Appello ai Padri sinodali di 50 movimenti che nel mondo sono impegnati per riforma della Chiesa di NoiSiamoChiesa

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Comunicato Stampa – Appello ai Padri sinodali di 50 movimenti che nel mondo sono impegnati per riforma della Chiesa “Seguite il percorso verso le riforme e il dialogo indicato da papa Francesco!”

Oggi molte organizzazioni e movimenti della Chiesa cattolica diffondono un ‘Messaggio al Sinodo dei vescovi” che si riunisce a Roma in ottobre per affrontare le principali questioni che riguardano la famiglia.

Nello spirito di dialogo sollecitato dal Papa Francesco e motivato dallo Spirito di Dio e dallo Spirito del Concilio Vaticano II, queste organizzazioni chiedono ai padri sinodali, con l’allegato messaggio, di ascoltare con grande attenzione quello che esse dicono perché la Chiesa sia maggiormente annunciatrice di misericordia e più capace di interventi pastorali veramente evangelici .

Augurandosi proposte di soluzione ai molti problemi aperti, le organizzazioni firmatarie fanno presente che la composizione del Sinodo è troppo clericale e che non è tale da rappresentare tutte le opinioni e le sensibilità presenti nel popolo cristiano al giorno d’oggi.30

Il documento :

– fa presente che i problemi sociali ed economici della famiglia debbano essere ampiamente affrontati dal Sinodo , in particolare quelli che riguardano i soggetti più deboli, i bambini e le donne;
– auspica che il Sinodo invii un messaggio di pentimento alle vittime degli abusi sessuali da parte del clero;
– invita, per quanto riguarda i divorziati risposati e la loro ammissione all’Eucaristia, ad accettare la prassi della Chiesa dei primi secoli, ancora adottata dalla Chiesa ortodossa;
– condivide i contenuti del Motu Proprio di Papa Francesco sui processi canonici di nullità;
– ritiene che le persone e le coppie omosessuali debbano essere pienamente considerate parte della Chiesa con ogni diritto e con ogni dovere;
– pensa che la Humanae Vitae abbia da tempo esaurita la sua funzione magisteriale.

Roma, 29 settembre

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Messaggio ai padri sinodali

L’attenzione a tutte le questioni che riguardano la famiglia e la morale sessuale sono state parte importante, negli anni, delle riflessioni delle nostre organizzazioni e dei nostri movimenti. Ci siamo ispirati al rinnovamento portato nella Chiesa dal Concilio, che riteniamo essere ora ripreso dal nuovo corso di papa Francesco.
Abbiamo dall’inizio fatto presente la distanza che si stava sempre di più ampliando tra il sentire comune di una gran parte del Popolo di Dio e le indicazioni dottrinali e pastorali del Magistero. Abbiamo fatto analisi, indicato percorsi per il cambiamento.
I due Sinodi indetti dal papa ci fanno sperare che sia giunto il momento per una nuova fedeltà all’Evangelo e perché il “sabato”, con le sue rigide prescrizioni che Gesù condannava, non sia di ostacolo alla fede sincera di chi vuole praticare le virtù cristiane nella vita famigliare. Abbiamo risposto ai due questionari proposti dalla segreteria del Sinodo e partecipato a tanti momenti di dialogo in questi mesi.
Cerchiamo ora di riassumere quanto, insieme, proponiamo ai padri sinodali, quanto ci attendiamo sulle questioni principali in discussione.

I problemi di fondo della famiglia

Prendiamo atto con soddisfazione che la prima parte dell’Instrumentum Laboris (cap. 12-27) contiene un elenco dei problemi di fondo della famiglia che erano stati trattati poco nel Sinodo dello scorso ottobre. Questa parte del documento sembra rendersi conto dei limiti della precedente attenzione alla famiglia, che era stata relativa quasi solamente alle questioni della coppia . Vi si parla delle politiche sociali e delle politiche economiche che penalizzano la famiglia, delle esclusioni che la riguardano, della mancanza di lavoro, del suo impoverimento, delle migrazioni, dei malati, degli anziani e via di questo passo. La voce dal basso, arrivata dalle risposte ai questionari, quì si è fatta sentire.
Sulla scia di questo testo, riteniamo che nel prossimo Sinodo si dovrebbero sviluppare a fondo le riflessioni su tutte queste tematiche. Avevamo anche chiesto più attenzione al problema del rapporto genitori/figli e a tutte le relative dinamiche educative. Su questo non ci siamo. La famiglia sembra essere solo una realtà di adulti e per adulti. Dei bambini se ne parla solo per constatare le loro sofferenze in caso di crisi tra i genitori. Ciò non basta.
Chiediamo una maggiore considerazione per la situazione dei bambini, delle bambine e delle donne sfruttate e abusate. In molte parti del mondo le donne non sono trattate come uguali agli uomini, sia dalla legge che nella società. Esse non hanno gli stessi diritti, sono maltrattate e sono anche l’oggetto di abusi sessuali. I diritti dei bambini sono trascurati in molti modi. Per esempio, in alcune aree del mondo, essi sono considerati come una vera e propria merce o come lavoratori a basso prezzo o usati per fare la guerra e soffrono per ogni tipo di violenza fisica e psicologica. La Chiesa cattolica deve sempre di più coraggiosamente e chiaramente denunciare ed opporsi a queste pratiche ed esprimere grande solidarietà a tutte le vittime degli abusi, agli oppressi e ai marginalizzati.
Il Sinodo dovrebbe anche mandare un esplicito messaggio di pentimento alle vittime degli abusi sessuali da parte del clero e alle loro famiglie. Molte di esse sono state distrutte da questi abusi. Tutti i dignitari della Chiesa che hanno mancato di proteggere bambini tanto vulnerabili devono pubblicamente essere dichiarati responsabili per le gravi ingiustizie fatte ai nostri piccoli.

Consultazione e composizione del Sinodo

Siamo stati dall’inizio favorevoli al nuovo metodo della consultazione generalizzata che è avvenuta, su sollecitazione di papa Francesco, prima del Sinodo straordinario dello scorso ottobre e prima di questo. Essa ha permesso di conoscere l’opinione diffusa presente nel popolo di Dio che si intuiva fosse lontana da quanto la Chiesa proponeva in materia di famiglia e di morale sessuale. I risultati della consultazione, che non dovunque è avvenuta in modo trasparente e generale, hanno confermato la volontà di cambiare impostazioni dottrinali e pastorali per leggere meglio il Vangelo e per cogliere meglio „i segni dei tempi“.
Gli esiti delle risposte ai questionari mettono maggiormente in risalto quanto la composizione dell’assemblea sinodale non sia sufficientemente rappresentativa del popolo cristiano e sia poco attrezzata ad affrontare la gravità e la complessità dei problemi che interessano oggi la famiglia in un momento di così rapidi cambiamenti. Abbiamo proposto che il Sinodo fosse veramente aperto alla partecipazione di tante realtà del Popolo di Dio, donne, coppie, altri soggetti coinvolti nell’universo delle questioni in discussione. Sono carenti, tra i membri del Sinodo, esperti di umanità “famigliare”, sono carenti le varie aree di esperienza, di gioia e di sofferenza esistenti nell’universo cattolico sulla famiglia. I nomi dei membri del Sinodo, resi pubblici il 15 settembre, confermano in pieno le nostre osservazioni. In particolare, una così scarsa presenza femminile è inaccettabile.

Matrimonio, divorzio e nuove nozze

Tutti noi crediamo che l’indissolubilità del matrimonio rappresenti una risposta personale al profondo desiderio di un mutuo e permanente amore: un amore per sempre. Ma una revisione dell’insegnamento tradizionale sull’indissolubilità del matrimonio è necessaria e urgente: l’ideale dell’indissolubilità deve essere considerata alla luce dei limiti della persona umana che, per molte e diverse ragioni, può non riuscire a perseguire l’obiettivo di vivere il proprio matrimonio per sempre.
Ciò premesso, ci sembra che, per quanto riguarda i divorziati risposati, la strada da percorrere, senza indugi o senza le tante altre soluzioni pasticciate di cui si discute in questi mesi, sia quella di tornare alla prassi dei primi secoli, che è ancora seguita dalle Chiese ortodosse. Essa è quella di ammettere, dopo un adeguato percorso spirituale, opportunamente supportato, le coppie divorziate e risposate civilmente, a nuove nozze in Chiesa con valore sacramentale. Esse saranno così ben accettate da tutta la comunità.
Nell’Instrumentum Laboris si fa un passo in avanti dove si ipotizza l’apertura alla possibilità, per i divorziati risposati, di partecipare nella comunità cristiana a presenze liturgico-pastorali (cap.120) e ad attività di tipo educativo e caritativo. Ma non si capisce perché allora restino resistenze alla piena ammissione all’Eucaristia.
Comunque auspichiamo che il Sinodo riconosca che, per ogni divorziato risposato, debba valere il generale criterio della libertà di coscienza, nel caso egli desideri ricevere l’Eucaristia. Questa decisione non deve comportare alcuna censura, diretta o indiretta, da parte della comunità cristiana di cui egli fa parte, che anzi deve sostenere ed accompagnare questa scelta responsabile.
Alla vigilia del Sinodo papa Francesco ha firmato un Motu Proprio sui processi canonici per le dichiarazioni di nullità. Aldilà del nostro atteggiamento critico sul concetto di nullità del matrimonio, siamo d’accordo circa la semplificazione delle procedure e l’accorciamento dei tempi. Condividiamo il fatto che la responsabilità sia affidata al Vescovo, consentendo in tal modo una maggiore attenzione pastorale alle situazioni concrete. Ma chiediamo che vengano presi in adeguata considerazioni i problemi, anche di natura economica, a carico dei soggetti più deboli, la donna e i bambini, che possono essere la conseguenza della dichiarazione di nullità. Su questo punto il Motu Proprio è carente.
Una nuova attenzione dovrà essere fatta dalla comunità cristiana alle nozze, civilmente concluse, e alle convivenze stabili. Si dovrà guardare alla realtà del rapporto tra i coniugi e con i figli più che agli aspetti formali della loro unione per poter anche aiutarli a completarla col matrimonio-sacramento. I preti, che si sono fatti una famiglia e lo richiedano, siano riammessi ad attività pastorali, usufruendo così delle loro esperienze e capacità.

Persone omosessuali

Per quanto riguarda il rapporto della comunità ecclesiale con le persone omosessuali, ci sembra che le aperture contenute nella Relatio post disceptationem della scorso Sinodo debbano essere mantenute, mentre consideriamo del tutto insufficiente l’invito alla comunità cristiana (n.40 del questionario) di “proporre loro le esigenze della volontà di Dio sulla loro situazione” e quanto scritto nell’Instrumentum Laboris. Va invece ribadito l’impegno della comunità cristiana non solo ad accogliere con spirito fraterno sia le persone che le coppie omosessuali ma anche a considerarle pienamente parte della Chiesa con ogni diritto e con ogni dovere e con la possibilità di contribuire ad essa con le loro specifiche sensibilità. Oltre alla stessa Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, le diverse leggi che regolamentano nel mondo i rapporti tra le persone omosessuali dovrebbero essere accettate; ogni norma o prassi di discriminazione nella Chiesa e nella società dovrebbe essere contrastate senza reticenze.

Humanae Vitae

La questione della Humanae Vitae non può essere risolta con un richiamo rituale alla sua importanza, parlandone il meno possibile o sottolineandone solo alcuni aspetti. Questo è avvenuto nella Relatio Synodi e nel questionario. Nell’Instrumentum Laboris c’è un blando riferimento al ruolo della coscienza davanti alle prescrizioni dell’enciclica. E’ un passo in avanti, è ciò a cui si sono rifatti tanti coniugi cattolici da sempre. Ci sembra però che si debba prendere atto con parresia che questo insegnamento del magistero è decaduto integralmente per mancanza di receptio, fin dall’inizio, da parte del popolo cristiano. Se ci sono troppe resistenze a pronunciamenti espliciti, il Sinodo potrebbe almeno tacere su questa questione. Il non parlarne sarebbe un modo, anche se non il migliore, per uscire dall’impasse in cui ci si trova e lasciare decadere del tutto questo atto del magistero.
Auspichiamo vivamente che l’assemblea sinodale riesca a recepire quella voce dello Spirito che va nella direzione di un reale cambiamento delle prescrizioni ecclesiastiche e della pastorale, come è già avvenuto molte volte nella storia della nostra Chiesa. Fratelli vescovi, siate illuminati dall’alto!.

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