Vivere nel secolo scorso di G.Codrignani

Giancarla Codrignani

L’anno prossimo i Millennials compiranno 18 anni e saranno maggiorenni. Per ora, in quanto cittadini elettori, siamo tutti nati “nel secolo scorso”. Facciamo attenzione. perché Papa Francesco ha ricordato agli aderenti dell’Azione Cattolica che celebravano i 150 anni di vita, che pensare ad un partito dei cattolici significa “vivere nel secolo scorso”.

Una constatazione da generalizzare, se è vero che abbiamo vissuto un’epoca di grandi trasformazioni, senza accorgerci delle conseguenze che ne derivavano, finché non ce le siamo trovate davanti a darci sconcerto.

I figli/nipoti che non hanno lavoro, gli algoritmi che governano le banche (e speriamo mai i ministeri della difesa), gli smartphone sempre accesi anche quando si va in bagno, la casa di proprietà ritenuta un diritto come se il mutuo non fosse un debito e la stessa cosa non l’abbiano fatta i governi, da quando tenevano alti (c’era la lira) i tassi di interesse del vari Bot e Cct pagati con i proventi della seconda emissione.

L’eutanasia di Alitalia è il paradigma del secolo democristiano: costruire “carrozzoni”, avviarli con politiche clientelari e nomine lottizzate a marchio Dc/Psi, gestire, p.es., la compagnia di bandiera in perdita lasciando vincere le Low cost o perdendo la fusione con Air France e scommettendo sulla “compagnia tricolore” di Berlusconi.Oggi si è arrivati al capolinea perché il personale, nato nel secolo scorso, non ricorda la storia di cui aveva corporativamente beneficiato. Peccato che – nati anche loro nel secolo scorso e incapaci di studiare qualche proposta per arrivare al futuro – ci siano andati di mezzo i sindacati.

Assolutamente tempestivo, dunque, l’intervento di Francesco, in un’Italia in cui la Chiesa cattolica ha sempre fatto politica. Male. Preoccupata degli interessi materiali e della propria sicurezza: il secolo scorso comprende il Concordato e l’invenzione vaticana della Democrazia Cristiana.

Per fortuna il Novecento comprende anche Roncalli e il Concilio Vaticano II, così come le CdB, la scelta socialista delle Acli, le riviste Testimonianze, Settegiorni, Idoc, COM (poi Com-Nuovitempi, oggi Confronti), Il Gallo, Il Tetto….

Ci chiamavano “il dissenso”, come se dovesse esserci un consenso all’ideologia cattolica. Purtroppo ci pensano ancora ancora cardinali del Concilio di Trento come  Bertone e Ruini, il quale non esitò a ricevere Berlusconi divorziato. Restano i vecchi tatticismi e Avvenire tasta il terreno di M6S, mentre una nuova vecchia Vandea è ancora disposta a contestare il Papa del terzo millennio.

Chi intende fare politica deve assolutamente uscire dal “secolo scorso”, per aiutare a ridare senso e bellezza alla politica e per salvare la democrazia in Europa. I cattolici sono cittadini come tutti, debbono essere laici, pagare le tasse e contribuire a cercare buone mediazioni a beneficio della comunità, senza rivendicazioni né nazionalistiche (ed escludenti), né clericali.

Anche in mezzo a noi c’è sicuramente qualcuno che pensa che i cattolici hanno “una marcia in più.” Bisogna vedere se è vero o se abbiamo anche noi conservato memoria dei principi non negoziabili di Benedetto XVI e di “esigenze di giustizia” radicali, come sono state praticate, appunto,  “nel secolo scorso”.