Ricordando Giovanni Franzoni a tre anni dalla scomparsa di G.Sini

Giuseppe Sini * 

Tre anni fa, il 13 luglio 2017, ci lasciava Giovanni Franzoni, uno dei grandi maestri della cultura della pace, della solidarieta’ e della condivisione del bene e dei beni, della teoria e della pratica della nonviolenza.

Manca oggi la sua voce e il suo braccio a tutte le persone di volonta’ buona che proseguono nell’impegno che fu anche suo per il diritto e la liberazione dei popoli, per la cessazione di tutte le guerre, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la protezione e la cura dell’intero mondo vivente minacciato di distruzione dai folli e scellerati poteri dominanti, dal modello di sviluppo annichilista imposto dal regime dell’avidita’ e della negazione dell’altro.

Manca la sua voce e il suo braccio alle azioni nonviolente oggi ancor piu’ necessarie per fermare l’orrore della violenza onnicida.

Ma resta il suo lascito, il suo esempio, la sua riflessione e la sua testimonianza. Resta la sua viva presenza di persona buona e generosa nella memoria di ogni persona che lo ha conosciuto; resta nella cultura e nella storia della nonviolenza in cammino l’opera sua.

Anche nel ricordo di Giovani Franzoni riproponiamo quattro cose da fare subito contro il razzismo, la schiavitu’, l’apartheid:

1. far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro;

2. abolire la schiavitu’ in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio “una persona, un voto”; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e’ privato di fondamentali diritti non e’ piu’ una democrazia;

3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita’ costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;

4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine alla conoscenza e all’uso delle risorse della nonviolenza: poiche’ compito delle forze dell’ordine e’ proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e’ la piu’ importante risorsa di cui hanno bisogno.

Chiediamo ad ogni persona di volonta’ buona, ad ogni associazione ed istituzione democratica di premere nonviolentemente affinche’ finalmente almeno nel nostro paese siano riconosciuti tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

Chiediamo ad ogni persona di volonta’ buona, ad ogni associazione ed istituzione democratica di insorgere nonviolentemente in difesa della legalita’ che salva le vite; in difesa della democrazia che ogni essere umano riconosce e rispetta e conforta e sostiene.

In difesa della Costituzione antifascista che nessun essere umano abbandona tra gli artigli della violenza, dell’ingiustizia, della sofferenza e della morte; in difesa di ogni essere umano e dell’umanita’ tutta.

Tutte e tutti siamo esseri umani in cammino. Tutte e tutti abbiamo bisogno di aiuto. Tutte e tutti siamo esposti al male e alla morte. Tutte e tutti possiamo e dobbiamo recarci reciproco aiuto.

Sconfiggere il male facendo il bene.
Abolire la violenza con la forza della nonviolenza.
Salvare le vite e’ il primo dovere.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Sii tu l’umanita’ come dovrebbe essere.

Nel ricordo di Giovanni Franzoni opponiamoci oggi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Nel ricordo di Giovanni Franzoni difendiamo oggi i diritti umani di tutti gli esseri umani, difendiamo l’intero mondo vivente casa comune dell’umanita’ intera.

Nel ricordo di Giovanni Franzoni la nonviolenza e’ in cammino. Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’ dalla catastrofe.
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* “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo

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Allegato: Per Giovanni Franzoni (14 luglio 2017)

Nel volgere di pochi giorni cosi’ tanti maestri e compagni ci hanno lasciato.

Ieri e’ morto anche Giovanni Franzoni, che non solo per me ma credo per l’intera mia generazione di militanti del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell’umanita’, di amiche e amici della nonviolenza nel suo concreto darsi, e’ stato uno dei maestri maggiori ed esemplare un compagno di lotte, che sempre sapeva infondere lucidita’ e coraggio anche nelle prove piu’ ardue, anche di fronte a un tale oceano di dolore e ferocia che spiriti meno ardenti, intelligenze meno ardite, cuori meno traboccanti di amore del suo ne sarebbero stati sopraffatti, pietrificati, annichiliti.

Ma Giovanni Franzoni era forte di una fiducia immensa in quell’amico che si diceva figlio dell’uomo, e sapeva che e’ compito di ogni persona cooperare al bene comune, contrastare ogni concrezione di male, ogni concrezione di violenza smascherando, ogni nebbia di menzogna dissipando col soffio vivo dell’umano sentire e pensare e operare in un continuum creaturale e salvifico, in un processo aurorale e ascendente, che amici assai cari fermamente ritengono essere il disegno e il piano del mondo (e questo sentire forse meglio di ogni altro hanno saputo illustrare – ciascuno a suo modo – Teilhard de Chardin ed Ernst Bloch), che e’ certo un modo per dire il compito storico dell’umanita’ in questa vicenda comune che e’ insieme l’individua esistenza ed integra la civilta’, limite e coscienza del limite, conflitto e inveramento, eredita’ e travaglio della nascita, l’attingimento del punto di vista della totalita’ sociale nella lotta contro ogni oppressione (alla scuola di Rosa Luxemburg, Virginia Woolf, Hannah Arendt – ed oggi di Martha C. Nussbaum, Eve Ensler, Vandana Shiva) e l’infinito letto nel volto sofferente dell’altro di Emmanuel Levinas.

Assiduamente leggendo lungo decenni non solo i suoi libri ma anche quelle imprese pubblicistiche e psicagogiche preziose che sono state e restano “Com – nuovi tempi” prima e “Confronti” poi, il magistero di Giovanni Franzoni ha illuminato anche il mio sentire e comprendere, interpretare ed agire; come quelli di tante e tanti, sovente anticipando questioni e ragionamenti successivamente rivelatisi ineludibili.

La sua incandescente lettura del testo biblico e la sua appassionata risposta ai segni dei tempi erano un unico movimento di pensiero, un unico rivolgimento amoroso, un medesimo invito ai compiti dell’ora, un ascolto e un appello alla lotta generosi e persuasivi sempre.

Come Ernesto Balducci, come Giulio Girardi, come tanti altri maestri e compagni ed amici, Giovanni Franzoni ci lascia una pluralita’ di doni e un legato non lieve: non sara’ facile senza il conforto della sua parola continuare nella lotta comune, ma questa lotta – che le innumerevoli iniziative resistenti e solidali in cui era impegnato ricompone a unita’ – dobbiamo continuarla.

Anche nel suo ricordo, anche recando nella memoria il suo volto e le sue parole. Quanti di noi sono credenti nella speranza annunciata; e quanti di noi – come chi scrive queste righe – nulla vedono o presagiscono oltre l’orizzonte immanente del mondo naturale, storico-sociale, mentale e culturale, e pensano che tutto necessariamente finira’: ma finche’ vi sara’ umanita’ nel mondo, e tu lotta affinche’ ad ogni persona sia riconosciuta pienezza di dignita’, eguaglianza di diritti, infinito valore; sia riconosciuto il diritto alla vita, alla giustizia, alla liberta’, alla solidarieta’ e alla condivisione; e tu lotta in difesa dell’umanita’ e del mondo vivente di cui l’umanita’ stessa e’ parte.

Condividi il pane, opponiti alla violenza, salva le vite.

Ho in casa, suo dono di tanti anni fa, una delle gru di Sadako fatte da sua moglie Yukiko: in questo momento mi sembra in procinto di spiccare il volo.