Papa Francesco… Ma quale Francesco?

Intervista a Padre Giovanni La Manna: “Eviterà conflitti con il padre generale”

Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, non è solo il primo Papa sudamericano nella storia della Chiesa. E’ anche il primo Papa gesuita, l’unico membro della Compagnia di Gesù presente nel collegio dei cardinali che hanno votato per scegliere il successore di Joseph Ratzinger. Mai, prima di oggi, un gesuita aveva avuto il compito di guidare la Chiesa. Verosimilmente anche perché l’ordine religioso fondato da Ignazio di Loyola nel 1534 ha al suo centro una figura che – almeno nell’immaginario collettivo – può essere percepita come in contrasto con il Santo Padre: il preposito generale – o padre generale o, come viene più comunemente chiamato, il “Papa nero”.

Abbiamo intervistato Padre Giovanni La Manna, gesuita e presidente del Centro Astalli di Roma. Che ci ha spiegato perché, dal suo punto di vista, non vi saranno scontri tra le due autorità religiose, anche grazie alla “levatura spirituale e umana del nuovo Papa”, che eviterà qualsiasi forma di contrasto con il “padre generale”. Quanto al nome scelto dal nuovo Papa – Francesco I – il gesuita non ha dubbi: è un omaggio a San Francisco de Jasso Azpilcueta Atondo y Aznares de Javier, meglio noto come San Francesco Saverio. Uno dei primi santi testimoni della Compagnia di Gesù.

I gesuiti devono prestare obbedienza, oltre che al Papa, anche al padre generale, il cosiddetto “Papa nero” (che attualmente è Adolfo Nicolás). Come si rapporteranno i gesuiti con queste due figure?
Credo che il nuovo Papa sia una grande persona, sia dal punto di vista spirituale che umano, e che avrà la maturità per evitare qualunque forma di conflitto. I gesuiti, riguardo alla missione, fanno un voto che va oltre all’obbedienza: si tratta del cosiddetto “quarto voto di obbedienza al Papa”. In base a questo voto, il Papa in qualsiasi momento può chiedere ai gesuiti un impegno a una missione, e i gesuiti – al di là delle intenzioni del padre generale – sono tenuti a obbedire. Ma sono certo che non succederà: Francesco I non creerà forme di conflitto nell’obbedienza al padre generale e a sua santità”.

Che significato ha il primo Papa gesuita nella storia della Chiesa?
E’ sicuramente qualcosa di nuovo che, come tutte le novità, porterà gioia e curiosità tra i fedeli. Personalmente, sono molto felice e curioso di vedere come si muoverà un Papa gesuita.

Dal suo punto di vista si tratta anche di un riconoscimento del vostro ordine?
Il nuovo Papa è una persona che ha ricevuto una formazione gesuitica. E chi è stato gesuita per anni non può cancellare le sue origini. La sua formazione ha influito sul modo in cui ha agito da arcivescovo di Buenos Aires: quello che forma un uomo difficilmente si dimentica. Il fatto di essere gesuita entrerà nel suo modo di servire la Chiesa. Ne abbiamo avuto un assaggio già nel saluto di stasera, nella sua richiesta ai fedeli di pregare per lui prima ancora di benedirli. Così come il Papa benedice il popolo della Chiesa, Francesco I ha chiesto al suo popolo di benedirlo e pregare per lui.

E cosa dice del nome? Pensa che lo abbia scelto in riferimento a San Francesco e al suo voto di povertà?
Avendo Sua Santità una storia da gesuita, penso proprio che lo abbia scelto avendo in mente San Francesco Saverio (San Francisco de Jasso Azpilcueta Atondo y Aznares de Javier, ndr), uno dei primi missionari ad aver tentato di evangelizzare terre nuove. Credo che la scelta del nome appartenga alla storia di Sua Santità e dunque affondi le sue radici nella storia dei gesuiti.
Pensando e vivendo da gesuita, ho pensato immediatamente a questo riferimento al nostro Francesco Saverio, che è un santo fondamentale per i gesuiti: uno dei primi santi testimoni della Compagnia di Gesù. Ha speso una vita intera nella sua missione di evangelizzazione. Sono certo che questo nome risuoni nell’animo di Sua Santità.

Che tipo di Papa sarà Francesco I? Un Papa di rottura o di continuità con il passato?
Sicuramente terrà conto della linea seguita dai suoi predecessori. Ma a modo suo darà delle priorità, e nell’identificazione di queste priorità peserà il suo essere gesuita. Tenendo conto del nome che ha scelto, sarà certamente un uomo impegnato nella nuova evangelizzazione nell’anno della fede.
Guiderà la Chiesa con l’attenzione di chi guarda il mondo da un altro punto di vista, che nel suo caso è l’Argentina. In questo modo aiuterà la Chiesa universale ad avere un’aria nuova e rivedere le sue priorità. Tutto ciò non potrà che portare slancio ed entusiasmo nella Chiesa. Torno al suo primo discorso da Papa: chiedendo ai fedeli di benedirlo, ha avviato un dialogo, una relazione nuova, biunivoca. Non è un discorso a senso unico: vuol dire sentirsi parte di un’unica realtà.