IMU e scuole paritarie di V.Bellavite

Vittorio Bellavite
coordinatore di Noi Siamo Chiesa Italia

Credo che la questione del pagamento dell’IMU da parte delle scuole paritarie debba essere visto in modo pragmatico più che ideologico, partendo dai fatti. Da questo punto di vista Mons. Galantino, segretario della CEI, ci sembra avere buone ragioni anche se la sua vivace reazione alla sentenza della Cassazione mi è sembrata sopra le righe.

Gli alunni delle paritarie sono un milione e trecentomila, mi pare il dieci per cento. In gran parte sono scuole materne dove la presenza pubblica è molto modesta (quasi inesistente- mi dicono- al Sud). La P.A. non è in grado, ora almeno, di coprire questa utenza i cui costi sono in gran parte a carico delle famiglie (in un periodo di crisi). In tutta Europa, a partire dalla Francia, le risorse pubbliche intervengono a sovvenzionare le paritarie.

Ci saranno anche scuole paritarie non confessionali che sono solo attività commerciali, ora pagano l’IMU se hanno rette alte superiori ai costi statali per studente della scuola pubblica, altrimenti non la pagano (come le scuole pubbliche).

Chi conosce la situazione sa che le scuole paritarie e i genitori fanno fatica e il numero degli iscritti è in calo. Non sono luoghi dove si fanno profitti. Ci sono poi cose bizzarre. Gli enti locali, come il comune di Milano, che hanno tante scuole comunali dovrebbero pagare l’IMU ? A chi? A sé stessi?

Semmai si tratta di ottenere standard e controlli nei confronti delle scuole paritarie, semmai si tratta di chiedere/pretendere che la Chiesa si impegni su altri fronti per esempio per la tassazione rigorosa delle vere attività commerciali (alberghi ecc…) lasciando perdere le resistenze del passato, semmai si tratta di sperare che la Chiesa cominci a riflettere sul ricco e comodo sistema dell’ottopermille, semmai si tratta di aspettarsi che la Chiesa, le diocesi e gli Istituti religiosi diano ai loro bilanci la pubblicità e la trasparenza che ora praticamente non esistono. Informazioni veritiere, sufficienti e comprensibili potrebbero essere così l’occasione, almeno e soprattutto nella comunità dei credenti, di conoscenza, di discussione e di proposta, anche alla luce del messaggio di papa Francesco su una Chiesa povera e dei poveri..

Roma, 27 luglio 2015