APPELLO – Choisir: una scelta per le donne

ReteDonne
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Il 3 novembre 2012 il coordinamento delle italiane all’estero retedonne e.V. ha tenuto a Francoforte un convegno sulle leggi e le politiche per le donne in Europa. Durante la giornata si è discusso sul futuro delle donne: sono state presentate le migliori leggi europee che l’iniziativa ’Choisir la Cause des Femmes’ ha individuato per dare la legislazione più favorevole alle donne di tutta Europa negli ambiti di libera procreazione, diritto al lavoro, rappresentanza politica, famiglia e violenza.

L’incontro si è anche concentrato sulla situazione attuale delle donne in Europa, in Italia ed in Germania in particolare. Dal confronto dei dati risulta che il carico di lavoro di cura delle donne italiane è il più alto all’interno dei paesi europei. Ciò continua a penalizzare le italiane nell’accesso al lavoro e nella carriera. La cosa, tuttavia, non stupisce, perché il sistema di norme e valori sociali presuppone che questo sia compito delle donne, Art. 37 della Costituzione italiana: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.”

Per un reale conseguimento delle pari opportunità si deve, quindi, mirare non solo al miglioramento delle leggi a livello europeo, ma in paesi come l’Italia operare anche un riesame della base costituzionale. I continui tagli operati per risanare il bilancio dello Stato italiano, colpiscono i servizi per l’infanzia, quelli per i malati e per gli anziani, e pesano principalmente sulle donne, che tornano a sostenere i maggiori oneri della crisi. Ciò comporta una rinuncia sia alla realizzazione di sé attraverso il lavoro retribuito che ad una genitorialità desiderata.

L’esigenza di conciliare la vita lavorativa e le scelte familiari è anche alla base di una nuova emigrazione femminile, che si rivolge con sempre maggiore frequenza alle nostre associazioni, con richieste di consulenza e sostegno. Facendosi portavoce delle donne presenti al convegno, retedonne chiede che:

– i partiti ed i loro candidati a tutti i livelli – nazionale, regionale, provinciale e comunale – diano la priorità nella loro agenda a programmi finalizzati ad una reale parità di carichi ed opportunità tra donne e uomini sia nel settore privato che pubblico;

– dei principi costituzionali di tutela della «essenziale funzione familiare» e dell’infanzia, beneficino entrambi i genitori, in termini di tutela della maternità e della paternità con congedi, riposi ed assenze retribuite, affinché la conciliazione tra attività lavorativa e cura dei figli e della famiglia sia diritto ed onere di entrambi;

– che i governi adottino misure concrete e pragmatiche che affrontino i problemi sociali connessi all‘evoluzione demografica (tra bassa fecondità e invecchiamento della popolazione), alleggerendo il carico delle cure familiari e agevolando il lavoro retribuito delle donne, che sono soggette ad un maggiore rischio di povertà in età pensionistica;

– che allo sforzo di armonizzazione legislativa si accompagni un’analisi ed un’applicazione delle best practice europee, che rispettino e tutelino la donna come persona nelle sue scelte esistenziali.

Francoforte, 3 novembre 2012

Contatti: retedonne@mail.com
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L’istituzionalizzazione ha narcotizzato la radicalità del movimento femminista. Un movimento per cambiare la vita delle donne

Feminists for another Europe
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Il nostro obiettivo è quello di creare rapporti di forza tali da consentirci di pesare efficacemente sui luoghi del potere. Le donne non possono e non devono più restare ai margini del potere o esserne sottomesse : devono essere e saper essere “potenti” nella politica, nella’economia, nella famiglia, nella coppia.

Chi siamo? Perchè ci siamo?

Siamo nate dopo i lavori dell’atelier « Femmes et pouvoir » al FSE (Forum Sociale Europeo, Parigi 2003) e l’Assemblea delle Donne del FSE di Londra nel 2004 dove è stata lanciata la “Piattaforma dell’Iniziativa Femminista per un’Altra Europa” che invitava alla mobilitazione le donne contro il Trattato Costituzionale Europeo.
Vogliamo impegnarci per rilanciare questa resistenza intrecciandola con le proposte femministe per costruire un’altra Europa, liberata dal patriarcato e dal capitalismo.

Siamo un movimento femminista politico, radicale e laico, universalista, pacifista, rispettoso della natura, solidale con tutti i popoli del mondo nella prospettiva di una distribuzione delle ricchezze in grado di soddisfare i bisogni vitale dell’umanità intera.
Noi vogliamo l’eguaglianza per tutte le donne ed in ogni contesto: noi pensiamo questa eguaglianza in termini di evoluzione umana, di un nuovo umanesimo al fine di garantire a tutte le donne e a tutti gli uomini la migliore società possibile.
Il benessere economico e sociale deve, per noi, necessariamente coesistere, all’interno delle responsabilità statuali, con il ben-essere individuale e con la nozione di felicità.
Il nostro movimento è aperto a tutte e a tutte/i coloro che vogliono impegnarsi per la fine della dominazione sessuale e di tutte le altre dominazioni.

Cosa vogliamo fare?

Il nostro obiettivo è quello di creare rapporti di forza tali da consentirci di pesare efficacemente sui luoghi del potere.
Le donne non possono e non devono più restare ai margini del potere o esserne sottomesse : devono essere e saper essere “potenti” nella politica, nella’economia, nella famiglia, nella coppia.

La nostra ambizione è quella di trasformare il “potere di dominazione” (retaggio dell’ideologia patriarcale) in un “poter fare insieme”, donne ed uomini, nella prospettiva di una sempre migliore civilizzazione. Ciò presuppone la capacità di agire una “rottura” con le politiche neoliberaliste, perché nulla di nuovo è possibile se non attraverso la rottura con il vecchio.
La solidarietà e le convergenze di pratiche con tutte le femministe sono indispensabili alla realizzazione di questi obiettivi, è questo il senso del nostro lavoro collettivo con tutte le forze sociali e politiche disponibili con l’obiettivo di passare dalla resistenza all’azione trasformatrice.

Come possiamo essere efficaci?

I. Quali azioni sono coerenti con la prospettiva?

Abbiamo bisogno di condividere un lavoro di riflessione sulla realtà, fondato sull’analisi della condizione femminile in ciascun paese in modo da dare più forza alle lotte comuni.

Alcune piste di riflessione:
crisi del modello neoliberista;
aumento dei fondamentalismi religiosi a livello sociale ed istituzionale con il loro portato di misoginia stereotipata;
trasformazione antropologica dell’essere umano che smette di essere una/un cittadina/o per trasformarsi in una/un consumatrice/consumatore o in una/un spettatrice/spettatore nel “mercato globale”, privatizzazione della sfera pubblica attraverso il trionfo del “privato” e la manipolazione dei media;
crisi della “sinistra” a livello ideologico che produce paralisi o inefficacità o, peggio, compromissione con i sistemi dominanti;
perversione della democrazia che è ormai una “democrazia confiscata” che produce separazione e distanza e favorisce derive nazionaliste e razziste;
cause dell’indebolimento e della divisione del movimento femminista in Europa e nel mondo;
quali alleanze e su quali basi

Prendere contatti, “costruire passerelle” per favorire la convergenza dei movimenti femministi, e promuovere la presa delle piattaforme politiche elaborate insieme. E partecipare ai movimenti sociali;
Sviluppare azioni e lotte femministe ovunque necessario nel quadro del progetto di educazione popolare femminista;
Favorire ed integrare la creazione artistica e culturale nelle azioni femministe.

II : Quale struttura organizzativa? Quale funzionamento?

Le forme organizzative devono riflettere I principi ed i valori che sosteniamo: donne ed uomini libere/i, informate/i e consapevoli e autodeterminate/i, rispettose/i delle altre e degli altri, felici nella misura del possibile!

Questa prospettiva richiede un’organizzazione orizzontale, autonoma sia dai partiti che dalle istituzioni e con una rete di comunicazione aperta e costante.
Non siamo una ONG, né un’associazione ma un movimento creativo che prova a cambiare, durevolmente, la vita delle donne.

Questa scelta si fonda sulla constatazione che l’istituzionalizzazione ha narcotizzato la radicalità del movimento femminista.
Autonomia vuol dire indipendenza finanziaria. FAE e ciascuna IFE nazionale esistente decideranno le forme più adatte (tesseramento, contribuzione,…), in relazione alle caratteristiche oggettive e soggettive, senza che ciò possa divenire elemento di inclusione od esclusione dal movimento.
Efficacia vuol dire definire relazioni precise e definite in modo strutturato fra tutte le partecipanti e fra le espressioni nazionali: è auspicabile un gruppo di lavoro europeo, leggero e snello, che coordini le azioni europee ed i legami con le istituzioni, i partiti e le associazioni a livello europeo.

Per esistere giuridicamente e quindi per avere accesso a sovvenzioni pubbliche la forma associativa, del FAE o delle IFE nazionali, se esistenti, può costituire uno strumento utile, a patto che non condizioni la presa di decisioni e la funzionalità del movimento.

Contatti: feminists4anothereurope@gmail.com