Le belle donne dell’Est: infermiere e badanti di B.Manni

Beppe Manni
(CdB del Villaggio Artigiano – Modena)

Non si è ancora smorzato il profumo delle mimose, quando il salotto di Rai 1 si trasforma nel Bar Sport paesano dove si fa la lista delle donne più belle e più ‘bone’. “Le donne dell’est, diceva la conduttrice, sono migliori delle donne italiane perché sono più belle, più sottomesse e più disponibili”. Quindi sembrava suggerire il programma, il maschio italiano lasci il talamo coniugale e ‘gradisca’ il cibo prelibato straniero.

Noi tutti dovremmo piuttosto ricordare le belle figure delle donne dell’est che fanno le infermiere o le badanti. Consapevoli anche che altre ragazze sono vendute giovanissime ai bordi delle strade.

I modi di pensare proposti da Paola Perego sono duri a morire, se anche i politici nello scegliere le cosiddette quote rose, seguono il criterio berlusconiano di privilegiare donne carine, ben tettute, formose e in minigonna. Poi se sono anche intelligenti e politicamente oneste, è un sovrappiù che non guasta, almeno per le sinistre. Il pubblico le vuole bellone, aggressive, civettuole, ma non ragionanti e propositive.

Queste vengono relegate nei programmi culturali. Ammiro molto la brava giornalista di Rai-Storia Micaela Ponzani. E’ plurilaureata, bella, elegante, intelligente e ‘dolce’. Come Sveva Sagramola, Lilli Gruber, si impone per qualità che non sono quelle elencata nella trasmissione.

Lasciamo a Canale 5 nel reality di Alessia Mercuri l’Isola dei famosi, abitata da un lazzaretto di donne e uomini regrediti a livello infantile con gelosie, ripicche, giochetti da cortile parrocchiale. Relegati per finta in un’isola di falsi naufraghi che giocano seminudi a fare i Robinson Crosue e amoreggiano in uno squallido scenario avvilente non solo per le donne ma anche per i maschi di turno.

Cataplasmi da inferno dantesco che si esibiscono in puerili litigi alla ricerca di una resurrezione televisiva o di una rispettabilità perduta come quella di Nicole Minetti pagata per giunta 200 mila Euro. Che la trasmissione abbia ascolti record non depone a favore della bontà del prodotto ma della stupidità degli ascoltatori.

Non è certo restituire dignità alle donne l’invenzione di certi protagonismi femminili cinematografici. Una luciferina donna capo dell’FBI che comanda uno stuolo di maschi sottomessi; una comandante inferocita che uccide sparando e sgozzando. O un cadetto femmina con sguardo duro e il mitra in mano.

Ruoli ‘negativi’ che non servono certo a definire l’uguaglianza tra maschio e femmina. Nella realtà la donna sul lavoro deve fare doppia fatica per farsi valere. Viene pagata meno del maschio.

Anche nella chiesa dove a parole si parla di dignità femminile, la donna non ha ruoli e diritti riconosciuti. Come in ogni rivoluzione dovranno essere le donne a prendere in mano come stanno già facendo, la loro redenzione.