Le chiese evangeliche e il testamento biologico

Giampaolo Petrucci
www.adistaonline.it

«Offrire uno strumento utile alle singole Chiese, ma anche ai non credenti, che ne vogliano sapere di più». Questo l’obiettivo esplicito con il quale l’agenzia Nev – che, nell’ambito della Fcei (Federazione delle Chiese evangeliche in Italia), si occupa di informazione sul mondo protestante – ha redatto il dossier Le Chiese evangeliche e il testamento biologico, pubblicato in occasione della prima Giornata nazionale sul Testamento biologico, dal titolo “Sulla mia vita scelgo io”, indetta per il 19 novembre dal Coordinamento laico nazionale (Cln).

Una raccolta, anno per anno, delle iniziative e degli studi realizzati dagli evangelici italiani, dal 1998 – quando la Tavola valdese dichiarava che «eutanasia e suicidio assistito costituiscono un’espressione di libertà dell’individuo nel momento in cui egli giudica che la medicina non sia più in grado di migliorare il suo stato e che l’esistenza, ulteriormente prolungata, sarebbe intollerabile» – fino al 6 marzo 2011, con l’attacco della Tavola valdese al ddl Calabrò, definito «ambiguo e intransigente». E così, il dossier si dimostra una preziosa occasione anche per ricordare la «battaglia che ha coinvolto intere comunità» protestanti, «nel tentativo di sensibilizzare le coscienze sul delicato problema del fine vita e sulla necessità di una buona legge sul testamento biologico».

Le ragioni del dossier

«Nelle nostre società la morte è sempre più una questione medica e sempre meno una questione naturale», introduce Luca Savarino (coordinatore della Commissione bioetica della Tavola valdese). «Ma, se non è la natura a decidere, la questione etica fondamentale diventa: chi decide della morte?». Da qui la necessità, per le Chiese evangeliche, di varare «una (vera) legge» sulle “direttive anticipate di trattamento” (testamento biologico), aprendo la strada ad un approccio dottrinale – agli antipodi rispetto ai diktat delle gerarchie cattoliche – che istituisce il primato della volontà individuale e che si fonda su alcuni elementi chiave: «autodeterminazione in materia sanitaria»; indissolubilità dei concetti di libertà e laicità; ruolo defilato di ogni Chiesa, che non impone leggi ma invita a riflettere, «per far sì che gli individui scelgano in maniera consapevole»; centralità dell’individuo di fronte alla legge naturale, che si presume coincida con la volontà divina; «difesa della precedenza della libertà sul divieto»; «rifiuto di principi etici assoluti, come quello di sacralità della vita», perché siamo «collocati, come credenti e come cittadini, in un ambito che potremmo definire “penultimo”».

“Domande frequenti sul testamento”

Oltre all’aspetto più propriamente politico e dottrinale, il dossier fornisce una serie di indicazioni, utili tanto al cittadino interessato quanto a quello curioso. E così, una serie di Faq (domande più frequenti) ha l’obiettivo di diradare la nebbia su concetti e dettagli pratici; una lista aggiornata informa sulle chiese locali che in Italia hanno aperto uno sportello dove è possibile depositare il testamento; ancora, un facsimile del “formulario” in uso allo sportello della chiesa valdese di Milano. Infine, tra gli “strumenti utili”, una selezione di riflessioni e “testimonianze”, già pubblicate, che esprimono il punto di vista del mondo evangelico. Gli autori: Ermanno Genre (teologo e membro della Commissione bioetica della Tavola valdese), Daniele Garrone (professore alla Facoltà valdese di teologia di Roma), Erika Tomassone (membro della Commissione bioetica della Tavola valdese), Gianni Genre (pastore della chiesa valdese di Pinerolo).