Mondo cattolico compatto: occorre fugare ogni ombra

Paolo Ferrario
Avvenire 19 gennaio 2011

«Bisogna che si faccia chiarezza in termini stringenti, che la questione sollevata dalla procura di Milano abbia delle celeri risposte, così da non tenere sul filo la politica, le istituzioni, più ampiamente la governabilità». Così l’agenzia Sir è intervenuta sulle vicende che coinvolgono il presidente del Consiglio, ribadendo la necessità di «arrivare presto a chiarire e così mettere dei punti fermi».

Interpellato dai giornalisti, il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ha risposto così: «Ha già parlato Avvenire». Un chiaro rimando all’editoriale di ieri del direttore Marco Tarquinio, significativamente intitolato «Chiarezza necessaria».

Di «disorientamento» ha parlato anche il presidente dell’Azione Cattolica, Franco Miano. «Non mi interessano le questioni di schieramento – ha sottolineato – ma i problemi del Paese, il lavoro, la ripresa. La vita quotidiana reclama risposte, recitava un nostro documento di settembre. La richiesta è ancora più valida oggi». Perché «al di là degli sviluppi dell’inchiesta, emerge la centralità di una questione morale in politica e c’è una grande pericolo corruttivo». «Quel che è accaduto spiazza – ha aggiunto Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori –. Come cattolici siamo attenti a un atteggiamento sobrio nel privato delle cariche pubbliche. E attenti alla legalità, che vale anche per i magistrati. In tutta questa storia vedo delle certezze: in quella villa non si parlava solo degli interessi dell’Italia. E delle forzature: nella tempistica dell’inchiesta e degli annunci».

Di «quadro avvilente, che deturpa l’immagine delle donne e dovrebbe indignare tutto il Paese», ha parlato la responsabile del coordinamento donne delle Acli, Agnese Ranghelli. «Sconcerto» è anche il sentimento dei responsabili dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi e da sempre impegnata nell’aiuto alle persone sfruttate e alle prostitute. «Auspichiamo fiduciosi che la magistratura faccia al più presto chiarezza sulle gravi accuse che sarebbero indice di un indiscutibile degrado morale», dice il responsabile generale della comunità, Giovanni Paolo Ramonda.

Anche le donne del Centro italiano femminile denunciano il clima di squallore dell’attuale dibattito pubblico. «Preoccupa soprattutto – ha detto la presidente nazionale Maria Pia Campanile Savatteri – che a questo dibattito le rappresentanti del Governo partecipano senza una chiara condanna del decadimento morale del Paese e della denigrazione dell’immagine femminile».