Riflessioni sulle letture del 18 dicembre 2016 di CdbSanPaolo

Gruppo Biblico della Comunità cristiana di base di S. Paolo – Roma.

Riflessioni sulle letture del  18 dicembre 2016

Nel libro “Oltre le religioni” (Gabrielli ed. 2016) John Shelby Spong, Maria Lopez Vigil, Roger Laenaers e Josè Maria Vigil sintetizzano efficacemente il dibattito in corso da decenni nella nostra Comunità e in alcuni ambienti cattolici progressisti sul superamento del vecchio paradigma religioso di un dio che “dal di fuori” interviene nel mondo per punire e premiare, salvare e condannare; di un Male che sarebbe entrato nel mondo a causa del “peccato originale” e di una Chiesa “sacerdotale” unica intermediaria per l’espiazione di questo male in nome di Gesù crocifisso.

Ci siamo chiesti se nelle letture di oggi, riportate  alla loro completezza e originalità contro le  manipolazioni ecclesiastiche, ci sia qualcosa che aiuti a delineare, come auspicato dal libro ora citato, un nuovo e convincente paradigma, cioè una rivisitazione dell’insegnamento di Gesù che non confligga con  le esigenze della ragione e con i risultati della ricerca scientifica, ma aiuti a indagare proficuamente il rapporto tra vita e fede.

Tale ricerca, che il Gruppo Biblico ha sempre portato avanti e alla quale ha dato e sta dando un contributo fondamentale la teologia femminista, non è, a nostro parere, un’astratta esercitazione accademica.

Infatti, al di là dell’auspicio, per ora alquanto utopico, che queste riflessioni facciano breccia nella massa dei credenti, noi continuiamo a chiamarci, e a tentare di vivere, come “cristiani”. Come tali non esitiamo, tra l’altro, ad assumere posizioni critiche verso la Chiesa quando ci sembra che non testimoni il Vangelo di Gesù E’ allora giusto chiederci a quale tipo di cristianesimo apparteniamo, almeno come tendenza e nel rispetto della storia e della sensibilità delle singole persone.

Applicando questa visione critica alle scritture di oggi si può individuare nella cosiddetta “incarnazione” di Dio in Gesù, al di là della solita lettura mitica o devozionale,  la intuizione di una via che porta a superare la dicotomia tra dimensione divina (celeste) e umana (terrestre). Questa intuizione, emersa prestissimo nella comunità cristiana, è fondata su molti  passi dell’insegnamento di Gesù, ma soprattutto sulle sue parole in Lc 17,21 “il regno di Dio è (tra) dentro di voi” e sulla sua prassi che anticipa, indipendentemente dalle strutture religiose, la completa realizzazione di questo regno (le beatitudini) invitando ciascuno di noi a fare altrettanto. Il Regno, infatti, come dice il Vangelo di Tommaso, non recepito nel canone ma scritto, secondo molti studiosi, all’inizio del II secolo come quello di Giovanni è “dentro e fuori di noi” (n. 3).

Certo, Gesù, e tanto più gli evangelisti, si muovevano in un contesto assai diverso dal nostro e del quale in parte erano tributari, ma la sua intuizione di fondo era ed è grandemente innovativa sotto molti aspetti, tanto è vero che è stata presto travisata e strumentalizzata dalla nascente Chiesa istituzionale, che ha tra l’altro soffocato il suo valore universale (un “regno di Dio dentro di noi” non può evidentemente riferirsi solo ad alcuni individui, ad un solo popolo o a una sola fede). Questo errore di prospettiva continua tutt’oggi come può vedersi dalle varie “manipolazioni” che le scritture ancora subiscono per difendere dogmi o visioni ecclesiocentriche e che abbiamo cercato di evidenziare nella nostra trascrizione.

Le letture di oggi “restaurate”.

Le parole in corsivo rappresentano una traduzione corretta (in base ai testi di G. Barbaglio e B. Corsani) rispetto al testo dei foglietti (ufficiale C.E.I.). Il versetto 25 del cap. I di Mt è addirittura censurato nel foglietto ed è stato ripristinato, anch’esso nella versione C.E.I

I lettura

Dal libro del profeta Isaia (7, 10-14)

In quei giorni il Signore parlò ad Acaz: “Chiedi per te un segno del Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto.”  Ma Acaz rispose: “Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore”.  Allora Isaia  disse: “Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine (giovane donna) concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”.

II lettura

Dalla lettera dell’apostolo Paolo ai romani (1, 1-7)

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità, in virtù della resurrezione dai morti (a partire dalla resurrezione dai morti) Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo – a tutti quelli che sono in Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!

III lettura

Dal Vangelo secondo Matteo (1, 18-24 + 25).    A. : Gloria a te, Signore

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente , pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse:  “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù; egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.

Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine (giovane donna) concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di “Emmanuele”, che significa “Dio con noi”.

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa e non ebbe rapporti matrimoniali con lei finché nacque il bambino che chiamò Gesù.

[N.B.: La “vulgata”, traduzione dal testo originale greco in latino di S. Gerolamo, resa obbligatoria e unica  ammessa dal concilio di Trento, dopo la parola “bambino” aggiunge “primogenito”, che non c’è nel testo greco].

Per queste letture                                                          A. Lode a te o Cristo

Canti: Inizio: Alleluja, Cristo è venuto, pag 1; Colletta: Com’è bello, pag. 12; Comunione: Ecco, busso, pag. 17
Canone: n. 49