«Camminare domandando» di V.DellaSala

Vitaliano Della Sala*
Adista Segni Nuovi, n° 1/2015

«Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede in ciò che spesso han mascherato con la fede, nei miti eterni della patria o dell’eroe perché è venuto ormai il momento di negare tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura, una politica che è solo far carriera, il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto e un dio che è morto, nei campi di sterminio dio è morto, coi miti della razza dio è morto, con gli odi di partito dio è morto…». Così cantava Francesco Guccini il secolo scorso. Anche se sembra la fotografia del pezzo di Storia che stiamo vivendo, cruciale come non mai.

Dubito fortemente che oggi Guccini avrebbe concluso così: «Ma penso che questa mia generazione è preparata a un mondo nuovo e a una speranza appena nata, ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi, perché noi tutti ormai sappiamo che se dio muore è per tre giorni e poi risorge, in ciò che noi crediamo dio è risorto, in ciò che noi vogliamo dio è risorto, nel mondo che faremo dio è risorto…».

All’inizio di questo 2015 l’umanità è all’ennesimo bivio tra la pace e la guerra globale permanente, tra i dialoganti ad ogni costo e i tagliagola telematici; per non parlare della sfida epocale tra la visione di un Dio di pace e uno che fa e giustifica le guerre, con tutto quello che ne consegue; e poi occorre scegliere, ieri, tra un futuro ecosostenibile e l’agonia del nostro Pianeta.

Per quanto riguarda l’Italia, oltre alla corruzione dilagante, al terrorismo che ritorna, al solito teatrino della politica, l’ex novità è Matteo Renzi: molte belle parole, una comunicazione gestita benissimo tanto da sfociare nella peggiore propaganda, pochi fatti; la vera novità è l’altro Matteo, Salvini: farebbe solo ridere, se non fossero pericolosi i discorsi che fa e la gente che coinvolge!

Le religioni e le Chiese cristiane stanno anch’esse, e noi con loro, al bivio tra la cristallizzazione sterile e il soffio fecondo dello Spirito di Dio. In particolare nella Chiesa cattolica un antico “scisma sommerso” sta venendo definitivamente alla luce, e se sarà un bene o un male non riesco a immaginarlo. Il problema è che sembrano saltati i punti fermi! Abbiamo un papa popolarissimo e punto di riferimento per sempre più cristiani e no, che si presenta solo come vescovo di Roma, pratica la sobrietà e propone una Chiesa povera, predica un Dio misericordioso e vorrebbe testimoniarlo concretamente mettendo fine all’ostracismo verso i divorziati, i gay e quei teologi o semplici cristiani che approfondiscono il mistero di Dio senza accettare limiti e steccati.

Troppo bello per essere vero! Forse per questo faccio fatica a credere che sia tutto limpido e non il frutto di un’azzeccata strategia di marketing, dopo il crollo di fiducia nella Chiesa cattolica e nell’allora papa Benedetto XVI, a causa dei numerosi errori e scandali. Di contro si impongono cardinali e vescovi, insospettabili fino a qualche mese fa, che criticano apertamente il papa, tentano di boicottarlo e di porgli ostacoli, continuano a coprire gli scandali, e a volte ne sono protagonisti. La Chiesa di base, i fedeli laici, la maggioranza nella Chiesa cattolica continua ad astenersi dal pronunciarsi sulle questioni importanti: la gerarchia fa solo finta di coinvolgere i laici, in realtà continua a escluderli e i laici, quasi tutti, non fanno niente per pretendere una partecipazione attiva.

Raramente si era sentito un vescovo di Roma invitare a «lasciarsi sorprendere da Dio che non ha paura delle novità», ma più raramente – forse mai negli ultimi decenni – si era sentito di cardinali che firmano libri e editoriali contro le aperture del papa regnante, e questa è una grande novità positiva, se contemporaneamente si rinunciasse ai più tradizionali intrighi anonimi. Chi prevarrà nella Chiesa cattolica tra “il Dio della legge e il Dio delle sorprese” è difficile dirlo: siamo tra due Sinodi, quello straordinario appena concluso e quello del prossimo ottobre da costruire nelle Chiese locali, e che potrà abortire o essere l’inizio di una svolta epocale.

Più che davanti alla natalizia stalla di Betlemme, sembra di stare in mezzo al Mar Rosso pasquale, come gli Ebrei non ancora del tutto liberati dalla schiavitù d’Egitto. «Le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra» (Esodo 14,22). Siamo rimasi impantanati nel mezzo del mare asciutto, e non riusciamo a venirne fuori.

La Chiesa cattolica – come le altre confessioni cristiane e come le altre religioni – è in bilico precario tra servizio e potere, tra l’apparire un monolite impenetrabile e l’essere un luogo meticcio di incontro tra differenze, tra “il Dio della legge e il Dio delle sorprese”. Il mare è spalancato attorno a noi, ma dobbiamo prendere il coraggio di attraversarlo tutto, anche se ci fa paura. Per farlo non ci servono padroni; forse delle guide, non importa se giovani o adulte, l’importante è che sappiano dove andare, concretamente non a chiacchiere. Tornare indietro sarebbe un fallimento, restare fermi tra i “muraglioni d’acqua” sarebbe la morte. L’unica è andare avanti. Andare avanti insieme. E, andando avanti insieme, come dicono gli indigeni del Chiapas, «camminare domandando».

* amministratore parrocchiale a Mercogliano (Av)