L’ANGOLO della GRU: Napoli – Milano, andata e ritorno di A.Bifulco

Aldo Bifulco
Cdb Cassano – Napoli

Negli ultimissimi anni altri giovani interessanti sono apparsi sullo scenario di Scampia. Ne ho intercettato uno per la mia intervista.

1) Presentati e spiega le ragioni del tuo ritorno da Milano a Napoli

Mi chiamo Carmine Esposito ho 26 anni e sono nato, cresciuto e pasciuto a Scampia. Dopo il liceo mi sono iscritto alla Bocconi di Milano. Da un anno circa, però, ho preso la decisione di tornare a Napoli. Diciamo che la decisione è stata un po’ ponderata ed un po’ imposta. Imposta perché nel mio ultimo anno a Milano, per dare una mano ai miei genitori a pagare l’università, avevo preso la decisione di cominciare a lavorare; ma nel momento in cui il lavoro è venuto meno, mi è ricaduto addosso il peso enorme delle scadenze e dei pagamenti, rivelatosi insostenibile. Ponderata invece, perché comunque sentivo che qualcosa in me stava cambiando, sentivo che il percorso che avevo scelto non rappresentava  quello che io volevo fare nella vita e nell’ufficio nel quale lavoravo non mi sentivo a mio agio anzi, mi sentivo addirittura prigioniero. Messe insieme le problematiche oggettive e soggettive ho deciso di tornarmene a casa.

2) Ti sei avvicinato ad alcuni gruppi storici di Scampia: il Gridas, il Circolo “la Gru”, come mai?

Il lavoro d’ufficio non mi è mai piaciuto, il computer ti dà un’alienazione impressionante, il percorso casa-lavoro dà la forte sensazione che tu sia solo un numero, una pecora, e l’ambiente è popolato di una marea di persone che ti sorride mentre prova a farti le scarpe. Nell’ultimo periodo a Milano ho provato la netta sensazione che mi mancasse qualcosa, che quello che stavo facendo non era quello che volevo veramente e, una volta tornato a casa, ho capito cosa fosse. Confrontandomi con alcuni vecchi amici, in particolare Monica, e sentendo la sua esperienza, vedendo la forza con cui faceva le cose mi ha fatto aprire gli occhi ed ho avuto la netta sensazione di aver “perso” davvero tanto. Mi sono avvicinato a questi gruppi proprio per questo, per fare qualcosa per il semplice gusto di farlo, per il piacere di farlo o anche solo per la curiosità di sperimentare qualcosa di nuovo. Per guardare le persone negli occhi e rendersi conto di avere di fronte qualcuno che condivide la tua fatica ma anche la tua passione, senza interessi e senza secondi fini, genuinamente. E grazie a questi gruppi, come dico a tante mie vecchie conoscenze dell’università, ho “vissuto” molto di più in un anno a Napoli che in sei a Milano; ho avuto la possibilità di coltivare, costruire un carro di carnevale, giocare con i bambini rom, e queste sono emozioni di cui sentivo il bisogno.

3) Fai parte del “Laboratorio Occupato Insurgencia”, di che si occupa?

Insurgencia è un centro sociale occupato ormai da 10 anni. Ho sempre avuto la passione della politica; già dal liceo, nonostante non militassi in nessun collettivo, per i miei amici e compagni di scuola ero “il comunista. La mia militanza è spinta dalla convinzione  che se c’è un problema, una disuguaglianza a Napoli, in Italia o nel mondo, ognuno di noi ha la sua parte di responsabilità e può e deve fare qualcosa per cambiare le cose che non gli stanno bene. Non basta votare una volta ogni cinque anni per essere in pace con sé stessi e convincersi che si è fatto abbastanza per risolvere i mille problemi che vive il nostro territorio, se abbiamo veramente a cuore tutto ciò bisogna agire nel proprio quotidiano e cambiare prima noi stessi per poi cambiare gli altri. Questa mia voglia si è tramutata in attivismo politico, e non solo, e mi ha portato ad entrare ad Insurgencia, sia per amicizie comuni che per vicinanza di idee e background culturale. Questo laboratorio occupato è noto a Napoli in particolare per aver portato avanti la campagna di #stopbiocidio. Al momento seguiamo e promuoviamo una squadra di calcio antirazzista, l’AfroNapoli United, che vuole promuovere una visione del calcio senza barriere. Abbiamo anche una struttura gemella a via Mezzocannone 12 dove abbiamo creato un caffè letterario, uno studio di registrazione e dove ci sono corsi di italiano gratuiti per migranti. 

4) Tu sei un giovane e forse mi potrai aiutare a capire alcune manifestazioni del mondo giovanile: le scritte sui muri, il vandalismo, lasciare bottiglie per strada, deturpare monumenti, mezzi pubblici. Qual è la spinta motivazionale? Possibile che la “bellezza” non sia un valore accattivante da preservare per le future generazioni?

Purtroppo nell’epoca del consumismo più sfrenato e dell’avvento dell’ideologia del profitto la “bellezza” è un valore secondario per le Istituzioni e i cittadini.  Credo si sia persa la concezione del “bene comune”; l’idea che i monumenti, i musei, le piazze, i vicoli sono a disposizione di tutti ma è anche responsabilità di tutti averne cura. Chi ha questa sensibilità è spesso visto come un illuso, un ingenuo o, addirittura, una persona che non ha di meglio da fare. Deleghiamo pezzi sempre maggiori del nostro quotidiano ad altri, invece, dovremmo imparare a riappropriarci delle strade, dei quartieri,  imparare che pulire un giardino può non essere solo un lavoro, ma diventare un momento di socialità, convivialità e perché no anche di formazione. Ri-appriopriarsi degli spazi per sentirli propri, lavorare sugli spazi per imparare a rispettarli.