Ada in Comune e la nuova leardership delle donne spagnole di L.Bosch

Laura Bosch
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Laura Bosch, che alle ultime elezioni comunali ha votato per Barcelona en Comú, ci racconta i cambiamenti politici in atto in Spagna dopo la vittoria dell’attivista e filosofa Ada Colau

Quando le cose non ti piacciono, puoi vivere nella lamentela oppure organizzarti e cercare alleati per provare a migliorarle. È da questa premessa che nasce il movimento politico e cittadino guidato da Ada Colau, che ha vinto le elezioni comunali di Barcellona. Barcelona en Comú, il partito di Ada Colau, ha fatto una carriera folgorante a passo di formica.

Costituito solo un anno fa come piattaforma cittadina in cui confluivano diverse strutture sociali e politiche della sinistra radicale ha basato la sua campagna elettorale su un grande sforzo di documentazione, informazione, discussione e scambio attraverso i social media, lavorando con gruppi di cittadini nei quartieri, con una modalità scrupolosamente democratica, cercando di dare corpo a un programma sui beni comuni evidentemente alternative a quelle proposte dall’establishment istituzionale. Barcelona en Comú è stato finanziato dalle persone attraverso il crowdfunding in modo trasparente, senza i grandi mezzi né l’esperienza politica di un partito, ma a partire dalla grande forza e straordinaria intelligenza collettiva emersa in reazione agli anni di crisi e di abusi sia in Catalunya che in Spagna.

Vincere le elezioni in una grande città e capitale economica come Barcellona, in queste condizioni e con questo metodo, è stata un’impresa eroica e il merito è anche della leader carismatica Ada Colau. Ada è nata a Barcellona quarantuno anni fa, ha studiato filosofia ed è attivista da quando ha vent’anni, è mamma di un bimbo di due anni e da dieci collabora con una ong che si occupa di approfondire e monitorare il tema dell’abitare in Spagna

Negli ultimi anni Ada ha avuto molta visibilità come portavoce della Piattaforma delle persone con debiti ipotecari (PAH) che difende le persone che con la crisi hanno avuto difficoltà a sostenere il mutuo sulla casa, fermando gli sgomberi e riuscendo a promuovere un’iniziativa legislativa contro i pignoramenti e per la dazione in pagamento. Ada rappresenta una generazione di donne molto istruite, con un alto livello di consapevolezza e impegno sociale, con idee e prospettive politiche solide e una grande capacità di argomentazione e comunicazione. Inizialmente si era rifiutata di entrare nella politica elettorale ma alla fine si è lanciata a guidare questo movimento scelta dalle persone che ne fanno parte.

Senza ombra di dubbio, la prima donna sindaco di Barcellona porterà numerosi cambiamenti e sarà alternativa in molti sensi grazie alla sua solida preparazione. Ada Colau a Barcellona, Manuela Carmena di Ahora Madrid, Mónica Oltra a Valencia: in Spagna sta emergendo una nuova leadership femminile che risponde a un nuovo modo di fare politica di sinistra che parte dalla responsabilizzazione collettiva, l’apertura e la comprensione, l’intelligenza, dal sentire comune e la partecipazione di tutte e tutti e dalla volontà di legittimare nuovamente istituzioni che hanno voltato le spalle a troppa gente.

A differenza di altri momenti di grandi cambiamenti e aspettative della nostra storia più o meno recente, sento che stiamo entrando in un nuovo ciclo in cui la politica smetterà di risiedere esclusivamente nelle istituzioni e inizierà a funzionare come un sistema di cittadinanza attiva, che potrà chiedere a suoi governatori di rendere conto del proprio operato grazie a una maggiore trasparenza, accesso all’informazione e processi partecipativi molto più intensi. Senz’altro questa è la migliore strategia di fattibilità per un governo che ha come priorità un piano shock di misure in aperta rottura con tutto quello che è stato finora, qualcosa che non avrà vita facile per raggiungere i propri obiettivi e dovrà scontrarsi con un’opposizione agguerrita dentro e fuori il consiglio comunale.