Una “rete” tedesca per il dissenso dei cattolici. Nuova mossa dei preti disobbedienti

Ludovica Eugenio
Adista n. 6/2013

. «Siamo contrari alle attuali strutture assolutistiche della nostra Chiesa e ci impegniamo a favore dei diritti civili e della trasparenza nella Chiesa. Perciò ci siamo messi in rete in ambito di lingua tedesca e a livello internazionale, perché la situazione nella Chiesa e nella società ci spinge a questo. Invitiamo i vescovi a mettersi anch’essi in rete per sostenere le richieste di riforme». È questo l’intento con il quale le Pfarren-Initiativen di lingua tedesca hanno stabilito di non sopportare più in silenzio la drammatica situazione attuale della Chiesa e di creare un collegamento per coordinare la loro azione.

Lo hanno fatto a Monaco, il 25 gennaio scorso, 30 rappresentanti provenienti dalla Germania, dalla Svizzera e dall’Austria, dando così voce a più di 1.500 cattolici tra preti, diaconi, catechisti, responsabili della pastorale, con la prospettiva di allargare la rete, nel corso dell’anno, ad analoghe iniziative già presenti in Irlanda, Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia.

Durante l’incontro di Monaco è stata espressa anche solidarietà al religioso redentorista irlandese p. Tony Flannery (v. notizia seguente), tra i promotori della Association of Catholic Priests, recentemente minacciato di scomunica dal Vaticano per il suo rifiuto a tacere critiche e richieste di riforme ecclesiali a Roma (v. Adista Notizie nn. 15/12 e 4/13).

Tra le priorità della nuova rete, la necessità di “fare muro” pubblicamente con azioni di solidarietà del clero ai provvedimenti disciplinari comminati dal Vaticano a singoli sacerdoti che si espongono in prima persona nelle loro coraggiose denunce. «Il clero impegnato sul territorio non sopporta più questi modi assolutistico-inquisitori di procedere da parte della gerarchia ecclesiastica», si legge sulla rivista austriaca Kirchenzeitung (10/2). «Il tempo di sopportare e subire in silenzio decreti che annientano, da parte delle autorità, con il “collegamento in rete” è per sempre concluso. Di fronte a questi reiterati modi di procedere, noi riteniamo che ciò che i nostri vescovi ci ripetono in continuazione, cioè di essere disponibili al dialogo “da uomo a uomo”, è solo una cinica presa in giro ed una tattica per azzerare il conflitto.

L’effetto è sotto gli occhi: la fiducia nei vescovi da parte dei preti sul territorio si riduce quasi a zero». «Ci impegniamo a tenere presente con onestà le situazioni esistenziali delle persone e la credibilità della prassi ecclesiale», affermano ancora i promotori dell’iniziativa. «Per questo avanziamo la nostra proposta, anche se va contro le attuali indicazioni ecclesiastiche». Va tenuta in considerazione la «molteplicità dei carismi indipendentemente da status, sesso o orientamento sessuale». «Invitiamo i vescovi – questa la conclusione – a mettersi anch’essi in rete per appoggiare le richieste di riforme».