Tettamanzi: “Gli attacchi non mi turbano”

Zita Dazzi
Repubblica, 25 maggio

“Quando intervengo, faccio di tutto per intervenire da credente, da vescovo. Il mio punto di riferimento è il Vangelo. Se poi ci sono reazioni, queste non mi turbano”. L’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, ha usato tutto il suo fair play nel rispondere agli attacchi subiti durante la campagna elettorale per le amministrative, in particolare dal campo del centrodestra, come l’editoriale di fuoco scritto contro di lui dal direttore del Giornale, Alessandro Sallusti.

E su uno dei temi di maggiore polemica in vista dei ballottaggi, quello della moschea a Milano, è arrivato anche un chiaro pronunciamento della Conferenza episcopale italiana (Cei), che nella persona del segretario generale, monsignor Mariano Crociata, ha spiegato che la costruzione di una moschea risponde al “diritto fondamentale della libertà religiosa e di poter disporre di luoghi di culto”. Tuttavia, ha detto Crociata in una conferenza stampa durante l’assemblea Cei, essendo la moschea anche luogo di “aggregazione sociale”, deve rispondere anche “alle esigenze di vita sociale e comunitaria secondo la nostra comunità civile, la nostra Costituzione e le leggi che in Italia regolano la convivenza”.

Anche monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e presidente del consiglio Cei per gli Affari giuridici, interpellato a margine di un convegno ha detto che non c’è alcuna “riserva nei confronti dei luoghi di culto: lamentiamo che non sempre ci vengano riconosciuti i diritti di avere anche noi dei luoghi di culto dove li chiediamo, ma non per questo possiamo ripetere qui quell’errore di principio e di carattere umanitario. Chiunque ha la libertà di professare la propria fede e ha il diritto di professarla nei luoghi che gli sono consoni”.

La risposta di Tettamanzi a Sallusti (“non contento di aver quasi distrutto la diocesi, oggi Tettamanzi e compagni cercano di distruggere anche la città. Tanto lui, il cardinale, tra pochi mesi andrà finalmente in pensione e i cocci saranno tutti nostri”, aveva scritto il direttore del quotidiano di casa Berlusconi) è venuta durante la conferenza stampa in Vaticano sui preparativi del VII Incontro mondiale delle famiglie in programma a Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012.

“Sarebbe interessante entrare nel dialogo, ma non è possibile farlo ora”, ha detto ancora l’arcivescovo accennando con un sorriso al fatto che il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, aveva invitato i giornalisti ad attenersi al tema della conferenza. Sulle politiche familiari in Italia, comunque, l’arcivescovo ha rimarcato che “non solo si può, ma si deve fare di più”. D’altronde, ha aggiunto, “l’Italia dal punto di vista demografico non brilla come potrebbe e come dovrebbe”.

In difesa del cardinale stamane c’è stata una levata di scudi del direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, che ha definito quella di Sallusti “una cantonata gigantesca, dal punto di vista morale e sul piano politico”: un articolo, ha commentato, che “mi ha lasciato letteralmente senza fiato”, scritto “menando fendenti ingiusti e scriteriati”.

Per Tarquinio “non si possono mistificare le parole di un pastore come il cardinal Tettamanzi. E pur di accreditare suoi presunti silenzi o omissioni – in questo caso sui temi della vita e della famiglia, della lotta alla droga e, udite udite!, dell’ateismo – non si dovrebbe neanche tentare di capovolgerne il limpido magistero e d’ignorarne l’azione pastorale e le iniziative di solidarietà”. “Come quel Fondo famiglia e lavoro – ha aggiunto – che, in questo tempo di crisi, ha risvegliato e mobilitato la Milano col cuore in mano e incalzato esemplarmente le istituzioni civili, pubbliche e private”.

Secondo il direttore del quotidiano dei vescovi, “sul piano politico l’autogol è altrettanto evidente. Se c’è – e infatti è emerso – un problema di rapporto tra settori rilevanti del centrodestra milanese e lombardo e parti importanti e sensibili del mondo cattolico, qualcuno si illude davvero di risolverlo attaccando a testa bassa l’arcivescovo Tettamanzi e vibrando, per sovrappiù, come ha fatto appunto il Giornale, stilettate contro il cattolico governatore lombardo di centrodestra Roberto Formigoni?”.

“Un antichissimo proverbio, per nulla cristiano – ha concluso – avverte che le divinità accecano o rendono folli ‘coloro che vogliono perdere’. Verrebbe, quasi, da aggiungere una riga: accecati e insensati sono anche i polemisti incendiari che ‘vogliono far perdere’ quelli che dichiarano amici…”.