I polli di Renzo di B.Manni

Beppe Manni
(CdB Villaggio Artigiano – Modena)

Manzoni racconta che quando Renzo andò dal dottor Azzeccagarbugli per farsi aiutare nel suo matrimonio ostacolato da don Rodrigo, aveva portato con sé come pagamento, quattro polli legati per i piedi. Ora questi sfortunati animali destinati tutti e quattro alla pentola, starnazzavano e si beccavano tra di loro inconsapevoli del destino comune che li aspettava. Il riferimento casualmente assonante con il nome dell’ex presidente del consiglio, è una buona metafora di quello che stanno facendo i nostri politici che pensano spesso al loro piccolo collo senza guardare al bene comune.

Il buon Renzi osannato, vezzeggiato, osteggiato, odiato.  Onnipresente. In modo ossessivo. In TV e sui giornali. Riferimento per tutte le questioni nel bene e nel male. Poi inopinatamente cade, si ritira per sua volontà, dichiarandosi sconfitto. Per n mese e mezzo è stato dimenticato, non esisteva più. L’hanno intravisto a fare la spesa. I radar della politica e dei giornalisti non lo intercettavano più come l’aereo sulle filippine scomparso dallo schermo. Damnatio memoriae, eliminazione del ricordo, si chiamava ai tempi antichi: quando un imperatore o un tiranno cadeva in disgrazia. Non se ne doveva parlare più, si abbattevano i monumenti e si cancellavano i loro nomi dalle lapidi e si riscrivevano i libri di storia.

Anche i suoi più fidati polli scelti da lui, che lo hanno appoggiato e possiamo dire anche onorevolmente servito lui e il paese, non si attentano a citarlo: non una parola di riconoscimento sulle nuove aperture di Pompei, non sulla Reggia di Caserta, sulla Napoli Salerno, sui bonus, posti di lavoro, scuola ecc. Tutti i ministri e quasi tutti i suoi compagni di partito, oggi tacciono o ne parlano timidamente, sottovoce.  Insieme a tutti il pollame di politici italiani: galli, galletti e pulcini che continuamente si beccuzzavano tra di loro per una gallina o per un grano di formentone.

I dieci polli, salvo rare eccezioni, alle elezioni del quattro dicembre si sono divisi (salvo eccezioni di liberi pensatori) secondo le previste alleanze politiche. I sei anti-renziani  pensano di avere salvato la costituzione e la democrazia in Italia, ma ora che non c’è più il gallo, non sanno con chi prendersela e rimangono disorientati. Non sembra che ci siano progetti alternativi alle riforme prospettate. Gli altri quattro filo-renziani sembra che abbiano dimenticato l’impegno politico di cancellare la seconda camera, le province, di alleggerire la burocrazia nel paese ecc. Pensano ormai ad altro. Maiora premunt. Tutti e dieci sanno che dopo nuove elezioni potrebbero seguire l’infausta fine del presidente del consiglio per evitare la quale ora sembra che il problema vitale dello stato sia la legge elettorale.

Forse l’ex premier doveva comunque continuare la sua opera politica. Per vedere che cosa succedeva ai i “polli di Renzo” scampati alla pentola in attesa comunque della mano crudele della rezdora che presto o tardi tirerà loro il collo. E finalmente faranno un brodo squisito.