8 per mille: crescono firme per Cei ma calano offerte libere

ASCA, 9 giugno 2011

Cresce il numero di firme dell’8 per mille destinate alla Chiesa cattolica. Si tratta di un ”fatto altamente positivo’, come spiega il segretario generale della Cei mons. Mariano Crociata, nella relazione presentata all’Assemblea generale dei vescovi che si e’ tenuta dal 23 al 27 maggio scorsi a Roma.

Ma questa crescita non comporta un aumento della percentuale dei fondi IRE destinati alla Chiesa, perché nel complesso si allarga il numero di coloro che decidono, nella loro dichiarazione dei redditi, a chi destinare il proprio 8 per mille e la percentuale di chi ‘sceglie’ la Chiesa rimane esattamente immutata rispetto all’anno precedente.

I dati presentati ai vescovi da mons. Crociata due settimane fa parlano di 15.291.064 firme a favore della Chiesa cattolica nelle dichiarazioni dei redditi del 2008, relative ai redditi del 2007, contro le 14.839.143 dell’anno precedente, con una crescita di 451.921 unità. Un aumento del 2,96% che e’ sostanzialmente in linea con quello complessivo dei ‘votanti’ nel sistema dell’8 per 1000 (18.137.854 contribuenti hanno espresso una scelta, il 43,84% del totale, con un aumento di 505.981 unità rispetto al 2007) e che fa si’ che la percentuale di firme a favore della Chiesa cattolica rimanga immutata all’85,01%, esattamente come l’anno precedente. Nei due anni precedenti, si era registrato un calo complessivo di quasi il 5%. Come noto, la quota di 8 per 1000 di coloro che non esprimono una scelta nelle loro dichiarazioni dei redditi viene ripartita in proporzione alle scelte espresse dai contribuenti.

La crescita dei ‘votanti’ nel sistema dell’8 per 1000, secondo mons. Crociata, e’ anche essa un dato ”positivo, perche’ attesta la tenuta nel tempo del meccanismo’. Al secondo posto, molto ‘staccato’ dalla Chiesa cattolica, viene lo Stato, scelto dall’11,65% dei contribuenti, seguito dalle Chiese valdesi, scelte dal 2,3%.

A fare da contraltare al dato dell’8 per 1000 c’e’ però quello delle ”offerte deducibili per il sostentamento del clerò’, quelle fatte di propria iniziativa dai contribuenti: nel 2010 sono state pari a 14, 01 milioni di euro, contro i 14,9 del 2009, con un calo di quasi 900mila euro pari al 5,9% del totale; un calo che si aggiunge a quello del 10% dell’anno precedente. ”Come ormai da diversi anni – nota mons. Crociata nella sua relazione – anche questa volta ci troviamo di fronte a una riduzione di tale fonte di risorse, che impone un’approfondita riflessione sulla cause del fenomeno e sulle possibili strategie alternative di sensibilizzazione e promozione di questo secondo meccanismo di finanziamento’.

Si tratta di un problema, spiega, già affrontato a marzo dal Consiglio permanente della Cei: ”Solo una riconsiderazione globale del tema, finalizzata a far maturare la consapevolezza dei sacerdoti sulla necessità di educare le comunità al dovere di contribuire al proprio mantenimento, potrà condurre a un efficace rilancio di questo canale di reperimento di risorse economiche”. La ”intera problematica’, conclude il presule, ”sarà radicalmente riesaminata’, cosi’ da arrivare ad una nuova proposta complessiva da presentare alla plenaria dei vescovi.

Anche se la percentuale dell’8 per 1000 per la Chiesa rimane immutata, i fondi a essa aumentano, come già mostrato ai giornalisti durante l’assemblea generale. I fondi versati dallo Stato alla Chiesa per il 2011 ammontano a 1.119 milioni di euro – di cui 1.024 milioni di anticipo e 95 milioni a conguaglio degli anni precedenti – contro i 1.067 del 2010.

Questo aumento di 52 milioni di euro, spiega Crociata, avviene in virtù di ”un ulteriore crescita del gettito IRE (+ 4,5%) nell’anno di riferimento, che riflette il trend positivo del periodo antecedente l’attuale crisi economica, e dalla contestuale tenuta della percentuale delle firme per la Chiesa Cattolica’.

Il segretario dei vescovi mette tuttavia in guardia: ”Per il meccanismo di posticipazione a tre anni del calcolo del gettito, solo a partire dal 2013 sperimenteremo le conseguenze dell’attuale crisi economica sul volume complessivo dell’IRE e quindi anche sulle somme dell’8 per mille”. Per questo, prosegue, e’ ”fondamentale” ”attuare la pianificazione delle risorse e una prudente gestione dei fondi da ripartire”, con la creazione di un fondo ”Accantonamento a futura destinazione per le esigenze di culto e pastorale e per gli interventi caritativi”, in modo di ”guardare con minore apprensione alla probabile futura diminuzione delle risorse da ripartire”. Ad esso, nel 2010 erano stati destinati 30 milioni di euro, somma quasi raddoppiata nel 2011 a 55 milioni. ”A causa della crisi economica – spiega ancora il presule – sarà inevitabile una riduzione del gettito IRE, mentre non disponiamo al momento di stime attendibili circa la percentuale di firme a favore della Chiesa Cattolica’.

Inoltre, mons. Crociata avverte i vescovi di due potenziali problemi per il futuro. Il primo e’ il fatto che ”nella legge finanziaria sono state previste risorse insufficienti a coprire l’intero fabbisogno dell’8 per 1000, per cui alla fine di giugno incasseremo circa 45 milioni di euro in meno rispetto a quanto dovuto’. Un fatto già accaduto nel 2005 e nel 2010: il saldo arriverà solo a settembre o ottobre, dopo l’approvazione della legge di assestamento del bilancio dello Stato. Il secondo problema e’ piu’ strutturale: ”Un’eventuale riforma fiscale andrà probabilmente nella direzione di una diminuzione dell’imposizione diretta (a cui e’ agganciato l’8 per 1000), compensata da incremento delle imposte indirette”.

Mons. Crociata sottolinea che comunque, nel 2011, le risorse dell’8 per 1000 distribuite dalla Cei alle sue varie attività e programmi crescerà di 33,6 milioni (+3,19%) rispetto al 2010: ”Anche per questo – conclude – dobbiamo mantenere alta l’attenzione affinché tutte le risorse vengano destinate e utilizzate al meglio, ottimizzando i processi organizzativi preposti all’erogazione e garantendo la correttezza delle destinazioni e la massima trasparenza nella gestione delle risorse stesse”