Comunicato stampa – Noi siamo chiesa Emilia Romagna sull’eredità della Chiesa in Bologna

Bologna 5 aprile 2012

Benedizione o maledizione? Di certo una sfida.

Il lascito alla Chiesa bolognese di un patrimonio da 1,7 miliardi di euro, da parte del patron della Faac, Michelangelo Marini, può essere una straordinaria occasione d’investimento a sostegno della carità. Ma i rischi non mancano. Serve trasparenza e ancora trasparenza per scongiurare una gestione occulta di un capitale improvvisamente finito nelle mani della comunità diocesana. Non tanto della sola Curia bolognese.

La nostra speranza è che questo patrimonio – tra cui spicca la stessa multinazionale dei cancelli automatici, con un fatturato da poco più di duecento milioni di euro, e 1055 dipendenti in tutto il mondo – possa essere messo a disposizione dell’intera città. E soprattutto degli ultimi, i principali destinatari del messaggio di Cristo e dell’azione del popolo di Dio.

Apprendiamo con piacere che la Curia di Bologna intende garantire la continuità aziendale per non mettere in difficoltà i più di duecento lavoratori dello stabilimento di Zola Predosa. Dal nostro punto di vista speriamo che, non solo si mantengano gli attuali livelli occupazionali, ma ci sia la volontà di ampliare i posti di lavoro in Italia e nel mondo. Perché questa crisi è superabile solo dando occupazione, specie alle nuove generazioni, le più esposte alle lusinghe della malavita organizzata.

Con particolare attenzione seguiremo poi la destinazione degli utili della Faac. La nostra aspirazione è che non sia il restauro dei luoghi di culto la proriorità dell’utilizzo dei guadagni, bensì il sostegno e l’aiuto alle famiglie in difficoltà: le bocche da sfamare non possono attendere, i campanili sì.

Coordinamento regionale Noi Siamo Chiesa Emilia Romagna