Aspettando Celestino VI. Oggi si è compiuto il giorno della Pentecoste di G.Siculo

Giorgio Siculo
http://nuovosoldo.wordpress.com/ 27 maggio 2012

E dopo i recenti scandali vaticani che ci hanno fatto scrivere che è necessario cacciare i mercanti dal tempio, vorremmo riflettere su un testo che ci parla della Chiesa primitiva, di quella che è la vera Chiesa di Cristo.

Leggiamo: Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi… A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua”.

Lo Spirito di Dio in quel momento diede il dono della comunicazione. Oggi, in un momento difficilissimo per la Chiesa cattolica, da tutti i continenti è necessario parlare con estrema chiarezza. E devono farlo tutti i cattolici, ma direi anche tutti i cristiani, perché certamente lo Spirito di Dio, manifestatosi nella casa di Gerusalemme, lo richiede.

Nel giorno di Pentecoste ci sembra utile riprendere in mano il testo degli “Atti degli Apostoli” perché riesce a farci comprendere che la Chiesa di Cristo non è certo lo Stato della Città del Vaticano.

Tanti credenti cattolici da anni, inascoltati, vanno ripetendo questa semplice verità. Tanti teologi e vescovi, soprattutto dopo gli anni del Concilio, sono stati emarginati e spesso cacciati. Il loro dolore per la fedeltà alla Chiesa del Vangelo non è stato compreso da tante gerarchie ecclesiastiche. Molti non sono più tra i viventi ma le loro sofferenze sono rimaste nella storia. Personalmente ne ho conosciuti tanti e hanno certo segnate le nostre vite.

Dalle cronache dei giornali apprendiamo che il Papa è addolorato. Anzi lo abbiamo appreso dalla sua viva voce.

Il Papa appare come prigioniero in una corte, chiuso nella “città proibita”, mentre tanti ecclesiastici in porpora o in viola parlano a suo nome.

E’ quindi necessario che da tutto il mondo credenti laici, preti, religiosi e religiose, vescovi parlino ad alta voce, dai tetti, con la comunicazione nel linguaggio della carità che certamente può contribuire alla liberazione del prigioniero del Vaticano.

Abbiamo ascoltato alla radio che a Roma, una vecchietta, ha chiesto ad un parroco la celebrazione di una Messa per quelli del Vaticano. Si tratta di un’anima semplice, scandalizzata certamente per il valore che in Vaticano si dà al denaro. Il vile denaro che certamente piace a Satana e a tutti gli angeli ribelli.

Tutti i battezzati nella Chiesa cattolica hanno il diritto e il dovere di parlare personalmente al Papa, anche da lontano e senza vederlo fisicamente.

Vuole il Papa conservatore Benedetto XVI un futuro diverso per la Chiesa? Vuole ascoltare, ricordando gli anni del Concilio, i consigli disinteressati del suo amico Hans Kung?

Forse il futuro della Chiesa passa per vie sconosciute: forse cercando il vescovo di Roma, primo tra i vescovi, non tra i cardinali delle paludate stanze vaticane ma possibilmente in qualche lontana Certosa o nel silenzio di una Trappa, nella speranza di trovare un Celestino VI che non faccia il gran rifiuto.

E’ inutile cercare il capro espiatorio. Il male sta nell’attuale istituzione ecclesiastica che va riformata dalle fondamenta nello spirito della Pentecoste