Cattolici del No: NO di L.Menapace

Lidia Menapace
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Ho detto e ripeto che tutti i comitati per il no ai referendum deformativi della Costituzione vanno bene, e perciò anche questo. Che però non mi sento personalmente ne’ di firmare, ne’ di diffondere. Esso infatti a mio parere parte da una posizione di papa Francesco, che a me pare la meno accettabile del suo pontificato e cioè una certa propensione al neotemporalismo.

Considero laico ciò che Paolo VI disse, quando parlò alla Commissione etica delle N.U., per correggere la posizione dell’antico motto latino accettato anche dalla Chiesa ,”Si vis pacem, para bellum”, in “Si vis pacem, para pacem”, con il quale discorso tolse qualsiasi appoggio agli armamenti che servono a preparare le guerre preventive dette di difesa; e secondariamente quando nella “Octogesima adveniens” disse che la Chiesa non ha nessuna dottrina sociale, essendo solo esperta in umanità.

Papa Francesco parlò alle N.U. all’assemblea generale come capo di Stato e poi davanti alla camera Usa in modo imbarazzante, facendo di fatto parte della campagna delle primarie, cioè della campagna elettorale e appoggiando i medici antiabortisti Usa, che sono violentissimi.

Nel Giubileo della misericordia non vi è misericordia per le donne che abortiscono, ne’ riconoscimento del minimo sindacale alle suore che lavorano nei grandi antichi palazzi di proprietà del Vaticano, adibiti ad alberghi e pensioni per i ricchi turisti: se quelle suore hanno fatto voto di povertà spetta comunque a loro decidere come vogliono usare il salario che comunque loro spetta.

Ma si può fare una causa sindacale nei confronti di un sovrano assoluto? (quale un papa certamente è). Invece un cardinale può intervenire nella disciplina di voto dei parlamentari italiani? Il pasticcio mi pare grande. La posizione veramente laica mi pare quella di Paolo VI, la quale non comporta affatto di ridurre la fede o la religione a fatti privati, ma distingue tra diritto delle istituzioni e libertà di dire fare parlare in una società democratica e laica come quella che la Costituzione prevede, escluso l’art. 7.

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Commenti:

Raffaello Morelli:
Apprezzo Lidia Menapace che non intende né sottoscrivere né diffondere l’appello dei cattolici del NO perché, pur condividendone la conclusione, non ne condivide la motivazione. L’apprezzo nello specifico e pure in una prospettiva ancor più vasta. Nello specifico perché l’appello dei cattolici del NO si fonda sul richiamo al riconoscimento della divisione dei poteri secondo loro proclamato da Francesco all’ONU mentre la Menapace obietta che all’ONU Francesco ha espresso la propensione al neotemporalismo. Il che è fondato nel senso che l’attuale pontificato intende mutare i criteri di gestione della Chiesa ma ne conferma pienamente e di continuo la dottrina, la quale, in quanto evangelica e profetica, è neotemporalista per struttura. E dunque, specie parlando di Costituzione, i laici non possono riferirsi all’ingerenza religiosa. Ma apprezzo lo scritto della Menapace anche in una prospettiva più vasta. Fa intendere che il NO al referendum confermativo della riforma renziana è legittimo provenga da esigenze diverse ma che il mondo laico non deve confondere le proprie con altre contrapposte nel profondo. Perché per i laici la Costituzione deve svilupparsi nel solco della neutralità istituzionale rispetto al credo dei cittadini per irrobustirne i rapporti di libertà (e non le utopie del mondialismo pacifista) e perciò il nocciolo della valutazione referendaria devono essere solo i rapporti di libertà che si andrebbero a configurare con il nuovo testo. Ora, sia l’appello dei cattolici del NO che di altri comitati per il NO, sono assai sfuggenti su questo punto essenziale e tendono ad introdurre l’argomento della necessità di difendere la Costituzione più bella del mondo accompagnato dalla indicazione abbastanza esplicita di indirizzi ideologici che lo consiglierebbero, non imperniati sulla libertà. Dovrebbe bastare già questo per fare scegliere ai laici un cammino distinto in modo percepibile. Però, nell’ottica elettorale referendaria, è ancor più rilevante evitare di dare l’impressione che la scelta di votare NO sia in sostanza il frutto di una volontà passatista di conservare ad ogni costo la Costituzione vigente. Non solo ciò contrasta con l’esigenza dei laici in generale di cambiare le regole costituzionali quando è necessario per accrescere la libertà civile. Addirittura, in questo caso, far apparire il NO come una nostalgia immobilista diverrebbe il più grande regalo alla smania renziana di apparire un fulgente innovatore. Gli si consentirebbe di attirare i cittadini favorevoli in linea di principio alle innovazioni di libertà, ingannandoli sull’aspetto decisivo. E cioè che l’attuale riforma costituzionale del duo Renzi Boschi è stata prodotta da aule con una grossa percentuale di parlamentare eletti con una legge dichiarata incostituzionale (il che viola parecchio la sovranità del cittadino) e configura una democrazia accentrata, cesarista e claudicante quanto a funzionalità dei nuovi meccanismi introdotti. Per tutte queste ragioni, è auspicabile che i laici sappiano impegnarsi per il NO diffondendo al massimo le ragioni della scelta che attengono solo al merito di un giudizio fortemente negativo sulle proposte di riforma che restringerebbero la libera sovranità del cittadino.

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Lidia Menapace:
Ringrazio per l’interesse mostrato a cose che ho detto. Continuo a pensare che la nostra repubblica non sia uno stato laico finchè c’é l’art.7, anche se posso tacere durante questa fase per non peggiorare la situazione, ma appena posso senza far danni, ricordo appunto il citato articolo, davvero funesto, grazie lidia

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Raffaello Morelli:
Che la nostra repubblica sia uno stato laico, lo sostengono solo gli avversari della laicità. Ma di questo non esser laica, l’art.7 è solo la più evidente espressione, la causa ha le radici nella cultura e nei comportamenti che privilegiano ll conformismo comunitario di potere rispetto alla libera sovranità dei cittadini. Senza dubbio l’obiettivo è arrivare a togliere l’art. 7 dalla Costituzione ma per riuscirci occorre prima curare la causa, facendo maturare tra i cittadini la consapevolezza sui veri nemici della convivenza aperta. Sono coloro che governano la cosa pubblica eludendo le regole scelte per le libere relazioni tra i cittadini e lanciando fuochi di artificio per illudere su una capacità progettuale e realizzativa che al governo non hanno. In tale prospettiva di medio periodo, la sfida odierna per i laici è prepararsi nei prossimi 7 mesi ad un forte impegno per il NO al referendum sulla riforma Renzi Boschi che vorrebbe una democrazia accentrata e cesarista, cioè l’opposto del far scegliere ai cittadini.

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G.B.:
Come siete complicati. Sarà che io non sono cattolico e quindi faccio fatica a seguire il ragionamento che viene fatto con tutto il rispetto. Una cosa sono da sempre d’accordo l’eliminazione dell’7 o almeno una sua modifica in senso laico. Se questo governo e questo parlamento avesse deciso di eliminare o modificare l’art. 7 sarebbe ugualmente considerato illegittimo? Cerco sempre invano di capire nel merito perché queste riforme approvate da questo parlamento limiterebbero le libertà dei cittadini,lo dico da non “renziano”, non da PD, ma da cittadino democratico e antifascista,credo, da tantissimo tempo, e in perfetta buonafede.

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Raffaello Morelli:
Le osservazioni di GB richiedono nell’ordine alcuni commenti. Il primo è per scusarmi che la necessità di sintesi mi abbia portato a frasi complicate. Il secondo è per esprimere lo stupore che un laico attribuisca ai cattolici la prerogativa di seguire sempre i ragionamenti. Il terzo è sulla questione del come uscire dall’art. 7 . Innanzitutto con sistemi procedurali coerenti con l’obiettivo di una maggior sovranità del cittadino, anche se richiedono tempo e lavoro (e quindi i passaggi che ho indicato prima). Quanto al chiedersi se sarebbe stato opportuno ricredersi sulla illegittimità di una decisione parlamentare positiva in merito all’art. 7, intanto è un sofisma dialettico prico di concretezza, ed inoltre , puntando sulla sovranità del cittadino, è assurdo supporre di ottenerla violandola nel profondo (equivarrebbe a drogarsi con l’utopia della rivoluzione delle avanguardie che storicamente è sempre fallita e che comunque sarebbe anacronistica nel 2016). Il quarto commento sul perché le riforme costituzionali proposte da Renzi siano assai negative e accentratrici, per non dilungarmi qui mi permetto di richiamare un mio recente scritto riportato anche sulla mia biblioteca on line ( http://www.losguardolungo.it/biblioteca/2016/02/22/il-al-referendum-il-al-cesarismo/).http://www.italialaica.it/utils/gen-captcha?i=Z8Xcso4ErXQ9dRiW%2BB5oFLLlIaBqgHmrCiU4qkzGfrOvCFfmxcCW2Omi7%2FPIbnVfeO3BZrCvVMEtGf0D0pjofg%3D%3D

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Tiziana :
So che sarò mal considerata per questo, ma del referendum sulla cost mi interessa pochissimo. Mi pare di capire che qualcuno per contendere le riforme si appella al papa e questo sembra troppo anche a me. Quanto al resto mi uniformò a quanto scritto da galilei Parlare oscuramente lo sa fare ognuno, chiaro pochissimi.