La Chiesa cattolica anomalia dell’Occidente

di Paolo Bonetti
da www.italialaica.it, 10 aprile 2010

Gli organi più autorevoli della stampa occidentale mettono giustamente sotto accusa le gerarchie della Chiesa cattolica per la dolorosa vicenda dei preti pedofili. Non c’è in atto nessuna persecuzione, come affermano sconsideratamente le autorità vaticane; molto semplicemente e limpidamente c’è la richiesta fatta a questa autorità, del tutto normale in una società democratica, di ammettere, senza contorcimenti mentali e capziose giustificazioni, le proprie gravissime responsabilità morali e penali nella copertura non solo di peccati, ma di veri e propri crimini.

Chi crede veramente nei valori della democrazia deve, di fronte a certi comportamenti, esigere le dimissioni dei colpevoli che non possono certamente cavarsela con semplici atti di penitenza morale. Ma, statene pur certi, a parte qualche vescovo di secondaria importanza, nessuno di coloro che stanno ai vertici della gerarchia cattolica si dimetterà, tanto meno il papa, ultimo monarca assoluto dell’Occidente.

Nelle nostre società è caduto ovunque il principio di autorità, nessun potere può ritenersi al di sopra della legge comune, nessuno può sottrarsi al giudizio dell’opinione pubblica; non è così, però, per la Chiesa cattolica, un caso anomalo, un corpo ormai estraneo alla cultura civile dell’Occidente, con la sua pretesa di incarnare una Verità superiore, che rifiuta di sottoporsi al giudizio dei cittadini, e con un’organizzazione che oppone pervicacemente le sue ragioni di società chiusa e autoritaria a quelle della società aperta che si incarnano nelle istituzioni della democrazia liberale.

Si sono udite e lette, in queste ultime settimane, parole deliranti su una presunta cristianofobia che dilagherebbe in Occidente, oppure su fantomatiche congiure internazionali organizzate non si sa bene da chi. Si è giunti perfino a paragonare, con una totale mancanza di pudore, le critiche ben motivate al comportamento della Chiesa con la persecuzione antiebraica, si è fatto di tutto, insomma, per cancellare o almeno confondere una verità che diventa ogni giorno più palese: chi doveva sorvegliare, intervenire, denunciare alle autorità civili odiosi soprusi ai danni di minorenni incapaci di difendersi, ha taciuto e ha perfino preso provvedimenti che aggravavano il male invece di estirparlo.

Forse le gerarchie cattoliche non si rendono ancora pienamente conto che la loro autorità morale è irrimediabilmente minata, che è ormai impossibile, per ogni persona di buon senso, credente o meno, prendere sul serio i loro predicozzi sulla dignità della persona umana e del rispetto che le è dovuto in ogni fase della sua esistenza.

Intendiamoci bene, le responsabilità penali sono sempre personali, ma, in questo caso c’è, al di sopra dei delitti commessi dai singoli, una responsabilità collettiva, dell’organizzazione ecclesiastica in quanto tale e di coloro che hanno in essa posizioni di controllo e di comando. In una società libera, paritaria e democratica, i dirigenti che hanno sbagliato, se non sentono essi per primi il dovere di farlo, vengono allontanati dalla volontà popolare e dalla forza della legge.

Nella Chiesa cattolica si fa un gran parlare del “popolo di Dio”, ma questo popolo non viene tenuto sostanzialmente in alcun conto e ogni giorno, in ogni circostanza e su ogni questione, la Chiesa di Ratzinger si allontana dalle promesse e dalle speranze del Concilio. Questo papa e i suoi collaboratori non fanno che ribadire il carattere sacro dell’istituzione, si avvolgono nella sacralità come in un manto protettivo che dovrebbe preservarli dalle critiche di un mondo rappresentato come ostile, persecutorio e incapace di comprendere le vere ragioni della santa Chiesa.

Essi pensano, insomma, di poter continuare a vivere e a essere credibili, seguendo i dettami di una logica del tutto estranea ai principi morali della società democratica, immaginano di poter esercitare un magistero morale che è quotidianamente contraddetto da comportamenti e giudizi inaccettabili per la grande maggioranza dei cittadini, indipendentemente dai loro convincimenti religiosi.

Potrà un giorno la Chiesa cattolica uscire dal bunker ideologico in cui è rinserrata per difendere quel tanto di potere che le resta e che, in un paese come l’Italia, non è certamente di poco conto? Mai come in questo periodo ci è apparsa, nella sua arroganza, così vecchia e perfino patetica, così lontana dalla nuova religiosità del mondo moderno e secolarizzato, alla vana ricerca di alibi che non convincono, stretta attorno ad un papa la cui scarsa esperienza pastorale (è stato vescovo di una grande diocesi soltanto per cinque anni) si riverbera perfino nelle parole imbarazzanti e inopportune che spesso pronuncia.

Nel mondo contemporaneo non manca, contrariamente a quello che molti pensano, il sentimento religioso della vita, mancano piuttosto, in modo drammatico, i leader religiosi capaci di interpretare quello che cerca confusamente di venire alla luce, magari cedendo talvolta alle pericolose seduzioni di un irrazionalismo che si maschera di pseudoreligiosità. Ma non è con gli aridi burocrati del sacro che si può venire a capo della crisi religiosa del nostro tempo.