Noi Siamo Chiesa con Galantino contro la destra razzista e atea

La cosa stupefacente sono i troppi anni durante i quali la destra razzista e atea del dio Po e dell’oltraggio esplicito ai valori evangelici ha potuto parlare nel nostro paese senza essere contrastata duramente dalle autorita’ della Chiesa.

L‘ha fatto ora Mons. Galantino sulla scia di papa Francesco a Lampedusa e in conseguenza dei quotidiani drammi nel canale di Sicilia. Siamo del tutto solidali con Galantino anche nei confronti degli attacchi violenti di questi giorni.

Questo Salvini e gli altri della sua banda vogliono gestire il peggio della “pancia” emotiva del nostro paese, proclamandosi credenti, praticanti e difensori dei valori cristiani del popolo italiano.

Ora molte autorita’ della nostra Chiesa, tanti vescovi, tanti parroci, dopo avere per troppo tempo flirtato con ogni tipo di destra, hanno l’occasione di riscattarsi.

Speriamo che lo facciano con i fatti iniziando o continuando a mettere a disposizione ogni possibile struttura di accoglienza per i profughi e riconsiderando il loro rapporto con la politica e prendendo coscienza dei gravi errori del passato.

Vittorio Bellavite
coordinatore nazionale di “Noi Siamo Chiesa”

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«Galantino non si tocca. Il Papa lo vuole li»

Giovanni Panettiere
Qn (Il Giorno-Il Resto del Carlino-La Nazione), 15 agosto 2015

Piùun cartellino giallo che rosso. L’affondo del segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, sul governo «del tutto assente» in materia d’immigrazione ha creato qualche imbarazzo in Segreteria di Stato vaticana.

Voci interne alla Santa Sede raccontano che alla terza loggia del Palazzo apostolico in tanti hanno storto il naso rispetto ai toni, piu che ai contenuti, dell’intervista rilasciata a Famiglia cristiana dall’ex vescovo di Cassano allo Jonio.

La prudenza e l’impegno a mantenere o costruire ex novo buoni rapporti con le istituzioni pubbliche e quel che ha contraddistinto e definisce l’operato del cardinale Pietro Parolin, attuale ‘primo ministro’ dentro le mura leonine.

Lo dimostrano il suo lascito da nunzio apostolico in Venezuela, dove gioco un ruolo decisivo nella ripresa dei contatti fra Cuba e Stati Uniti, e gli evidenti progressi nei rapporti Pechino-Santa Sede.

Di contro Galantino ha uno stile schietto, tutt’altro che felpato. Piu affine al linguaggio della politica che al lessico diplomatico. Parolin e Galantino, difficile trovare due caratteri piu diversi.

«Stupidaggini che scrivono i giornali». Cosi la Sala stampa vaticana bolla le indiscrezioni secondo cui il numero due della Cei rischierebbe il siluramento.

«Don Nunzio parla a nome del Papa che a sorpresa l’ha voluto in quel ruolo -ricorda un’autorevole fonte interna alla Cei -. E non c’e stata alcuna pressione del Vaticano, perche Famiglia cristiana ingranasse la retromarcia sull’intervista come poi e successo».

Resta il fatto che, almeno formalmente i rapporti fra Chiesa e Stato italiano sono regolati dal Concordato, sottoscritto dalla Santa Sede, non dalla Cei. E si sa quanto cio abbia creato tensioni nel 2007 fra i cardinali Tarcisio Bertone e Angelo Bagnasco.

«Il Papa – continua la fonte – due anni fa ha lasciato a noi vescovi il confronto con la politica. Non c’e nessun contrasto… Piuttosto in qualche ambiente ecclesiale, e non sono i soliti ruiniani, serpeggia un certo disagio per il cambio di organizzazione interna al nostro episcopato». Ovvero?

«Prima il presidente governava la Cei e il segretario eseguiva, oggi e quest’ultimo a tenere saldo il timone, mentre il primo gioca un ruolo piu di rappresentanza».

E, anche se e il Papa «che ha voluto questa nuova situazione, inevitabilmente ora Galantino si e fatto piu di un avversario». Ma e vero che Bergoglio settimana prossima lo convochera «Come sempre… Si vedono ogni settimana».