La preghiera contestata di B.Manni

Beppe Manni
Cdb Villaggio Artigiano – Modena

Il 15 agosto durante la messa a Passo San Balbo alla presenza di numerosi alpini, il prete ha suggerito di cambiare alcune parole della preghiera dell’Alpino quando recita “…rendi forti le nostre armi (con “animi”) contro (con “verso”) chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana” non ritenendole appropriate in un momento di forti immigrazioni e di rischio di nuove crociate contro gli islamici. Gli alpini non hanno accettato e sono usciti dalla chiesetta.

Si è è scatenata una polemica che esprime ancora una volta le forti contraddizioni presenti nella chiesa, fino ad oggi tenute sotto traccia ma che stanno emergendo sotto papa Bergoglio. Come le reazioni all’intervento del Vescovo Cosentino contro i politici e lo scandalo suscitato dalla spudorata messinscena del funerale del boss romano.

La preghiera dell’Alpino nel suo complesso bella e poetica, era nata negli anni 20 e risente del clima dell’epoca. I tempi sono cambiati e specialmente in questi mesi nei quali ricordiamo la guerra del 15-18 siamo più cauti sull’uso di parole come eroismo, patria e valore. Così quando parliamo degli Alpini che da 1940 al 1943 aggredirono la Grecia, la Jugoslavia e la Russia. Casomai possiamo parlare di sacrifici inutili e di pietà per migliaia di soldati mandati a morire per un dissennato ordine di Mussolini e di Hitler.

La preghiera in genere dovrebbe riflettere non tanto le ideologie del tempo ma i sensi di amore e misericordia del vangelo. Chi non ricorda con disgusto le foto che ritraggono preti che su fronti contrapposti (italiani e austriaci) dicono messa e benedicono i poveri ragazzi prima di andare a sgozzarsi reciprocamente. La chiesa in certi momenti ha saputo correggere le strumentalizzazioni fatte in nome di Dio. Papa Giovanni tolse una preghiera contro gli ebrei “pro perfidis iudeis”, per i perfidi giudei, che veniva recitata il venerdì santo. E nessuno canta più “Qual falange di Cristo redentore” inno dell’azione cattolica degli anni 50 che parla di falangi e di arditi al servizio del papa.

E per finire. Ogni corpo militare ha la sua preghiera: i bersaglieri, i carabinieri, la polizia stradale, la guardia di finanza. Anche i cadetti dell’Accademia Militare di Modena recitano una bella e dignitosa preghiera alla ‘Benedizione dello spadino’:

(Versione integrale) “Dio dei cieli, Principe della pace – datore di ogni dono perfetto – ascolta la mia preghiera.
In quest’ora solenne per la mia giovane vita – a Te con fiducia affido il mio cuore – la mia volontà, la mia mente.
Trepido Ti chiedo di benedire questo mio “spadino” – perché possa essere sempre e solo – simbolo di difesa e di protezione.
Fa che giammai un’arma possa servirmi – per l’offesa e il sopruso.
Fa che il dialogo, leale e perseverante – possa stemperare ogni umana contesa – Fa che la pace sia da tutti vissuta – come fondamento del bene.
Fa che la vita sia sempre accolta e difesa – come il dono più grande e più prezioso – Per questo Ti chiedo che questo “spadino” – da Te benedetto, m’insegni ad operare nell’ordine – e nella legalità per il bene di tutti. Amen”.

(Citazioni) “Dio dei cieli, Principe della pace – datore di ogni dono perfetto – ascolta la mia preghiera…Trepido Ti chiedo di benedire questo mio “spadino” – perché possa essere sempre e solo – simbolo di difesa e di protezione – Fa che giammai un’arma possa servirmi – per l’offesa e il sopruso..Fa che la pace sia da tutti vissuta – come fondamento del bene…i chiedo che questo “spadino”…m’insegni ad operare nell’ordine – e nella legalità per il bene di tutti. Amen”.