Martini, il cristianesimo che si fa «ecumene» di F.Gentiloni

Oggi abbiamo salutato Filippo Gentiloni. Mi piace ripubblicare qui uno dei suoi ultimi articoli, scritto su Confronti in occasione della morte del cardinal Martini, perché secondo me – parlando di Martini – in realtà dice molto di lui stesso.

Mara Gasbarrone
www.confronti.net
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Martini, il cristianesimo che si fa «ecumene»

Filippo Gentiloni
Confronti, 4 settembre 2012

Il cristianesimo del cardinal Martini si confrontava con tutto. E, confrontandosi, inevitabilmente si modificava. Quel cristianesimo era lo stesso del Vaticano, del papa, del cardinale Ruini? Sì e no: la risposta non può che essere incerta, ambigua, articolata.

La morte del cardinale Carlo Maria Martini ha suscitato un coro incredibile di commozione e di cordoglio: al di là di tutte le possibili partecipazioni, in tutti gli ambienti, anche i più laici, in tutta la possibile stampa. Si può dire che si è commosso l’intero Paese. Ci chiediamo come mai questa partecipazione e che cosa questa partecipazione ci dica sulla situazione del cristianesimo nel nostro Paese, al di là delle dichiarazioni ufficiali e sempre ripetute.

La prima osservazione è evidente: rivela una presenza del cristianesimo veramente forte, anche oltre i dati ufficiali; una presenza che potremmo dire anche «laica», non soltanto, quindi, ristretta ai suoi luoghi sacri e alle sue voci strettamente religiose.

Non è un caso se il cardinale Martini scriveva regolarmente non sull’«Osservatore», ma sul «Corriere della sera» e lì rispondeva a chi gli chiedeva pareri sul mondo religioso. Un mondo che si allargava e, per così dire, si «contaminava». Cambiando limiti e aspetti. Ritrovandosi all’interno di nuovi confini.

E così incontrando altri mondi.

Un cristianesimo che si confrontava con tutto, una vera «ecumene». E, confrontandosi, inevitabilmente si modificava. Il cristianesimo del cardinale Martini era lo stesso del Vaticano, del papa, del cardinale Ruini? Sì e no: la risposta non può che essere incerta, ambigua, articolata. Sì, se si pensa alle verità dogmatiche e anche al catechismo. Ma non era lo stesso se si considera l’impostazione, il «tono», lo stile di vita, tutto il mondo delle sfumature che, pure, intaccano la sostanza.

È qui, a questo livello, che si gioca l’impostazione religiosa, il «tono» della vita, dalla mattina alla sera. Quella «ricchezza» di un rapporto che le parole di un «religioso» come Martini rivelano e che, invece, i documenti ufficiali nascondono. Incertezze, punti interrogativi, rinvii, domande anche senza risposte immediate. Speranze. Per queste soprattutto lo ringraziamo.