Ascoltate coloro che amano la loro chiesa – appello di preti e laci fiamminghi

Listen to those who love their church

Appello di preti e laici fiamminghi
National Catholic Reporter, 6 dicembre 2011

Parrocchie senza prete, Eucaristia ad ore inappropriate, culto senza comunione: la realtà non dovrebbe essere questa! Che cosa sta ritardando le riforme necessarie nella chiesa?

Noi, credenti fiamminghi, chiediamo ai nostri vescovi di rompere l’impasse in cui siamo bloccati. Lo facciamo in solidarietà con i compagni di fede in Austria, Irlanda e molti altri paesi, con tutti coloro che insistono su una riforma vitale della Chiesa.

Noi semplicemente non capiamo perché la guida nelle nostre comunità locali (come ad esempio le parrocchie) non sia affidata a uomini o donne, sposati o non sposati, professionisti o volontari, che già hanno la formazione necessaria. Abbiamo bisogno di pastori dedicati!

Non capiamo perché questi nostri compagni di fede non possono presiedere le celebrazioni liturgiche la Domenica. In ogni comunità attiva abbiamo bisogno di ministri per la liturgia!

Non capiamo perché, nelle comunità in cui nessun prete è disponibile, un servizio della parola non possa includere anche un servizio di comunione.

Non capiamo perché laici qualificati e insegnanti di religione ben preparati, non possano predicare. Abbiamo bisogno della parola di Dio!

Non capiamo perché a quei credenti, di buona volontà, che si sono risposati dopo un divorzio debba essere negata la comunione. Essi vanno accolti come credenti degni. Fortunatamente, ci sono alcuni luoghi in cui questo sta già accadendo.

Chiediamo anche che, nel più breve tempo possibile, sia uomini che donne sposati possano essere ammessi al sacerdozio. Noi, persone di fede, ne abbiamo un disperato bisogno adesso!

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SI ALLARGA ALLE FIANDRE LA PROTESTA DEI CATTOLICI RIBELLI

Ludovica Eugenio
www.adistaonline.it

36438. BRUXELLES-ADISTA. I laici devono poter diventare parroci, presiedere le liturgie e predicare, e dev’essere consentito l’accesso al sacerdozio di uomini sposati e donne. Si allarga in Europa il fronte dei cattolici “ribelli” che chiedono profonde riforme della Chiesa: dopo l’«appello alla disobbedienza» promosso in Austria da centinaia di parroci (v. Adista nn. 55, 65, 67, 84 e 91/11), ora sono alcuni preti e laici fiamminghi i promotori di un manifesto diffuso la settimana prima dell’inizio dell’Avvento, intitolato “I credenti si fanno sentire”, che il primo dicembre aveva già raggiunto in Belgio più di 6mila adesioni. Tutti nomi eminenti della Chiesa cattolica belga: Ignace Dewitte, Staf Nimmegeers e John Dekimpe – preti molto noti nel Paese – ma anche Roger Dillemans e Marc Vervenne, entrambi ex rettori dell’Università cattolica di Lovanio, Paul Breyne, governatore della provincia delle Fiandre occidentali dal 1997, Trees Dehaene e Agnes Pas, ex presidente del Consiglio pastorale interdiocesano.

Nel manifesto, scritto «in solidarietà con i credenti austriaci, irlandesi e di molti altri Paesi», si chiede che la leadership delle parrocchie sia affidata a laici competenti e qualificati, che le funzioni eucaristiche siano celebrate anche in mancanza di un sacerdote, che i laici possano predicare, che i divorziati risposati possano ricevere la comunione e che, «appena possibile, uomini e sposati e donne siano ammessi al sacerdozio».

I promotori invitano i credenti che condividono le loro preoccupazioni a sottoscrivere il Manifesto, nella convinzione che quanto chiedono possa contare su un «ampio sostegno in tutte le nostre diocesi» e che «se come credenti prendiamo la parola, i vescovi ascolteranno e saranno pronti a portare avanti il dialogo su queste riforme urgenti». D’altronde, ha affermato Dekimpe, i firmatari «non sono “contestatori”. Sono persone di fede che stanno alzando la loro voce. Sperano che i vescovi li ascoltino». C’è un timore diffuso nell’affrontare i vertici della Chiesa, ha detto, «ma questo significa essere dissidenti? Credo di no. La Chiesa belga è un disastro, se non facciamo qualcosa, l’esodo non si fermerà mai. Voglio davvero che i vescovi riflettano in profondità sul crescente scontento di tanti credenti».

Al momento non sono state registrate reazioni ufficiali né da parte del primate della Chiesa belga, mons. André Joseph Léonard, né di altri vescovi. Secondo quanto riporta il settimanale statunitense National Catholic Reporter (2/12), però, un vescovo, rimasto anonimo, ha applaudito l’iniziativa. Una valutazione positiva è stata espressa da Jürgen Mettepenningen, ex portavoce di Léonard e teologo dell’Università di Lovanio. Al quotidiano belga De Morgen ha detto di sperare che il manifesto porti davvero a una riforma: «Se ripenso a quanto ho detto e scritto negli anni passati, posso solo dire che lo spirito del manifesto è lo stesso con cui ho cercato di lavorare per rendere la Chiesa più credibile: in fedeltà alla fede». La Chiesa belga è stata sconvolta, negli ultimi tempi, dallo scandalo degli abusi sessuali perpetrati dal clero. Una commissione indipendente ha rilevato, solo tra gennaio e giugno di quest’anno, 475 denunce; altamente destabilizzante è stato il caso del vescovo di Bruges, mons. Roger Vangheluwe, obbligato a rassegnare le dimissioni dopo aver ammesso di aver abusato di due nipoti (v. Adista nn. 71/10 e 35/11).