Laici nella diversità e nel rispetto

Mirella Sartori, Paolo Bonetti
www.italailaica.it| 11.10.2012

Caro Paolo Bonetti,

inizio senza indugi dall’argomento che maggiormente ritengo importante e cioè che Italialaica e il mondo laico attorno a lei (che non è limitato alle due o tre persone che hanno interloquito con te in questa ultima occasione) non può permettersi di perdere la collaborazione della tua voce che esprime un’analisi tanto precisa e puntuale della situazione italiana e delle problematiche sulla laicità in generale.
Detto ciò, passo ad un secondo argomento che, dal punto di vista della relazione personale fra noi due, mi preme chiarire: ritengo che tu, in quanto socio di Italialaica e, soprattutto editorialista, sei, nel momento in cui ti esprimi, colui che fa la linea del sito e che nessuna altra voce, sia pur essa favorevole, possa essere sovrapposta alla tua in quanto ne diminuirebbe l’autorevolezza.
Se errore ho compiuto è stato quello di pubblicare ancora commenti dopo il tuo chiarimento e la tua ricomposizione, ma mi ha spinta a farlo l’esigenza di garantire la libertà di confronto, il timore di essere accusata di censurare i lettori ed anche, lasciamelo dire, il rispetto nei tuoi confronti perché ho ritenuto giusto che tu fossi a conoscenza di quanto ancora si andava dicendo.
Giunti a questo punto ti chiedo formalmente di non privare Italialaica della tua collaborazione di editorialista per tutti tanto preziosa.
Un caro saluto,
Mirella Sartori

Risponde Paolo Bonetti

Per comprendere appieno la lettera che Mirella Sartori, coordinatrice di Italialaica, mi ha indirizzato, i lettori che non lo avessero fatto dovrebbero andare a leggersi il mio editoriale dedicato al monopolio cattolico dell’ora di religione, con l’acceso dibattito che è seguito. Ma se non ne hanno voglia, possono tranquillamente astenersene. Intanto altri collaboratori di Italialaica sono intervenuti sull’argomento con articoli interessanti e di varia impostazione. In questa sede mi fa piacere dare atto a Mirella della sua correttezza nel tenersi estranea a una discussione che ha avuto, anche da parte mia e me ne rammarico, toni eccessivi. In un mio intervento avevo espresso un rimprovero nei suoi confronti accusandola di non aver preso posizione. Riflettendoci meglio, debbo però riconoscere che questo non è il suo compito di coordinatrice e che Mirella si è invece comportata, anche in questo caso, con quell’equilibrio che la rende indispensabile nel faticoso compito che si è assunta.

Detto questo per rispetto della verità, vorrei aggiungere qualcosa sul carattere che un sito come Italialaica deve saper mantenere. Fra noi ci sono credenti e non credenti e, fra i credenti, uomini e donne appartenenti, magari in modo critico, a differenti tradizioni religiose. Non siamo espressione di nessun partito, anche se ciascuno di noi ha naturalmente le sue preferenze politiche e coltiva una certa visione della società e del suo sviluppo. Quella che ci unisce è la convinzione che lo Stato laico deve essere il valore comune di tutti i cittadini, perché è quello che consente la pacifica convivenza, pur nelle differenze che non possono e debbono essere negate e sacrificate, di tutte le fedi, le morali, le ideologie e le filosofie. Nessun diritto può essere riconosciuto a qualcuno senza che questo diritto venga parimenti attribuito ad ogni altro. Per questo siamo contro il Concordato con la Chiesa cattolica e ne vorremmo la integrale abolizione, anche se purtroppo dobbiamo constatare che non ci sono oggi, e neppure nel prossimo futuro, le condizioni politiche per arrivare a questa abolizione. E per questo siamo tutti fautori di quella educazione civica che soltanto la scuola pubblica può impartire aiutando i giovani a riconoscersi e a rispettarsi nelle loro ineliminabili differenze etniche, religiose e culturali. In quanto allo studio delle religioni, che costituiscono comunque un aspetto fondamentale della vita individuale e sociale, i lettori hanno potuto constatare come anche fra di noi ci sono punti di vista in forte contrasto. Questo non è un male, perché essere laici significa anche non avere paura delle differenze e dei conflitti che da esse possono nascere. Una società laica ed aperta non è una società grigia e uniforme, ma una società dove si discute animatamente senza però demonizzazioni ed esclusioni.

L’etica del dialogo non significa trovare sempre e comunque un accordo, cercare a qualunque costo di edulcorare ipocritamente i punti di conflitto. Questa è piuttosto l’etica di quei politicanti che sono sempre alla ricerca di compromessi ambigui fatti alle spalle dei cittadini e magari contro i loro diritti e i loro interessi. Ed è anche quella, troppe volte, di quegli intellettuali e di quei giornalisti che, come ha detto efficacemente la lettrice Tiziana, sono sempre pronti a mangiare nel piatto offerto da un qualche padrone, anche se quel piatto è sporco e il suo contenuto è repellente. Italialaica vuole invece essere un luogo d’incontro mediatico senza padroni e senza censure, in cui possono essere liberamente manifestate anche opinioni radicalmente diverse da quelle di coloro che ne sono i soci e i gestori. Crediamo di averlo ampiamente dimostrato fin dalla nostra nascita e su questa strada intendiamo continuare a camminare. Per quello che mi riguarda, superati certi equivoci e incomprensioni, sono ben felice di continuare a dare il mio contributo. La condizione della laicità in Italia non è buona, i suoi nemici sono potenti e insidiosi, perché dicono di essere loro i veri laici, proprio nel momento in cui si danno da fare in ogni campo, dalla procreazione assistita al testamento biologico, dal sabotaggio della legge sull’aborto alla negazione di ogni riconoscimento per le coppie di fatto etero e omo, dai finanziamenti alle scuole private alle esenzioni fiscali per le proprietà della Chiesa cattolica, per restringere l’area dei diritti e rafforzare quella dei privilegi e delle discriminazioni.