Papa e patriarca di L.Sandri

Luigi Sandri
Trentino, 7 febbraio 2016

Un Papa della Chiesa cattolica e un Patriarca della Chiesa ortodossa russa si incontrano, per la prima volta, dopo quasi cinque secoli; e lo storico evento avverrà il 12 febbraio all’Avana. Il Vaticano ha infatti annunciato venerdì scorso che Francesco, in viaggio verso il Messico, farà una imprevista sosta a Cuba, ove il patriarca di Mosca Kyrill si troverà per una visita pastorale ad un gruppo di suoi fedeli.

Il patriarcato di Mosca fu creato nel 1589, diventando da allora autocefalo, cioè non più dipendente dalla Chiesa-madre di Costantinopoli. Per quattro secoli il problema di un incontro Papa-Patriarca non si pose neppure. Esso iniziò a essere un’eventualità negli anni Novanta del secolo scorso, quando Giovanni Paolo II manifestò il suo vivo desiderio di incontrare Aleksij II, anche per tentare di porre fine a una polemica vivacissima di Mosca contro la Santa Sede.

Il Patriarca riteneva infatti che il Papa polacco cogliesse l’occasione dell’estrema debolezza della Chiesa russa, uscita da 75 anni di vita difficilissima sotto il regime sovietico, per rafforzare in Russia la presenza dei cattolici e, in Ucraina, dei cattolici di rito orientale, chiamati “uniati” dagli ortodossi e da questi mai tollerati. Così, senza concertazione col patriarcato, Wojtyla nell’aprile del ’91 istituì nell’allora Urss quattro amministrazioni apostoliche (che trasformerà poi in diocesi nel 2002): una decisione che irritò moltissimo Aleksij.

Nel giugno 1997 si celebrava a Graz (Austria) la seconda Assemblea ecumenica europea, e finalmente era quasi pronto un incontro Papa-Patriarca a Vienna; ma alla vigilia dell’evento Mosca lo annullò. Sotto il pontificato di papa Ratzinger si tornò a parlare di un incontro, da tenersi in territorio “neutro”, fuori d’Italia e fuori dalla Russia (ove una parte del clero e dei monaci è contrarissima a questo ecumenismo).

Però, anche per la morte di Aleksij e la nomina, nel 2009, del suo successore, Kyrill, la possibilità sfumò. Adesso, finalmente, l’ipotesi diviene realtà. Francesco e il Patriarca si incontreranno per poche ore all’aeroporto dell’Avana. Farà gli onori di casa il presidente Raul Castro. Bergoglio ha incontrato più volte – a Istanbul, Roma e Gerusalemme – Bartolomeo I, il Patriarca di Costantinopoli che è il primus inter pares dei gerarchi ortodossi: ma Mosca contesta il suo “eccessivo” potere.

Pesa anche una questione numerica: dal patriarcato russo dipendono la metà dei duecento milioni di ortodossi; mentre nella propria patria, la Turchia, Bartolomeo ha meno di cinquemila fedeli. Il clamoroso vertice cubano avviene a pochi mesi dalla celebrazione, in giugno, a Creta, del Concilio pan-ortodosso – il primo del genere da quasi mille anni – che, seppure non direttamente, lambirà il pomo della discordia tra Ortodossia e Cattolicesimo, e cioè il primato papale.

Chissà se gli incontri di Francesco con Bartolomeo e, ora, con Kyrill, scioglieranno un ghiaccio che, finora, è stato più impenetrabile del permafrost siberiano.

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