Commento introduttivo alle letture di domenica 29/1/2017 – Gruppo Roma Sud-Est, CdB di San Paolo

Gruppo Roma sud/est IV domenica T.O./A

La riflessione del gruppo si è indirizzata principalmente sul brano del vangelo di Matteo e per capirlo meglio e ci siamo fatti aiutare dalle riflessioni di Giuseppe Barbaglio.
Si ritiene che alcune delle beatitudini possano essere attribuite proprio a Gesù: “beati i poveri, beati gli affamati, beati gli afflitti”.

Inoltre nel brano letto oggi di Matteo ci sono differenze con quello tutto riferito al presente di Luca, in particolare perché è diverso l’uditorio a cui quest’ultimo si rivolge e usa espressioni più spirituali ed etiche: “beati i poveri in spirito”.

E’ comunque possibile affermare, suggerisce Barbaglio, che la prospettiva di Gesù non fosse riguardo una ricompensa futura, ma al contrario il regno di Dio va concretizzato nel presente e quindi i beneficiari delle beatitudini dovevano essere sicuramente tutti e tutte coloro che erano in stato di povertà reale e non spirituale (affamati e afflitti). Quelli che oggi potremo definire esclusi, marginali, fragili.

Interessante sottolineare il passaggio di Barbaglio in cui sottolinea come Gesù fosse pienamente inserito nella sua cultura per cui l’immagine regale è da riferirsi all’idea che il popolo ebraico aveva del potere che doveva agire in nome degli oppressi e dei maltrattati e che avrebbe aiutato il suo popolo a liberarsi dalla violenza degli oppressori: “Gesù vive tale immagine di Dio dentro di sé e la manifesta con chiarezza nella prima beatitudine”.

Durante la nostra riflessione siamo stati tutti d’accordo nel credere che fra noi qui presenti il concetto di regno di Dio che Gesù aveva, è ora, in questo presente e in questo contesto, come dire, acquisito.

Il problema lo abbiamo avuto quando abbiamo cercato di cercare nel nostro presente, nella nostra storia attuale, i beneficiari di queste beatitudini, per cui abbiamo pensato di sottolineare azioni, pensieri e situazioni di persone che crediamo abbiano con la loro vita reso testimonianza del regno di Dio fra noi.

Partendo da queste riflessioni di Barbaglio nel gruppo si è approfondito il tema.

Matteo- rivolgendosi ai Giudei – rilegge le beatitudini riprendendo la metafora della salita al monte di Mosè: le beatitudini sono la nuova legge che sostituisce e amplia le tavole della legge.

Esse hanno un significato immediato, letterale, facilmente leggibile per il linguaggio e la cultura del tempo. Gesù fa rifermento al presente, è l’oggi che ci deve vedere pronti senza nessun rimando al domani: come ha detto in nostro Giovanni domenica scorsa il domani è spesso usato come un alibi per rimandare e non agire sull’oggi!

Affinché la parola non sia occasione di mero esercizio intellettuale o spiritualistico, lo sforzo che dobbiamo fare è far scendere questo vangelo nella nostra vita: domandarci come si sostanziano oggi anche in noi le beatitudini: riconoscere oggi chi sono i beati, i poveri. Questa tensione ci aiuterebbe a reagire e ad agire.

I poveri materiali sono al centro delle beatitudini: “erediteranno la terra a causa mia” è la chiave di lettura di questo brano perché sono i poveri che lo seguono e lo seguiranno, sono i poveri al centro dell’interesse di Gesù e di quelli che sono alla sua sequela.

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MIMMO – Da L’Espresso del 6 ottobre 2015

Mamadu, un sorriso rotondo come il sole, a Claudia Tortello e Alberto Miglietti deve la sua seconda vita. «Non vi preoccupate, quando sarete vecchi sarò io a prendermi cura di voi: andremo in Mali a vivere in una villa gigantesca». Intanto però è questa famiglia di Biella, lui artigiano e lei contabile, che nel 2011 ha deciso di aprire le porte di casa a un profugo africano, regalandogli il futuro.

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli

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CARLA –
Aldo Antonelli

Nel buio della mia camera ho aperto gli occhi sul mondo chiedendomi che significato potessero avere quelle dichiarazioni programmatiche di Gesù…
Popoli interi impoveriti all’osso e costretti a vivere da schiavi nelle loro terre. Masse di uomini e donne costretti ad una forzata emigrazione per via delle guerre, delle epidemie e dell’assenza di ogni prospettiva per il domani. Bambini soldato sottratti alla loro infanzia e bambine violentate. Pianto e stridor di denti in ogni angolo della terra. E, di contro, vecchi fili spinati e nuove mura ciclopiche…. 
E il refrain del “Beati coloro che piangono”!
Ed io a chiedermi perché mai dovrebbero gioire coloro che piangono…..

Poi una luce mi si accende: quei verbi al futuro che seguono il “beati”: erediteranno, troveranno, saranno, vedranno…
Sono futuri che non promettono “befane” di consolazione, ma aprono orizzonti di azione.

Beati coloro che operano perché i poveri possiedano, gli afflitti siano consolati, la terra sia in mano ai miti….

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NIVES –
Cristina Mattiello

Ieri ero al campo, da una delle famiglie cui sono più vicina. E’ arrivata una telefonata: un avvocato che diceva loro che P., 21 anni, era diventato … apolide. Si sono abbracciati, felici. Qualcuno quasi piangeva per la commozione. A me invece veniva da piangere dalla rabbia: P. è nato in uno dei nostri ospedali, è stato a scuola, non si è MAI mosso da Roma e fino e ieri era un fantasma per la burocrazia. Costretto a supplicare (ci sono voluti quasi tre anni) di essere riconosciuto apolide. Una vergogna e un orrore la nostra legge sulla cittadinanza.

Beati coloro che si indignano di fronte alle ingiustizie

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DEA –
Dal discorso di Martin Luther King del 1963

I have a dream that one day on the red hills of Georgia the sons of former slaves and the sons of former slave owners will be able to sit down together at the table of brotherhood.

I have a dream that one day little black boys and black girls will be able to join hands with little white boys and white girls as sisters and brothers.

Da “Imagine” di John Lennon
Imagine all the people
Living life in peace.
You may say I’m a dreamer     
But I’m not the only one …

Beati coloro che sognano un mondo migliore

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ARTURO –
Dalla “Canzone delle osterie di fuori porta” di Francesco Guccini

E forse ridono di me, ma in fondo ho la coscienza pura …

ride chi ha nel cuore l’odio e nella mente la paura.

Mahatma Gandhi

Serenità è quando ciò che dici, ciò che pensi, ciò che fai, sono in perfetta armonia.

Beati i puri di cuore

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MARIELLA –
Dal diario di Etty Hillesum

Quel che conta in definitiva è come si porta, sopporta, e risolve il dolore, e se si riesce a mantenere intatto un pezzetto della propria anima.

Harvey Milk, il primo politico statunitense dichiaratamente omosessuale

Ogni gay deve fare outing, per quanto difficile possa essere devi dirlo ai tuoi genitori, lo devi dire alla tua famiglia, lo devi dire ai tuoi amici, se veramente sono tuoi amici, lo devi dire alle persone con cui lavori, lo devi dire alle persone del negozio dove vai a fare la spesa. Una volta che loro realizzeranno che noi siamo effettivamente i loro figli, che siamo effettivamente ovunque, ogni mito, ogni bugia, ogni insinuazione verranno distrutte una volta per tutte.

Mahatma Gandhi

Scopri chi sei e non avere paura di esserlo.

Beati coloro che trovano il coraggio di guardarsi dentro ed essere sé stessi

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ANTONELLA
– Hannah Arendt

Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto oppure il comunista convinto, ma le persone per le quali non c’è più differenza tra realtà e finzione, tra il vero e il falso.

Mahatma Gandhi

Non conosco peccato più grande di quello di opprimere gli innocenti in nome di Dio.

Beati coloro che smascherano le falsità

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STEFANO –
Da una lettera di Massimo Baraglia

«ho conosciuto Edoarda nelle domeniche della mia infanzia, quando leggevate le sue lettere dal Nicaragua. Già adolescente ho incrociato la sua grinta di persona, non aveva paura di rompere stereotipi e andare controcorrente.

Quando gli amici non capivano perché avessi lasciato la mia vita sicura in Italia, Edoarda rispondeva alle mie email brasiliane “…so quanto sono difficili alcuni momenti della tue giornate e anche che ogni mattina alzandoti ritrovi le forze (indebolite la sera prima) e l’entusiasmo per continuare con allegria. …il tempo e lo spazio che stai vivendo hanno una dimensione tutta diversa da quella di qui. Vivila tutta. La stanchezza e le delusioni le dimenticherai presto.”

Negli anni seguenti ci siamo scritti numerose lettere, in molte, forse in tutte, lei inseriva con entusiasmo la parola Nicaragua. Con questa parola l’ho conosciuta nella mia infanzia e così la ricordo oggi, una missionaria che ha collegato il paese dove sono nato con un mondo Altro, più grande e complesso, dandomi coraggio a fare nuovi passi.»

Da “Memorie di un intruso” di Bruno Amoroso

Quale futuro ci attende, non lo sappiamo. Sappiamo però che il futuro di certo non riguarda i 6 miliardi di persone rapinate non solo dei loro beni, ma delle loro vite.

Spetta a noi fissare la vera storia, perché i crimini compiuti non passino impuniti e ci si disponga al sequestro delle rapine fatte ai danni dei cittadini.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.