Il ‘no’ dei luterani mondiali agli ordinariati per entrare nella Chiesa cattolica

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Il segretario generale Martin Junge: “Comprometterebbero le relazioni ecumeniche”

Niente ordinariati ad hoc per i luterani che desiderano entrare in comunione con la chiesa cattolica mantenendo tuttavia parte delle proprie tradizioni ecclesiali e liturgiche. Il 18 gennaio il segretario generale della Federazione luterana mondiale (FLM), Martin Junge, ha respinto l’ipotesi suggerita qualche giorno fa dall’arcivescovo Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, di introdurre tali ordinariati, sul modello di quelli già istituiti per gli anglicani tradizionalisti, contrari all’ordinazione delle donne e delle persone omosessuali. Un secco “no” è arrivato anche dal vescovo luterano Friedrich Weber, presidente della Comunione di chiese protestanti in Europa (CCPE).

Fermo restando il naturale diritto di ogni singolo credente di convertirsi, la possibile creazione di un ordinariato, secondo il pastore Martin Junge, “manderebbe un segnale sbagliato” ai luterani ecumenicamente orientati. Essa per Junge non solo suscita “problemi teologici”, ma avrebbe anche “profonde ripercussioni ecumeniche” sulle relazioni tra le due confessioni.

La proposta avanzata dal capo dell’ex-Sant’Uffizio è arrivata non solo alla vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC), ma soprattutto a pochi giorni dallo “storico” summit sul tema dell’ecclesiologia previsto dal 7 al 9 febbraio a Vienna tra la Comunione di chiese protestanti in Europa (CCPE) e il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, il primo di una serie. Il teologo valdese Fulvio Ferrario, che sarà a Vienna come membro della delegazione della CCPE, in una intervista al settimanale “Riforma” in uscita il prossimo 25 gennaio, ha dichiarato: “Rimaniamo colpiti dal fatto che casualmente, certo, questa notizia ci raggiunge nel corso della SPUC, il che può essere considerato con un poco di ironia, ma non senza realismo, come un sintomo dell’attuale situazione ecumenica. Su questa base il dialogo ecumenico certo non si bloccherà ma non potrà contare su particolari slanci di entusiasmo”.

L’ipotesi di allargare anche agli eredi del monaco agostiniano Martin Lutero la soluzione offerta dal papa agli anglicani per mezzo della costituzione apostolica “Anglicanorum coetibus”, era stata avanzata per la prima volta il 30 ottobre, alla vigilia della festa protestante della Riforma, dal cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.