Bologna come punto di partenza per ragionare sulla scuola italiana tra pubblico e privato

Silvana Ronco
www.vociprotestanti.it

Quale , fra le seguenti proposte di utilizzo delle risorse finanziarie comunali che vengono erogate secondo il sistema delle convenzioni con le scuole d’infanzia paritarie a gestione privata, ritieni più idonea per assicurare il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini che domandano di accedere alla scuola dell’infanzia?
A- Utilizzarle per le scuole comunali e statali
B- Utilizzarle per le scuole paritarie private

Questo è il testo del quesito referendario che il 26 maggio prossimo darà ai cittadini bolognesi la possibilità di esprimersi in merito alla destinazione più idonea delle risorse finanziarie comunali. E’ un testo che pone una precisa domanda cui già i Padri Costituenti avevano dato a suo tempo risposta negli artt. 3, 33 e 34 della Costituzione ma, preso atto che il principio di laicità nel nostro Stato è puntualmente disatteso, i cittadini devono ricorrere allo strumento referendario per decidere se l’intera comunità deve accollarsi o no le spese destinate al settore privato paritario dell’istruzione che a Bologna consta di ben 27 scuole, di cui 25 confessionali cattoliche (ecco perchè anche di laicità si tratta).

L’iscrizione alla scuola pubblica comunale o statale innanzitutto è gratuita, mentre le private hanno rette mensili dai 200 ai 1.000 euro e prevedono quindi già una prima selezione per censo, inoltre il progetto educativo di una scuola pubblica è laico e pluralista, mentre l’iscrizione dei propri figli ad una scuola privata cattolica prevede obbligatoriamente l’accettazione del progetto educativo confessionale e quindi “di parte”. Garantire a tutte le bambine ed i bambini l’accesso alla scuola pubblica significa quindi rispettare un diritto costituzionale fondamentale, impegno che non può essere disatteso da parte del Comune che oggi destina ben 1.200.000 euro al settore privato, contributo che raddoppia se sommato a quello proveniente da Stato e Regione, per un totale di 2.400.00 euro.

Nel giugno dello scorso anno ben 423 bambini erano in lista d’attesa per la scuola d’infanzia comunale, mentre ben 140 posti erano ancora liberi nel settore privato paritario. Questi numeri dimostrano l’inefficienza del sistema integrato pubblico/privato, confermata dall’analisi delle percentuali di accoglienza degli stranieri (4,6% nel privato a fronte del 23,3 % nel pubblico) e dei disabili (0,3 % nel privato e 2,1 % nel pubblico, settore che inoltre accoglie anche molti casi di bimbi con disagi sociali).

La scelta delle famiglie è quindi soggetta a precisi condizionamenti legati a censo, abilità e religione, fattori ancor più discriminanti se pensiamo alla situazione dei migranti. Ben si comprende allora l’ottima riuscita della raccolta-firme a sostegno del referendum comunale consultivo organizzata dal “Nuovo Comitato Art.33”, che in poche settimane ha raccolto 13.000 firme di cittadine e cittadini, a sostegno di un percorso democratico rispettoso della Carta Costituzionale.
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“VotiAmo scuola pubblica” è lo slogan scelto dai referendari

Bologna rappresenta quindi il punto di partenza per una più ampia riflessione sulla legge 62 del 2000, percorso cui l’Associazione 31 Ottobre intende dare il proprio contributo dedicando un’intera giornata al tema della destinazione dei fondi pubblici, in collaborazione con la Consulta Napoletana per la Laicità delle Istituzioni, presso l’Antisala dei Baroni, nella splendida cornice-simbolo di Napoli qual’è il castello del Maschio Angioino.

Sabato 11 maggio, a partire dalle ore 10, si apriranno i lavori del Convegno nazionale “Senza oneri per lo Stato. La scuola italiana tra pubblico e privato”, coordinato da Silvana Ronco (presidente dell’Associazione 31 Ottobre), cui parteciperanno Giancarlo Nobile (Coordinatore della Consulta Napoletana), Annamaria Palmieri (Assessore Scuola e Istruzione del Comune di Napoli), il prof. Marco Rossi Doria (Sottosegretario Pubblica Istruzione), Adriano Bertolini (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia) e Mariangela Pisano (Responsabile Scuola Associazione Grande Napoli).

Nel pomeriggio, alle 15, si svolgerà la Tavola Rotonda “La scuola privata del pubblico”, moderata dal prof. Claudio Finelli (Consulta Napoletana), cui interverranno Matteo Viviano (Coordinamento Genitori Democratici), Bruno Moretto (Comitato Art.33 Bologna), Maria Laura Amendola (Unione degli Studenti), Luigi Panacea (Segretario Regionale UIL scuola) e Giuseppe Vassallo (Segretario Regionale FLCGIL).

E’ necessario intraprendere una strada che porti a “fotografare” le realtà presenti nelle varie regioni italiane, esigendo dal Ministero dell’Istruzione una rendicontazione trasparente ed aggiornata sia dei finanziamenti che del rispetto della normativa da parte delle strutture private, ovvero il rispetto dei requisiti richiesti per la qualifica di scuola paritaria, in modo da poter fare una corretta analisi dello “stato di salute” del sistema integrato pubblico/privato, prendendo spunto dall’iniziativa bolognese.

Ormai siamo abituati che ad ogni cambio di governo, la CEI detti l’agenda per la Scuola, la sua, quella privata e paritaria. Mai come oggi si rende perciò opportuno e urgente fare chiarezza su quanto riportato nel Dettato Costituzionale: “senza oneri per lo Stato”.