E’ stato soltanto un sogno

Peppino Coscione
Comunità cristiana di base di Oregina (Genova)
|
Ho sognato di essere all’osteria di Maria, un’osteria semplice che ho conosciuto grazie agli studenti e alle studentesse del liceo Leonardo da Vinci di Genova dove ho insegnato per molti anni. Si mangia e si beve divinamente, a poco prezzo. Qui, intorno ad un tavolo scarno con posate essenziali c’erano come protagonisti del convito testimoni di un lungo e fecondo processo di liberazione sfociato in ramificazioni multiformi. Il tono delle voci deciso mi è sembrato accompagnato da una passione comune nello scrutare i segni dei tempi e nel condividere una pagnotta di pane e un bicchierozzo di vino.

Occorre – diceva Enzo – una trasformazione profonda in senso nonviolento di tutte le strutture religiose, nessuna esclusa,simbologie,dogmi,ordinamenti, strutture di potere.Ora che un “mondo nuovo” è tornato negli orizzonti delle nuove generazioni si può far mancare il contributo della ricerca di “mondi religiosi ed ecclesiali nuovi”? Non è necessario lavorare anche sulla struttura intima delle religioni, sulla teologia, sulla simbologia e sul profondo?

Ma le teologie, come pure le ideologie laiche – sosteneva Henry – sono maschere, che gli uomini si danno perché non sono in grado di sostenere la loro nudità, la loro nullità, che pure essa può essere una maschera. Maschere che si attaccano così fortemente alla pelle che non si possono più staccare.

Diamo vita allora – riprendeva Amilcare – ad una “religione” a partire dalla secolarizzazione per la secolarizzazione. Per tutto questo è indispensabile l’arrivo (il ritorno?) di un grande profeta: è questo l’augurio (la preghiera) che dobbiamo ripetutamente formulare. M A R A N À T H A ( Ap. 22, 16 – 20)

Ai giorni nostri – dichiarava Raimon – sta comparendo “un evento unico nella storia dell’umanità”: non il secolarismo, ma la secolarità che sta assumendo un carattere sacro. In questa ottica sono considerate riti non soltanto le azioni compiute “a maggior gloria di Dio”, ma tutte quelle compiute senza egoismo e con il riconoscimento della presenza del mistero in ogni attività umana, le azioni che trascendono l’intenzione di utilità privata o di piacere egoista e si propongono di collaborare al benessere di tutti. Occorre un orientamento della vita nel senso del culto ed allargare la nozione di rito fino ad includere, oltre ogni aspetto di culto religioso, anche le attività sociali, le relazioni amorose, le creazioni artistiche ed ogni attività che possa in qualche modo contribuire al sostentamento del mondo. Oggi, chi non è aperto alla secolarità non può sperare di realizzare la propria umanità in pienezza, almeno non secondo le esigenze del nostro secolo. D’altra parte, non è possibile all’uomo sussistere senza culto.

Ed è così che – confermava Ernesto – è nato l’uomo planetario, che non significa distruzione delle identità tradizionali, ma è l’opzione per una identità nuova. L’uomo vero a cui dobbiamo ormai convertirci non sta lungo il perimetro delle culture esistenti; se noi decidiamo di morire al nostro passato e di andarci incontro l’un l’altro con le mani colme delle diverse eredità, allora capiremo il senso del frammento che ora ci chiude nei suoi confini. È questa la mia professione di fede. Chi ancora si professa ateo, o marxista, o laico e ha bisogno di un cristiano per completare la serie delle rappresentazioni sul proscenio della cultura, non mi cerchi. Io non sono che un uomo

D’improvviso e quasi di soppiatto entrava in osteria Mary che gridava: noi siamo l’incarnazione dei sogni delle nostre antenate, le sorelle del futuro saranno ciò che noi abbiamo saputo/osato sperare e immaginare. Niente di quello che facciamo è insignificante quando è visto alla Luce della Quintessenza. La quantità non è importante né lo è la distanza tra gli esseri separati che partecipano all’Armonia Cosmica. A contatto con la Quintessenza, le Donne Elementali diventano più che mai simili agli alberi e agli angeli. Estendendo le nostre radici più in profondità, siamo libere di espanderci e partecipare alla creazione dell’universo”.

Mary, come Diotima del Convito platonico, ha prodotto l’interruzione del mio sogno, rompendo il velo di un universo teologico maschile, peraltro prima promosso e da tempo rimosso, e proiettando la luce di una semplice verità: la vita degna di essere considerata tale è quella vissuta nella pienezza divino-umana che è la pienezza dell’amore e nell’amore.