La chiesa del silenzio distribuisce i condom

di Giacomo Galeazzi
in “La Stampa” del 19 marzo 2009

E’ la nuova «Chiesa del silenzio». A dissentire dal no ufficiale al condom tra polemiche planetarie
da Benedetto XVI sono i cardinali che teorizzano la liceità morale dell’uso del preservativo davanti
al dilagare dell’Aids e le congregazioni missionarie che nell’Africa subsahariana (ma anche in
America latina e in tutto il terzo mondo) fronteggiano la catastrofe sanitaria con «mezzi vietati» dal
Magistero. Ma sono anche intere conferenze episcopali, come i vescovi del Camerun: ricevono
fondi dal governo guidato dal cattolico Biya per il piano statale contro l’epidemia di Hiv che
include la distribuzione di preservativi. Da tempo, dinanzi al flagello dell’Aids, le missioni
cattoliche nell’Africa nera hanno rimosso la proibizione confessionale dei profilattici. «La Chiesa è
impegnata a sconfiggere le epidemie e ad alleviare il dolore ma rispettando la vita fino alla fine – ha
ricordato ieri il Papa incontrando i malati a Yaoundé -. L’Aids, la tubercolosi, la malaria sono
terribili flagelli cui anche la Chiesa deve fare fronte con la massima determinazione». Con chi
soffre, evidenzia il Pontefice, «la nostra presenza sostenuta dalla preghiera, un gesto di tenerezza e
di conforto, uno sguardo, un sorriso, possono fare più di tanti discorsi». Poi indica l’esempio da
seguire: «L’africano Simone di Cirene ha portato la croce di Gesù che ha redento tutti gli uomini
compresi i sui persecutori». Joseph Ratzinger ha affidato a «ricercatori e medici» il compito di
«mettere in opera tutto quello che è legittimo per alleviare il dolore». Spetta a in primo luogo a loro
«proteggere la vita umana, essere i difensori della vita dal suo concepimento fino alla sua fine
naturale». E aggiunge: «Per ogni uomo il rispetto della vita è un diritto e nello stesso tempo un
dovere, perché ogni vita è un dono di Dio».
Ma per tanti religiosi impegnati sul campo fermare la catastrofe giustifica una revisione o una
reinterpretazione della dottrina. In Kenya, Guinea, Angola, ma anche (sotto il profilo della
riflessione bioetica) nella Dichiarazione di Colonia, nelle aperture al condom nella Chiesa francese
e belga, nell’aperto contrasto con Roma di teologi come Küng, Haering, Schillebeeck, Werbs,
Greinacher. Richiamano il monito del cardinale Suenens al Concilio sul tema del controllo delle
nascite («Vi prego, fratelli, evitiamo un altro caso Galileo») e in Italia si appellano all’arcivescovo
di Milano, Dionigi Tettamanzi che per primo sulla questione del contagio nel matrimonio riconobbe
alla donna il diritto a «esigere il profilattico da parte del marito».
Numerosi teologi, vescovi e cardinali (tra i quali Martini, Cottier, Daneels, Cordes) ritengono
necessario il ricorso al condom e anche il ministro vaticano della Sanità, il cardinale Javier Lozano
Barragan, ammette il preservativo come difesa dall’aggressione dell’Aids. «Se qualcuno mi vuole
assalire con un bastone, devo tutelarmi ricorrendo a strumenti idonei. Così per difendermi dall’Aids
devo utilizzare i mezzi più appropriati- spiega -. Con il preservativo? Sì se è efficace per difendermi
dall’aggressione».
In silenzio e un po’ di nascosto, moltissimi missionari e religiosi che operano in Africa
distribuiscono preservativi. Pochi lo riconoscono apertamente come suor Maria Martinelli,
missionaria comboniana e l’irlandese suor Mary Owens (da 15 anni a Nairobi in Kenya): «Ci
rendiamo conto che il preservativo serve». Dal 2001 due congregazioni religiose distribuiscono
preservativi «come rimedio contro l’Aids»: i gesuiti in Congo e i Padri bianchi in Tanzania. Dal
2002 segue il loro esempio l’intera conferenza episcopale del Ciad. Nel 2005 il numero due della
Chiesa spagnola, il segretario generale dei vescovi Juan Antonio Martinez Camino sottoscrisse la
strategia anti-Aids nota come «Abc» («Abstinence, Be faithful, Condoms», cioè Astinenza e fedeltà
e preservativo). E laddove il problema è ormai una piaga biblica è la Chiesa locale a rimboccarsi le
maniche e ad adattare i precetti che giungono da Roma alla pratica pastorale. Il vescovo sudafricano
Kevin Dowling, nella sua diocesi di Rustenburg, promuove la distribuzione dei preservativi,
sostenuto dall’arcivescovo francescano di Durban, il cardinale Wilfrid Fox Napier. In Zambia i
gesuiti che fanno riferimento al loro confratello padre Michael J. Kelly sostengono le campagne
pro-condom. «Il Papa è concentrato sui problemi dell’Africa e sta dicendo cose molto importanti»,
rivendica il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. E il Pontefice chiede cure gratis per i
malati di Aids.