Sul gender, le lobby gay, la conquista del mondo ed altre oscenità di FuoriLuogo

FUORI LOGO – Una donna. Una mamma. Una lesbica. What else?!
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Di questo sparuto e tetro movimento di omofobi invasati, che gira per le piazze e le sale parrocchiali, avevo letto cose aberranti sul web, ma ho voluto toccare con mano e così sono andata ad una di queste riunioni.

Tutto ciò che avevo letto non solo è vero, ma è talmente tanta la violenza, l’aggressività e la menzogna del loro progetto che stentavo a credere alle mie orecchie e ai miei occhi.

Questi tizi hanno creato a tavolino una teoria – chiamandola teoria del gender – manipolando, di fatto, un concetto sociologico molto più complesso ed esteso.
Cercherò di sintetizzare i pensieri da loro espressi:

– Il mondo è comandato da una lobby gay che vuole imporre ai bambini l’inversione dei ruoli maschio e femmina e distruggere la famiglia tradizionale. [non c’è dato sapere come, il tono da setta misterica ha reso impossibile approfondire l’argomento]

– Questa lobby ha una fitta agenda gender [se è in commercio, la voglio anche io. Solo il nome è uno spasso] con obiettivi smart quali: conquistare il mondo, invertire i sessi, soverchiare l’umanità, obbligare i maschi a vestire da femmina e viceversa e infine creare dei robots senza sesso per distruggere l’umanità

– Gli stereotipi di genere sono belli. Tu, donna devi vestirti di rosa, fare la madre, accudire tuo marito e tacere. Tu, uomo puoi decidere tutto, lavorare per la tua famiglia ed educare i tuoi figli all’uso delle armi e alla prevaricazione. La libertà dell’autoderminazione delle persone è frutto del pensiero perverso della lobby gay che si è alleata con la lobby femminista

– I rapporti affettivi tra persone dello stesso sesso sono equiparati a quelli con i propri animali, con oggetti inanimati o alla pedofilia. Quando gli è stato fatto notare che la maggior parte degli abusi su minori sono compiuti in famiglia da uomini eterosessuali, ci hanno tolto la parola

– Le persone transessuali sono dei depravati che chiedono di poter andare più volte al giorno all’anagrafe a cambiare i documenti

– Il reato di omofobia è ingiusto, perché se uno vuol dire “frocio di merda” ad un suo simile, deve avere il diritto di farlo. Non è un offesa. È umorismo. Se poi vuole pestarlo di botte, umiliarlo e spingerlo al suicidio, non è aggressione omofoba, è una ragazzata.

Avendo io una matrice sociologica ed antropologica prestata alla comunicazione, per me è stata un’esperienza davvero interessante. Sembrava di essere ad una sessione di lavaggio del cervello.

Comunicazione e linguaggio da setta

Uso martellante di termini come pericolo gender – minaccia gender – allarme gender – distruzione famiglia – erano ripetuti in modo sempre più insistente e con toni di voce sempre più aggressivi, in un’esclation che si è protratta per più di tre ore

Uso di slide con immagini dal contenuto ad alto impatto emotivo, con ampio uso di foto di bambini strumentalizzati per la loro “causa”. Tipo questa teoria del gender

Uso di linguaggio specistico (un misto di avvocatese e medichese) per sostenere la fuffa che cercavano di dimostrare, decostruendo – tramite la scelta di citazioni di studiosi autorevoli e persino dell’OMS – il pensiero scientifico e sociologico fino a ridurlo ad una caricatura e ribaltandone le posizioni ufficiali

Limitazione del contradditorio: ci è stato “concesso” di intervenire alla fine delle due relazioni, 3 ore di martellamento senza sosta. Ad ogni domanda rispondevano sempre “Ha ragione, ma” – da bravi venditori porta porta/ testimoni di geova – e parlavano per altri 15 minuti, in modo da impedire altre domande.

Nonostante la rabbia e la frustrazione è stata una serata bellissima.

In sala c’erano 38 persone. Tutte persone di chiesa. Accanto a me c’era tutto il gruppo dei catechisti e delle catechiste. Tutti loro si sono indignati, si sono arrabbiati, si sono vergognati per l’uso spregevole che questi invasati fanno della religione e del messaggio di Gesù. Sono intervenuti quasi tutti per spiegare il loro dissenso, argomentando la loro posizione in modo davvero brillante e competente. Ci siamo abbracciati e abbiamo anche riso per le idiozie che abbiamo dovuto ascoltare.

Alla fine dell’incontro, una ragazza mi ha salutato con un abbraccio e mi ha detto: “oglio solo dirti che non tutti i cattolici sono così. Ed è vero, dobbiamo proteggere i nostri figli. Non da questa finta ideologia gender, ma dall’odio di gente come questa. C’è ancora tanto da fare, ma ce la faremo a lasciare ai nostri figli un mondo migliore”.

E questa speranza la porto addosso ogni giorno.