Evangelizzazione di F.Gentiloni

Filippo Gentiloni

Con l’andare del tempo si chiarisce sempre meglio quello che voleva indicare papa Francesco fin dagli inizi del suo pontificato nella esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”:una chiesa soprattutto “evangelizzatrice”, cioè aperta agli altri, a tutti, non luogo di arrivo, ma punto di partenza , di annuncio.

Ogni cristiano, se è tale, deve essere “missionario”, annunciare il Vangelo. Una chiesa giovane, vivace, aperta, disponibile. Ben diversa, quindi, dalla chiesa tradizionale del mondo cristiano. Una chiesa, perciò, dove la gioia sia di casa. Ogni cristiano non soltanto credente, ma attivo evangelizzatore, missionario.

Ogni parrocchia una missione. Una impostazione positiva, felice, ma certamente non priva di difficoltà che si possono subito identificare. Una prima difficoltà è rappresentata da quella realtà che oggi nel mondo ha preso un ruolo sociale di estrema importanza, la pubblicità.

Domina, dirige, indirizza. Anche la evangelizzazione deve inevitabilmente fare i conti con la pubblicità: tenerla presente, sia per distinguersi, sia per identificarsi. Comunque subirne l’influsso, positivo o negativo. Non ignorandola. L’evangelizzazione è destinata forse a diventare una forma di pubblicità e quindi a confondersi con altre forme.

Un’ altra difficoltà viene alla evangelizzazione –e quindi alla chiesa – dal denaro. Necessario alla evangelizzazione, ma sua corruzione e volgarizzazione. Lo sa bene chiunque prova a diffondere idee, tesi, concetti. Il denaro è necessario, ma inevitabilmente corrompe. Non è così? O si può pensare che il denaro non sia necessario per la evangelizzazione? Un interrogativo inevitabile.