Le suore statunitensi e il Vaticano: una crisi che viene da lontano

Marco Tosatti
La Stampa 27 aprile 2012

E’ il momento del confronto tra le suore americane e il Vaticano. La “bocciatura” dottrinale della Santa Sede nei confronti della LCWR affonda le sue radici nel 1971, quando le religiose riscrissero il loro statuto

La Congregazione per la dottrina della Fede ha chiesto una profonda riforma della Leadership Conference of Women Religious (LCWR), l’organizzazione che rappresenta la maggioranza degli ordini religiosi femminili negli Stati Uniti. L’iniziativa è della Congregazione per la Dottrina della Fede, guidata dal cardinale statunitense William Levada, che dopo un’indagine ha concluso che “la situazione dottrinale e pastorale attuale della LCWR è grave, e un argomento di seria preoccupazione”. La Congregazione conclude che un intervento del Vaticano è necessario, per riformare il gruppo. L’arcivescovo Peter Sartain di Seattle è stato nominato come delegato vaticano per supervisionare l’opera di riforma. Dovrà aiutare le leader di LCWR a rivedere gli statuti del gruppo, pianificare i programmi, rivedere i testi liturgici e riconsiderare l’affiliazione del gruppo ad altre organizzazioni.

La dichiarazione della Congregazione, basata sui risultati di una visita apostolica compiuta dal vescovo Leonard Blaire di Toledo, Ohio, ha rivelato “seri problemi dottrinali che riguardano molte persone nella vita consacrata”. Molte religiose americane si sono allontanate, secondo la Congregazione per la Fede, “dal centro cristologico fondamentale e dal focus della consacrazione religiosa”. Fra le accuse più pesanti, quella di avere sfidato l’insegnamento della Chiesa in temi quali l’omosessualità e il sacerdozio, e di aver promosso “temi femministi radicali incompatibili con la fede cattolica”. Inoltre si rimprovera all’organizzazione di fare dichiarazioni pubbliche che “sono in disaccordo o sfidano i vescovi, che sono i veri insegnanti di fede e morale nella Chiesa”. I vescovi americani sono critici di alcuni aspetti della riforma sanitaria di Obama, ma decine di suore hanno invece firmato un documento di appoggio, che ha fornito una “copertura” cattolica alla Casa Bianca. La LCRW sostiene di avere 1500 membri in rappresentanza dell’80 per cento delle religiose negli Usa.

In realtà è una crisi di chiarimento che ha radici lontane. “Dopo aver studiato l’argomento per molti anni, credo che sia da circa quarant’anni che sta maturando”, ha dichiarato Ann Carey, autrice di “Sisters in crisis: the tragic Uraveling of Women religious communities”. E dal 1971, quando la LCRW ha riscritto i suoi statuti, le relazioni con il Vaticano sono sempre state tempestose. “Il Vaticano è stato paziente, cercando di offrire alle suore alcune linee guida per modificare la direzione che stavano prendendo, e loro hanno opposto resistenza”. I cambiamenti sono stati così drastici che una parte delle suore hanno lasciato la LCRW, e hanno creato un gruppo alternativo, noto come Consiglio delle Superiori maggiori delle religiose (CMSWR). Ma – ed è probabilmente questa una delle tante ragioni che hanno spinto la Santa Sede, e in particolare la Congregazione della Fede, mentre sembra che quella per la vita religiosa sia molto più morbida, è proprio in questa minoranza che si registra il numero maggiore di vocazioni. E in effetti il numero delle suore è crollato in America dalle 179.954 unità del 1965 alle 55.000 unità di oggi.

Dopo una prima reazione le leader del LCRW stanno dicendosi adesso cautamente aperte al dialogo con la commissione di vescovi americani nominata da Roma, e guidata dall’arcivescovo di Seattle J. Peter Sartain. “Ci impegneremo nel dialogo, dove possibile e saremo aperte al movimento dello Spirito Santo. Chiediamo preghiere per noi e per la Chiesa in questo momento critico”, si legge in una dichiarazione. Mons. Sartain si è detto impegnato “nell’aiutare le suore e la LCRW a riconoscere che siamo tutti in questo compito insieme”, e ha aggiunto di “apprezzare il ruolo delle religiose negli Usa” e tutte le “cose straordinarie che hanno fatto”. Sartain cerca un approccio morbido. Altri sono meno diplomatici. Come il cardinale Raymond Leo Burke, che guida il supremo tribunale vaticano, che ha denunciato qualche tempo fa “il pubblico e ostinato tradimento della vita religiosa da parte di alcune suore”.

Ovviamente la stampa secolare ha immediatamente preso le parti delle suore contro il Vaticano. Ma ci sono altre voci, che si chiedono se certi comportamenti e atteggiamenti siano tollerabili all’interno della Chiesa. George Weigel, storico della Chiesa scrive che nella maggior parte dei casi, per quanto riguarda le suore del LCRW, “la loro vita spirituale è più influenzata da Enneagram e da Deepak Chopra che da Teresa d’Avila ed Edith Stein; le loro nozioni di ortodossia sono, per dirla gentilmente, innovative; e la loro relazione con l’autorità della Chiesa si può descrivere come di disprezzo appena mascherato”.

In alcune comunità di suore della LCRW molte non partecipano regolarmente all’eucaristia, perché non sopportano, afferma Weigel, il “patriarcato” di un sacerdote maschio che vi presiede. E in alcune comunità si celerebbero false eucarestie. In altre, le norme liturgiche sarebbero forzate fino quasi al punto di rottura, riducendo al minimo il ruolo del prete maschio. E, aggiunge impietosamente Weigel, “l’altro elemento da notare per quanto riguarda le LCRW, ampiamente trascurato nella corsa a sostenere (da parte della grande stampa. n.d.r) suore coraggiose contro prelati preistorici, è che stanno morendo”. Di fronte alla dissoluzione teologica, spirituale, comportamentale di molte congregazioni, “le giovani donne cattoliche hanno capito che se vogliono fare lavoro sociale, o attività politica vestendosi da professioniste della classe media e vivere da single in appartamenti, non c’è ragione di legarsi a voti di povertà, castità e obbedienza”. E secondo Weigel, la scomparsa di quegli ordini, “sempre più grigi”, senza un rinnovamento radicale, è questione di qualche decennio.

Ed è soprattutto sulla questione dell’aborto che Marjorie Murphy Campbell, ex femminista radicale e ora leader del True Feminism for Real Women vede l’errore della LCRW: “Tristemente molte femministe cattoliche, inclusa la leadership della LCRW, hanno scelto di ignorare il conflitto fondamentale fra l’insegnamento della Chiesa sull’aborto e la natura fondante dell’aborto nell’agenda femminista radicale.