Vi mando queste mie riflessioni sulla Tunisia, sperando che servano a qualcosa di A.Fazio

Alberto Fazio
(testo giunto tramite email)

Costernazione, indignazione, rabbia, condanna. Troppo poco per sintetizzare lo stato d’animo dei Tunisini dopo quasi una settimana dai fatti del Bardo. I Tunisini sanno di essere in prima fila nella lotta al terrorismo. Sanno che si colpisce la Tunisia, perchè sta portando a termine il processo rivoluzionario costruendo il suo assetto istituzionale democratico, e la si colpisce su due punti vitali: la sicurezza e l’economia.

Non è dunque un caso se l’attacco è avvenuto davanti alla porta del parlamento mentre si discutevano i provvedimenti antiterrorismo. La Tunisia è da tempo in guerra contro il terrorismo ed ha messo a segno molti colpi contro l’organizzazione del terrore, sventando attentati, colpendo gruppi della Jiad, smantellando reti di reclutamento, scoprendo e catturando un numero elevato di “cellule dormienti”. Il nuovo assetto politico ha comportato una stretta di lotta serrata punteggiata da notevoli successi.

Malgrado i mezzi relativamente modesti le forze della sicurezza si battono con coraggio e determinazione su molti fronti, soprattutto per estirpare le radici del terrorismo nei quartieri e anche dentro le famiglie tunisine. E tutto questo si riesce a fare all’interno di un assetto istituzionale democratico, senza nessun cedimento verso uno stato di polizia.

E’ questa azione permanente e decisa svolta dietro le quinte che consente al paese di mantenere la sua normalità inalterata, la sua vita civile tranquilla, le relazioni con tutti ispirate ad accoglienza calda e serena, la possibilità reale della competizione e del confronto politico. Ed è questo il segno fondamentale del successo dell’attuale fase politica in Tunisia. La incommensurabile maggioranza dei Tunisini sostiene ile istituzioni ed è totalmente ostile al terrore. I Tunisini conoscono bene i propri interessi.

Tutto questo è quanto è stato compreso dai turisti stranieri presenti a Jerba che ieri, in circa un centinaio, hanno manifestato contro la paura con le parole d’ordine “Non fuggiremo” “je suis Bardo “. Tutto questo è quanto ha compreso la Sindaco di Parigi che ieri è venuta a Tunisi per annunciare che il comune di Parigi ha dato disposizioni perché tutte le strutture addette alla promozione turistiche lancino una campagna straordinaria a favore del turismo in Tunisia.

Insomma, tutti, qui ma anche altrove, hanno compreso in modo chiaro che la paura è esattamente il risultato che vuole perseguire il terrorismo e che bisogna batterlo anzitutto su questo terreno; sembra infatti che le agenzie turistiche tunisine non abbiano avuto disdette dopo i fatti del Bardo.

Da dopodomani a Tunisi inizierà il Social Forum Mondiale e si conta su almeno settantamila presenze. Dal mio punto di osservazione in Tunisia, vedo che in Italia solo la Lista “L’Altra Europa per Tzipras” che in questi giorni terrà a Roma un’ importante assemblea nazionale, ha lanciato un appello per una folta partecipazione al Social Forum di Tunisi.

Non sembra dunque che la consapevolezza di cui sopra si sia diffusa nello stesso modo in Italia.

Anzi, sembra proprio il contrario. Basti pensare alla questione Libia: Le forze tribali e non, jiadiste e non, democratiche e non, si stanno sanguinosamente combattendo da più di due anni nell’indifferenza generale. Ma è bastato che a qualcuno sia venuta l’idea di vestirsi di nero ed inalberare la bandiera di Allah per provocare una crisi isterica nel nostro governo con esternazioni irresponsabili che annunciavano l’intenzione di interventi armati e la messa in campo di ben cinquemila uomini perfettamente addestrati ed armati!

Ci sarebbe da sghignazzare se la cosa non fosse tragica. A parte i cinquemila uomini ( per pacificare la libia Balbo dovette mobilitarne dieci volte tanto e combattere per una decina d’anni usando i mezzi criminali permessi dal Fascismo) la impressione di una sindrome da diarrea virulenta è stata generalmente percepita in Europa e nel mondo. Anche il parco Putin ha tranquillizzato Matteo assicurandogli l’intervento pacifico della Russia. Insomma è bastato sventolare il drappo nero per seminare un panico incontenibile .

Cè da credere che il Califfo (ammesso che esista come tale e che non sia un agente di qualche componente dell’alta finanza) si stia ancora sbellicando dal ridere, e che stia davvero meditando sull’opportunità di colpire davvero, la prossima volta, proprio in Italia, visti i risultati stupefacenti che si possono ottenere con facilità.

Per chiudere questi pensieri tunisini: E’ triste constatare che anziché solidarietà militante alla Tunisia, vero e drammatico oggetto dell’attacco, si assista ad un coro che grida ad un attacco all’Europa guardando alla nazionalità dei turisti colpiti e non al Turismo tunisino esposto alla catastrofe. Dunque, difendiamo l’Europa (ma non si potrà impedire che la prossima volta tocchi proprio all Italia per le ragioni che ho detto) e fottiamocene della Tunisia, tanto quelli Mussulmani sono. Non si è capito che il terrore agisce sul piano mediatico ed è su quel piano che va battuto.