso tra i misericordiosi». E allora, è il monito conclusivo, «riconsidera tutte le tue azioni, desisti, pentiti, smettila di nuocere agli altri e torna alla religione della misericordia». Di seguito, in una nostra traduzione dall’inglese, ampi stralci della lettera ad al-Baghdadi.

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«Hai trasformato l’islam in una religione di crudeltà»

Lettera ad Al-Baghdadi
www.adistaonline.it

Durante il tuo discorso nel 6° giorno del Ramadan 1435 (4 luglio 2014), hai detto, parafrasando Abu Bakr Al-Siddiq: «Se pensi che ciò che dico sia giusto, aiutami; se pensi che ciò che dico sia sbagliato, allora consigliami e mettimi sulla giusta via». (…). Tutto ciò che segue si basa sulle dichiarazioni e le azioni dei seguaci dello “Stato islamico” così come essi stessi le hanno diffuse nei social media (…) o sulle testimonianze oculari di musulmani. Ogni sforzo è stato fatto per evitare mistificazioni e incomprensioni. Inoltre, tutto ciò che segue è costituito da sinossi scritte in uno stile semplice che riflettono le opinioni della stragrande maggioranza degli studiosi sunniti lungo tutto il corso della storia islamica.

In uno dei suoi discorsi, Abu Muhammad Al-Adnani (portavoce dello Stato islamico, ndt) dice: «Dio benedica il Profeta Maometto inviato con la spada e la misericordia per tutta l’umanità». Questa dichiarazione confonde i piani. Ciononostante, è spesso ripetuta dai seguaci dello “Stato islamico”. Dio mandò il Profeta Maometto – pace e benedizioni su di lui – come misericordia per il creato (…) (Al-Anbiya’, 21:107). Questo è vero per ogni tempo e ogni luogo. Il Profeta fu mandato come misericordia per le persone, gli animali, le piante, il cielo e gli spiriti – nessun musulmano lo nega. È una dichiarazione generale e incondizionata presa dal Corano stesso. La frase «mandato con la spada» è invece parte di un Hadith che è specifico di un determinato tempo e luogo che ha avuto fine. Pertanto è vietato mischiare Corano e Hadith in questo modo, come è vietato mischiare il generale e lo specifico e ciò che è sottoposto a condizioni con ciò che è incondizionato. (…).

Dio ha anche stabilito che la sua misericordia abbraccia ogni cosa (…) (Al-A’raf, 7:156). In un Hadith autentico, il Profeta dice: «Quando Dio ha generato la Creazione, egli scrisse (…): in effetti la mia misericordia supera la mia collera». Di conseguenza è vietato equiparare «la spada» – e quindi la collera e l’inflessibilità – con la «misericordia». Inoltre è vietato subordinare la «misericordia per tutta l’umanità» alla frase «inviato con la spada», perché significherebbe che la misericordia dipende dalla spada e questo non è vero. (…).

TEORIA GIURIDICA ED ESEGESI CORANICA. Per quanto riguarda l’esegesi coranica, la comprensione degli Hadith e le questioni di teoria giuridica in generale, il metodo stabilito da Dio nel Corano e dal Profeta negli Hadith è il seguente: considerare ogni cosa rivelata, legata a una particolare questione, nella sua interezza, non facendola dipendere da una sola parte di essa, e poi giudicare – se si è qualificati – basandosi su ogni fonte scritturale a disposizione. Dio dice: «Accettate dunque una parte del Libro e ne rinnegate un’altra parte?» (Al-Baqarah, 2:85); «stravolgono il senso delle parole e dimenticano gran parte di quello che è stato loro rivelato» (Al-Ma’idah, 5:13) (…). Una volta che tutti i passaggi scritturali rilevanti sono stati individuati, il “generale” deve essere distinto dallo “specifico” e il “condizionato” dall’“incondizionato”. Allo stesso modo, i passaggi “inequivocabili” devono essere distinti da quelli allegorici. (…). Non è ammesso citare un versetto, o parte di esso, senza considerare e comprendere ciò che l’intero Corano e gli Hadith dicono a proposito di quel punto. Questo perché tutto nel Corano è Verità e tutto negli autentici Hadith è divinamente ispirato, per cui non è lecito ignorarne alcuna parte. Al contrario è imperativo riconciliare quanto più possibile tutti i testi o che ci sia una ragione valida per far prevalere un testo su un altro. Questo è quanto spiega l’imam Shafi’i, con un consenso universale da parte di tutti gli studiosi di teoria giuridica (…).

LINGUAGGIO. (…) Uno dei pilastri più importanti della teoria giuridica è la padronanza della lingua araba. Questo significa padronanza della grammatica, della sintassi, della morfologia, della retorica, della poesia, dell’etimologia e dell’esegesi coranica (…). La dichiarazione di quello che hai chiamato “Califfato” andava sotto il titolo “Questa è la promessa di Dio”. Chi ha formulato questa frase intendeva alludere al versetto: «Allah ha promesso a coloro che credono e compiono il bene di farne [Suoi] vicari sulla terra, come già fu per quelli che li precedettero, di rafforzarli nella religione che gli piacque dar loro e di trasformare in sicurezza il loro timore. “Mi adoreranno senza associarmi alcunché”. (…)» (Al-Nur, 24:55). Ma non è lecito invocare un versetto specifico del Corano applicandolo a un evento avvenuto 1.400 anni più tardi. Come può Abu Muhammad Al-Adnani dire che la promessa di Dio è il cosiddetto Califfato? Anche volendo prendere per buona questa affermazione, avrebbe dovuto dire: “Questo fa parte della promessa di Dio”. (…).

ULTRASEMPLIFICAZIONE. (…). Non è lecito dire: “L’Islam è semplice, il Profeta e i suoi nobili Compagni erano semplici, perché complicare l’Islam?”. Questo è precisamente quello che ha fatto Abu Al-Baraa’ Al-Hindi in un video del luglio 2014 in cui dice: «(…) leggete il Corano e saprete cos’è il jihad». Le persone devono sapere che il Profeta e i suoi nobili Compagni hanno fatto tutto con pochissimi mezzi materiali, senza complicate tecnologie, ma essi erano molto più grandi di tutti noi quanto a comprensione, giurisprudenza e intelletto, e solo un ristretto numero dei Compagni aveva l’autorità per emettere fatwa. Dio dice nel Corano: «Di’: Sono forse uguali coloro che sanno e coloro che non sanno» (Al-Zumar, 39:9). Dice anche: «Chiedete alla gente della Scrittura, se non lo sapete» (Al-Anbiya’, 21:7) (…). Allo stesso modo la giurisprudenza non è una questione semplice e non tutti possono parlarne con autorevolezza o emettere editti religiosi. (…).

DIFFERENZA DI OPINIONI. (…). Quando c’è una differenza di opinione tra eminenti studiosi, deve essere scelta la più misericordiosa, cioè la migliore. L’inflessibilità deve essere evitata, così come l’idea che l’inflessibilità sia misura della devozione. (…).

L’opinione più severa non deve essere considerata la più pia, la più religiosa o la più sincera davanti a Dio. Infatti, nell’inflessibilità c’è esagerazione ed estremismo. Dio dice nel Corano: «Allah vi vuole facilitare e non procurarvi disagio» (Al-Baqarah, 2:185). (…). C’è illusione e vanità nell’inflessibilità perché le persone inflessibili dicono a se stesse: “Io sono severo. Chiunque sia meno severo di me manca in qualcosa” e quindi: “Io sono superiore rispetto a loro”. Qui c’è l’attribuzione intrinseca di una cattiva intenzione a Dio, come se Dio avesse rivelato il Corano per rendere le persone infelici. (…).

Vale la pena sottolineare che la maggior parte delle persone che sono divenute musulmane lungo il corso della storia lo sono divenute su gentile invito (da’wah hasanah). Dio dice: «Chiama al sentiero del tuo Signore con la saggezza e la buona parola e discuti con loro nella maniera migliore. (…)» (Al-Nahl, 16:125). (…).

L’inflessibilità quindi non è né misura della devozione né un’opzione per la diffusione dell’Islam.

GIURISPRUDENZA PRATICA (FIQH AL-WAQ’I). Con giurisprudenza pratica si intende il processo di applicazione delle regole della Shari’ah in accordo con le realtà e le circostanze in cui le persone vivono. (…). Ibn Qayyim Al-Jawziyyah ha detto: «(…). Gli editti religiosi cambiano con il cambiare del tempo, dei luoghi, dei costumi e delle circostanze e tutto questo fa parte della religione di Dio (…)».

L’UCCISIONE DI INNOCENTI. Dio dice nel Corano: «E non uccidete, senza valida ragione, coloro che Allah vi ha proibito di uccidere» (Al-Isra’, 17:33); e ancora: «Di’: “Venite, vi reciterò quello che il vostro Signore vi ha proibito e cioè: non associateGli alcunché, siate buoni con i genitori, non uccidete i vostri bambini in caso di carestia: il cibo lo provvederemo a voi e a loro. Non avvicinatevi alle cose turpi, siano esse palesi o nascoste. E, a parte il buon diritto, non uccidete nessuno di coloro che Allah ha reso sacri. Ecco quello che vi comanda, affinché comprendiate» (Al-An’am, 6:151). L’uccisione di un’anima – di qualsiasi anima – è haraam (vietata sotto la Legge islamica) ed è anche uno dei più abominevoli peccati (mubiqat). Dio dice nel Corano: «Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida un uomo, che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità. I Nostri Messaggeri sono venuti a loro con le prove! Eppure molti di loro commisero eccessi sulla terra» (Al-Ma’idah, 5:32). Tu hai ucciso molti innocenti che non erano combattenti né armati, solo perché non erano delle tue stesse opinioni.

L’OMICIDIO DEI MESSAGGERI. È noto che tutte le religioni proibiscono l’uccisione dei messaggeri (…). I giornalisti – se sono onesti e non sono spie – sono messaggeri della verità. Perché il loro lavoro è quello di esporre alle persone la verità. Tu hai ucciso senza pietà i giornalisti James Foley e Steven Sotloff, anche dopo che la madre di quest’ultimo ti ha supplicato implorando pietà. Gli operatori umanitari sono anch’essi messaggeri di misericordia e di bontà, ciononostante hai ucciso David Haines. Ciò che hai fatto è inequivocabilmente vietato (haraam).

JIHAD. (…). Il termine “jihad” è una parola islamica che non può essere applicata a conflitti armati contro altri musulmani; questo è un principio fermamente stabilito. (…). Inoltre ci sono due tipi di jihad nell’Islam: il jihad maggiore contro il proprio ego e il jihad minore contro il nemico. (…).

In ogni caso jihad è un mezzo per la pace, la sicurezza e la tranquillità e non un fine in sé. Questo risulta chiaro dalle parole di Dio: «Combatteteli finché non ci sia più persecuzione e il culto sia [reso solo] ad Allah. Se desistono, non ci sia ostilità, a parte contro coloro che prevaricano» (Al-Baqarah, 2:193). Nel tuo discorso del 4 luglio 2014 hai detto: «Non c’è vita senza jihad». Forse questa affermazione si basava sull’esegesi di Al-Qurtubi del versetto: «O voi che credete, rispondete ad Allah e al Suo Messaggero quando vi chiama a ciò che vi fa rivivere» (Al-Anfal, 8:24). Il vero jihad ravviva il cuore. Tuttavia ci può essere vita senza jihad, perché i musulmani possono trovarsi di fronte circostanze in cui non sono chiamati a combattere o in cui il jihad non è richiesto e la storia islamica è piena di esempi di questo tipo.

È chiaro che tu e i tuoi combattenti siete senza paura e pronti al sacrificio per il jihad. Nessuna persona che abbia seguito gli eventi – amica o nemica – può negarlo. Tuttavia, il jihad senza una causa legittima, senza obiettivi legittimi, senza metodi legittimi e legittime intenzioni non è affatto jihad ma un crimine (…).

a. Intenzione. (…). Il Profeta ha detto: «Il primo a essere giudicato nel Giorno della Resurrezione sarà il martire. Condotto davanti a Dio Gli farà conoscere i suoi meriti che Egli riconoscerà. Gli sarà domandato: “Che cosa hai fatto con loro?”. E l’uomo risponderà: “Ho combattuto per te fino a che non sono stato ucciso”. Dio dirà: “Menti. Hai combattuto in modo che si dicesse che sei coraggioso, e così è stato detto”. Egli sarà quindi trascinato via e gettato nel fuoco».

b. Causa del jihad. La causa del jihad per i musulmani è combattere chi li combatte, non combattere chi non li sta combattendo, non violare chi non li sta violando. Il jihad è legato alla tranquillità, alla libertà di religione, all’essere stati feriti o spossessati della propria terra. (…).

c. Obiettivo del jihad. Gli studiosi sono concordi sull’obiettivo del jihad perché Dio dice: «Combatteteli finché non ci sia più persecuzione e il culto sia [reso solo] ad Allah. Se desistono, non ci sia ostilità, a parte contro coloro che prevaricano» (Al-Baqarah, 2:193). (…).

d. Regole di condotta del jihad. Le regole di condotta del jihad sono riassunte in queste parole del Profeta: «Muovi guerra ma non essere duro, non essere infido, non mutilare o uccidere bambini…». Allo stesso modo, quando Abu Bakr Al-Siddiq preparò l’esercito da spedire a Levante, disse: «Troverete persone che hanno dedicato la loro vita ai monasteri, lasciateli alla loro devozione. (…). Non uccidete il vecchio e il decrepito, le donne e i bambini; non distruggete le case, non tagliate gli alberi e non uccidete il bestiame senza una giusta causa; non date fuoco alle palme; non siate infidi; non mutilate, non siate vili, non saccheggiate. (…)». Allo stesso modo la Legge islamica vieta l’uccisione dei prigionieri. Ciononostante ne hai uccisi molti, inclusi i 1.700 del campo Speicher a Tikrit in giugno; i 200 del giacimento di gas di Sha’er in luglio; i 700 della tribù Sha’etat a Deir el-Zor (600 dei quali erano civili disarmati); i 250 della base aerea Tabqah ad Al-Raqqah in agosto; soldati curdi e libanesi e molti altri che solo Dio sa. Questi sono odiosi crimini di guerra.

(…). Infine, uno dei principi più importanti in materia di regole del jihad è che solo i combattenti possono essere uccisi, le loro famiglie e i non combattenti non possono essere uccisi intenzionalmente.

DICHIARARE PERSONE NON MUSULMANE (TAKFIR). Alcuni fraintendimenti sulla definizione di persone come non musulmane sono il risultato dell’esagerazione di alcuni studiosi salafiti (…). In breve takfir può essere sintetizzato come segue.

a. Fondamentalmente, nell’Islam, chiunque dica: “Non c’è altro Dio all’infuori di Allah e Maometto è il Suo Profeta” è musulmano e non può essere definito non musulmano. Dio dice: «O voi che credete, quando vi lanciate sul sentiero di Allah, siate ben certi, prima di dire a chi vi rivolge il saluto: “Tu non sei credente”, al fine di procacciarvi i beni della vita terrena. Presso Allah c’è bottino più ricco. Già prima eravate così, poi Allah vi ha beneficati. State attenti, ché Allah è perfettamente informato di quello che fate» (Al-Nisa’, 4:94). «Siate ben certi» significa chiedere: “Sei musulmano?”. La risposta deve essere accolta senza essere messa in questione e senza testarne la fede. (…).

b. Tale questione è molto importante perché è utilizzata per giustificare lo spargimento di sangue musulmano (…). Dio dice: «Chi uccide intenzionalmente un credente, avrà il compenso dell’Inferno, dove rimarrà in perpetuo. Su di lui la collera e la maledizione di Allah e gli sarà preparato atroce castigo» (Al-Nisa’, 4:93). (…). Dio ha messo in guardia, con parole forti, dall’uccidere chiunque dichiari la sua fedeltà all’Islam: «Se rimangono neutrali, non vi combattono e vi offrono la pace, ebbene, Allah non vi concede nulla contro di loro» (Al-Nisa’, 4:90). Il Profeta ha messo in guardia dal muovere l’accusa di politeismo contro le persone e dal prendere la spada contro di esse (…).

Non è lecito uccidere nessun musulmano (né alcun essere umano) disarmato e non combattente. Usamah Ibn Zayd ha raccontato che, dopo aver ucciso un uomo che aveva detto: «“Non c’è altro Dio all’infuori di Allah”, il Profeta chiese: “Ha detto: ‘Non c’è altro Dio all’infuori di Allah’ e tu lo hai ucciso?!”. Risposi: “Oh messaggero di Dio, l’ha detto solo per paura delle [nostre] armi”. Lui disse: “Hai visto nel suo cuore per sapere se diceva sul serio o meno?”».

Recentemente, Shaker Wahib – affiliato a ciò che è noto come Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) – appare in un video su YouTube nel quale ferma dei civili disarmati che dicono di essere musulmani. Chiede loro il numero delle prostrazioni (rak’ahs) in alcune preghiere specifiche. Alla loro risposta sbagliata, li uccide. Questo è assolutamente vietato sotto la Legge islamica ed è un crimine odioso.

c. Le azioni delle persone sono legate alle intenzioni di queste azioni. (…). Dio descrive le parole degli ipocriti circa il messaggio del Profeta – un fatto indiscutibile – come menzogne, perché le loro intenzioni mentre le pronunciano sono una bugia nonostante la verità del fatto in sé. Sono una bugia perché essi pronunciano una verità che Dio sa che i loro cuori rifiutano. Questo significa che l’infedeltà richiede l’intenzione di infedeltà (…). Non è lecito accusare nessuno di infedeltà senza le prove dell’intenzione di infedeltà. Così come non è lecito accusare nessuno di non essere musulmano senza averne accertato l’intenzione. (…). È vietato interpretare le implicazioni delle azioni di una persona, solo la persona stessa può interpretare le proprie azioni (…). È vietato dichiarare un intero gruppo di persone non musulmano. La miscredenza può essere solo individuale (…). Dio dice: « Nessuno porterà il peso di un altro» (Al-Zumar, 39:7). Infine è vietato dichiarare non musulmane persone che non mettono in dubbio l’infedeltà di altri o che si rifiutano di dichiarare altre persone non musulmane. (…).

POPOLI DELLA SCRITTURA. Per quanto riguarda gli arabi cristiani, hai dato loro tre scelte: jizyah (tassa), spada o conversione all’Islam. Hai dipinto le loro case di rosso, hai distrutto le loro chiese e, in alcuni casi, hai saccheggiato le loro case e le loro proprietà. Hai ucciso alcuni di loro e hai costretto molti altri a fuggire senza poter portare nulla più dei vestiti che avevano indosso e delle loro vite. Questi cristiani non sono combattenti contro l’Islam: sono amici, vicini e concittadini. Dal punto di vista della Shari’ah ricadono tutti sotto gli antichi accordi di 1.400 anni fa e le sentenze del jihad non si applicano loro. (…). Non sono stranieri in queste terre ma, al contrario, popoli nativi di queste terre dai tempi preislamici; non sono nemici ma amici. Negli ultimi 1.400 anni hanno difeso i loro Paesi dai crociati, dai colonialisti, da Israele: come puoi trattarli come nemici? (…).

YAZIDI. Hai combattuto gli yazidi sotto la bandiera del jihad ma nessuno di loro ha combattuto contro di te o contro i musulmani. Li consideri satanisti e hai dato loro la scelta di essere uccisi o di convertirsi all’Islam. Ne hai uccisi a centinaia e li hai sepolti in fosse comuni. (…). Questi sono crimini abominevoli. (…).

SCHIAVITÙ. Nessuno studioso dell’Islam mette in dubbio che uno degli obiettivi dell’Islam è l’abolizione della schiavitù. Dio dice: «E chi ti farà comprendere cos’è la via ascendente? È riscattare uno schiavo, o nutrire in un giorno di carestia» (Al-Balad, 90:12-14); e «[la punizione di ciò sia] la liberazione di uno schiavo» (Al-Mujadilah, 58:3). (…) Tu hai violato tutto questo; hai preso donne come concubine risvegliando lotte e sommosse, corruzione e oscenità su questa terra. Hai resuscitato qualcosa che la Shari’ah ha lottato instancabilmente per cancellare (…). Porti il peso della responsabilità di questo grande crimine e delle reazioni che può provocare contro tutti i musulmani.

COERCIZIONE E COSTRIZIONE. Dio dice: «Non hai autorità alcuna su di loro» (Al-Ghashiyah, 88:22); e «Non c’è costrizione nella religione. La retta via ben si distingue dall’errore» (Al-Baqarah, 2:256); e «Se il tuo Signore volesse, tutti coloro che sono sulla terra crederebbero. Sta a te costringerli ad essere credenti?» (Yunus, 10:99); e «Di’: “La verità [proviene] dal vostro Signore: creda chi vuole e chi vuole neghi”» (Al-Kahf, 18:29); e «a voi la vostra religione, a me la mia» (Al-Kafirun, 109:6).

È noto che il versetto «Non c’è costrizione nella religione» è stato rivelato dopo la Conquista della Mecca e quindi nessuno può dire che è stato abrogato. Tu hai costretto persone a convertirsi all’Islam così come hai costretto musulmani ad accettare le tue idee. Hai anche esercitato costrizioni su chiunque viva sotto il tuo controllo in qualsiasi ambito, grande o piccolo, anche in questioni che riguardano solo l’individuo e Dio. (…). Questo non è imporre il giusto (…); al contrario, è coercizione, aggressione e intimidazione. (…).

DONNE. In parole povere, tratti le donne come prigioniere; devono vestirsi secondo i tuoi capricci, non sono libere di uscire dalle loro case e di andare a scuola. E questo nonostante il fatto che il Profeta ha detto: «Il perseguimento della conoscenza è obbligatorio per ogni musulmano» e nonostante il fatto che la prima parola rivelata del Corano è stata: «Leggi». Non sono libere di lavorare o di guadagnarsi da vivere, non sono autorizzate a muoversi liberamente e sono costrette a sposare i tuoi combattenti. Dio dice: «Uomini, temete il vostro Signore che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donne. E temete Allah, in nome del Quale rivolgete l’un l’altro le vostre richieste e rispettate i legami di sangue. Invero Allah veglia su di voi» (Al-Nisa’, 4:1). E il Profeta ha detto: «Trattate bene le donne».

BAMBINI. Hai coinvolto i bambini in guerre e uccisioni. Qualcuno di loro ha preso le armi e altri giocano con le teste mozzate delle tue vittime. Alcuni sono stati trascinati nei conflitti e hanno ucciso o sono stati uccisi. (…). Questi sono crimini contro gli innocenti (…).

HUDUD (PUNIZIONE). Le punizioni sono fissate nel Corano e negli Hadith e sono indiscutibilmente obbligatorie nella Legge Islamica. Tuttavia, non devono essere applicate senza discernimento, attenzione e soddisfacimento dell’onere della prova e non devono essere applicate in modo crudele. (…).

TORTURA. Alcuni prigionieri e altre persone sotto il tuo controllo hanno detto che li hai torturati e terrorizzati (…). Hai decapitato persone con un coltello, che è una delle forme più crudeli di tortura vietate dalla Legge islamica. Negli omicidi di massa che hai commesso – proibiti dalla Legge islamica – i tuoi combattenti deridono coloro che sono in procinto di essere uccisi, dicendo loro che saranno uccisi come pecore, belando, e poi macellandoli come pecore. I tuoi combattenti non sono soddisfatti dal semplice omicidio, vi aggiungono umiliazioni e derisione. Dio dice: «O credenti, non scherniscano alcuni di voi gli altri, ché forse questi sono migliori di loro» (Al-Hujurat, 49:11).

MUTILAZIONI. Non solo hai mutilato i cadaveri, hai anche posto le teste decapitate delle tue vittime su pali e le hai prese a calci come palle per trasmettere queste immagini durante la Coppa del mondo (…). Hai fornito munizioni a tutti coloro che vogliono definire barbaro l’Islam diffondendo atti barbari che tu fingi siano compiuti per il bene dell’Islam. Hai dato al mondo un bastone col quale colpire l’Islam mentre in realtà l’Islam è totalmente innocente rispetto a queste azioni e le vieta.

ATTRIBUIRE A DIO CRIMINI IN NOME DELL’UMILTÀ. Dopo aver legato con filo spinato soldati siriani della 17ª Divisione nel nord est della Siria, avete tagliato le loro teste con il coltello e postato il video su internet. Nel video dite: «Siamo vostri fratelli, i soldati dello Stato Islamico. Dio ci ha favorito con la sua grazia e vittoria conquistando la 17ª Divisione; una vittoria e un favore attraverso Dio. Cerchiamo rifugio in Dio dalla nostra forza e dal nostro potere. Cerchiamo rifugio in Dio dalle nostre armi e dalla nostra preparazione». Così facendo avete attribuito questo crimine orribile a Dio e lo avete fatto come se fosse un atto di umiltà (…). Ma Dio dice: «Quando commettono qualcosa di turpe, dicono: “Così facevano i nostri avi, è Allah che ce lo ha ordinato”. Di’: “Allah non comanda la turpitudine. Direte, contro Allah, ciò che non conoscete?”» (Al-A’raf, 7:28).

CALIFFATO. C’è consenso (ittifaq) tra gli studiosi sul fatto che il califfato è un obbligo della Ummah (comunità, nazione, etnia, ndt). L’Ummah manca di un califfato dal 1924. Tuttavia un nuovo califfato richiede il consenso dei musulmani e non solo di una piccola parte di essi. (…). Annunciare un nuovo califfato senza il consenso è sedizione (fitnah) perché esclude la maggioranza dei musulmani che non lo approva. Porterà anche all’emergere di molti nuovi califfati rivali, seminando lotte e discordia (fitnah) tra i musulmani. L’inizio di questa discordia si è avuto quando gli imam sunniti di Mosul si sono rifiutati di giurarti fedeltà e li avete uccisi.

Nel tuo discorso citi il Compagno Abu Bakr Al-Siddiq: «Mi è stata data autorità sopra di voi, e non sono il migliore tra voi». Questo fa sorgere una domanda: chi ti ha dato l’autorità sulla Ummah? È stato il tuo gruppo? In questo caso, un gruppo di non più di qualche migliaio di persone ha nominato il sovrano di oltre un miliardo e mezzo di musulmani. Questo modo di ragionare è basato su una logica circolare viziata: “Solo noi siamo musulmani e decidiamo chi è il califfo, abbiamo scelto una persona e chi non lo accetta non è musulmano”. In questo caso, un califfo è niente di più che il leader di un certo gruppo che dichiara più del 99% dei musulmani non musulmani. Diversamente, se riconosci il miliardo e mezzo di persone che si considera musulmano, come hai potuto non consultarli (shura) circa quello che tu chiami califfato? Delle due l’una: o riconosci che sono musulmani e che non ti hanno nominato loro califfo – nel qual caso non sei il califfo – oppure tu non accetti che essi siano musulmani, nel qual caso i musulmani sono un piccolo gruppo che non ha bisogno di un califfo e allora perché usi il termine “califfo”?

AFFILIAZIONI NAZIONALI. In uno dei tuoi discorsi hai detto: «La Siria non è per i siriani e l’Iraq non è per gli iracheni». Nello stesso discorso inviti i musulmani di tutto il mondo a emigrare nelle terre sotto il controllo dello “Stato Islamico” in Iraq e nel Levante. Così facendo ti arroghi i diritti e le risorse di questi Paesi per distribuirli tra persone che sono straniere in queste terre, anche se sono della tua stessa religione. Questo è esattamente ciò che ha fatto Israele invitando gli ebrei di tutto il mondo a emigrare in Palestina, cacciando i palestinesi ed usurpando i loro diritti ancestrali e la loro terra. Dov’è la giustizia in questo? (…).

CONCLUSIONI. Dio ha descritto se stesso come il «più misericordioso tra i misericordiosi». (…). L’Islam è misericordia (…). Ma, come si può vedere da quanto esposto, tu hai frainteso l’Islam trasformandolo in una religione di crudeltà, brutalità, tortura e omicidio. (…) Questo è un grande torto e un’offesa all’Islam, ai musulmani e al mondo intero.

Riconsidera tutte le tue azioni, desisti, pentiti, smettila di nuocere agli altri e torna alla religione della misericordia. Dio dice nel Corano: «O Miei servi, che avete ecceduto contro voi stessi, non disperate della misericordia di Allah. Allah perdona tutti i peccati. In verità Egli è il Perdonatore, il Misericordioso» (Al-Zumar, 39:53).

E Dio sa.