Torino: cristiani adulti nella parrocchia che cambia di Chiccodisenape

Chiccodisenape *
Adista Segni Nuovi n. 39 del 08/11/2014

Il gruppo chiccodisenape segue da tempo i cambiamenti che negli ultimi anni hanno interessato diverse comunità parrocchiali della diocesi di Torino e che oggi si propongono a un’attenzione più ampia con l’espressione “riassetto diocesano”. Si tratta di una riflessione che ha accompagnato i lavori della recente assemblea del clero e che sarà oggetto degli incontri che l’arcivescovo, card. Cesare Nosiglia, ha iniziato ad avere con i preti e i consigli pastorali delle singole Unità pastorali.

Solo osservatori distratti potrebbero trovare questo scenario inatteso: la secolarizzazione avrebbe dovuto portare il cristianesimo a doversi ridire e ripensare per il tempo presente, come bene il Concilio Vaticano II aveva messo in luce. E quindi oggi ci troviamo alle soglie di una grande riorganizzazione diocesana per affrontare le trasformazioni culturali e sociali delle nostre parrocchie e per rispondere alla diminuzione del numero di preti. Occasione che tuttavia ha permesso di mettere in luce molteplici altre fragilità: una bassa partecipazione dei laici alla vita delle comunità, spesso ridotta a ruoli semplicemente esecutivi e funzionali; un’attitudine introversa delle comunità, più rivolte alla cura di chi partecipa che all’annuncio del Vangelo; un atteggiamento acquiescente nei confronti delle modalità in cui la comunità è organizzata.

È importante notare che nella scheda proposta ai consigli pastorali delle Unità pastorali in vista dell’incontro con l’arcivescovo si legge: «L’inevitabile processo di trasformazione delle parrocchie dovrà svolgersi con gradualità, con sostenibilità, con flessibilità, escludendo la soluzione unica per tutti». Sono criteri condivisibili e apprezzabili, eppure il seguito della scheda non cela la necessità di trovare rapidamente soluzioni organizzative alle effettive esigenze operative che ci troveremo a vivere.

Ci sembra necessario “tenere presente l’orizzonte” e discernere pazientemente i segni dei tempi. In particolare, pensiamo possa essere particolarmente fecondo un confronto sul modello di Chiesa che viviamo, per verificare se essa sia coerente con la fede che professiamo. Malgrado il (…) Concilio Vaticano II, (…) esistono molti contesti ecclesiali nei quali non esiste una vera corresponsabilità tra presbiteri e laici, ora per il clericalismo accentratore degli uni ora per la “delega in bianco” degli altri. Ancora troppo spesso, presbiteri e laici pensiamo le parrocchie mettendo al centro la figura del parroco (…) e non la comunità cristiana tutta, capace al contempo di sostenere i suoi membri e di essere estroversa e accogliente. Si tratta di una visione di Chiesa che ha spesso comportato un ridimensionamento del laicato, organizzato o meno, e ha impedito lo sviluppo di un’adeguata riflessione sulla ministerialità. (…)

Cosa fare, dunque? Chi di noi ha incarichi nei consigli pastorali avrà occasioni strutturate di confronto, ma pensiamo sia urgente iniziare una riflessione comunitaria più ampia e profonda (…). Da parte nostra, abbiamo individuato alcune questioni che riteniamo cruciali e decisive, sulle quali ci piacerebbe dialogare: la necessità di diventare la comunità evangelizzatrice di cui parla papa Francesco nella Evangelii Gaudium (EG), la Chiesa “in uscita”, cioè la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano (EG n. 24); l’analisi di consuetudini, stili, orari, linguaggio e strutture (EG n. 27) per renderle più accessibili alle persone del nostro tempo e, soprattutto, ai più giovani; il ripensamento della suddivisione di responsabilità tra presbiteri e laici (…); la valorizzazione del cammino di fede e la formazione per i laici e le laiche disponibili a mettersi a servizio delle comunità; il ruolo che potranno avere i Consigli pastorali parrocchiali e le aggregazioni laicali.

È tempo per un confronto sereno e libero fra tutte le componenti del popolo di Dio, (…) consapevoli dell’apporto che può venire da chiunque abbia a cuore l’annuncio del Vangelo, «perché il gregge stesso possiede un suo olfatto per individuare nuove strade» (EG n. 31).

* rete di persone e di gruppi di credenti, Torino (chiccodisenape.wordpress.com)