Germania: 150 preti si ribellano

Natalia Trouiller
www.lavie.fr, 8 giugno 2012 (traduzione: www.finesettimana.org)

In una dichiarazione pubblica, 150 preti e diaconi della Chiesa cattolica spiegano che bisogna poter dare la comunione ai divorziati risposati, e dichiarano che loro lo fanno già.

È una dichiarazione pubblicata da 150 preti e diaconi dell’arcidiocesi di Friburgo in Brisgovia. Intitolata “Divorziati risposati nella nostra Chiesa”, parte dalla constatazione che il problema delle persone che hanno contratto successivamente più matrimoni oggi si pone in maniera molto più forte. “È un problema particolarmente scottante, dicono, e non è più possibile rinviarlo”.

Ponendosi nella legittimità di molti teologi, e perfino di un sinodo – quello di Würzburg nel 1975, che era stato il Vaticano II locale – i 150 ministri interpellano la dottrina morale della Chiesa cattolica. “Fino ad oggi avevamo ancora la speranza che ci sarebbe stata rapidamente una decisione che avrebbe dato a queste persone ufficialmente e senza discriminazioni un posto nella nostra Chiesa, sulla base del Vangelo”, scrivono.

“Ciò che ci guida nella nostra azione, è la carità: salus animarum suprema lex (la salvezza delle anime è la legge suprema). Siamo consapevoli che facendo ciò noi agiamo spesso contro determinati regolamenti attualmente in vigore nella Chiesa cattolica romana”.

E aggiungono: “Nelle nostre parrocchie, i divorziati risposati ricevono l’assoluzione al sacramento della riconciliazione, e ricevono gli altri sacramenti con il nostro permesso dichiarato”. Precisano anche che le persone divorziate risposate sono impegnate allo stesso titolo delle altre come catechisti o consiglieri parrocchiali, senza che il loro status sia un ostacolo.

La diocesi in cui avviene questo pronunciamento non è una diocesi qualsiasi. È quella di Friburgo: il suo arcivescovo, Mons. Zollitsch, è il presidente della Conferenza episcopale tedesca. Alcuni giorni prima del viaggio del papa in Germania l’anno scorso, anche lui aveva espresso l’auspicio che la posizione della Chiesa cattolica su questo problema avesse un’evoluzione mentre lui era ancora in vita. “È una questione di misericordia”, aveva aggiunto.

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Divorziati risposati nella nostra Chiesa

Presbiteri e diaconi tedeschi della diocesi di Friburgo
www.memorandum-priester-und-diakone-freiburg.de” del maggio 2012

Con il tema “divorziati risposati” scegliamo tra i temi del Memorandum dei teologi una richiesta particolarmente scottante che non ammette più alcun rinvio. In questo ci colleghiamo ad iniziative che in parte già da decenni definiscono questo tema come un problema impellente per la pastorale, come:

– il Sinodo di Würzburg del 1975

– i vescovi della provincia ecclesiale del Reno Superiore 1993

– l’associazione KFD (katholische Frauengemeinschaft Deutschlands – comunità delle donne
cattoliche tedesche) dopo la visita del papa in Germania 2011

– ed anche il libro di Eberhard Schockenhoff: Chancen zur Versöhnung? Die Kirche und die
wiederverheirateten Geschiedenen (Opportunità di riconciliazione? La Chiesa e i divorziati
risposati), Friburgo 2011.

In tutti questi documenti e pubblicazioni sono elencati molteplici motivi per i quali alle persone che dopo la separazione iniziano un nuovo rapporto occorre mostrare una grande considerazione del nuovo legame da loro contratto e motivi per i quali queste persone non devono essere escluse dai sacramenti.

Con la nostra sottoscrizione portiamo a conoscenza il fatto che noi nel nostro comportamento pastorale nei confronti dei divorziati risposati ci lasciamo guidare dalla misericordia (salus animarum suprema lex). Siamo consapevoli che facendo ciò noi agiamo spesso contro determinati regolamenti attualmente in vigore nella Chiesa cattolica romana.

Però noi teniamo conto della decisione presa in coscienza dalle persone interessate e delle situazioni di vita che da ciò si sviluppano. Nelle nostre parrocchie, i divorziati risposati fanno la comunione, ricevono il sacramento della penitenza e l’unzione degli infermi con il nostro permesso dichiarato. Operano come collaboratori e collaboratrici nel consiglio parrocchiale, nella catechesi e in altri servizi. Finora viviamo questa contraddizione nella speranza che presto si arrivi ad una decisione che dia a queste persone ufficialmente e senza discriminazioni un posto nella nostra Chiesa, sulla base del Vangelo.

Riteniamo urgentemente necessaria una nuova regolamentazione per il bene delle persone e della nostra Chiesa e non vogliamo mantenere più a lungo né trasmettere questa contraddizione.

Lista dei sottoscrittori – stato attuale (sabato 9 giugno): 171