Aria nuova in Vaticano: Bagnasco apre a tutte le famiglie

Cecilia M. Calamani
http://cronachelaiche.globalist.it/

Pare incredibile per una volta trovarsi in accordo con il presidente della Conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco, il porporato più ferreo nella difesa dei “valori non negoziabili”, quello che ad ogni richiesta di apertura della Chiesa oppone un secco e duro “no”. Eppure, il suo discorso a margine di un seminario organizzato a Genova dal Forum delle associazioni familiari meriterebbe un applauso tanto è lucido, razionale e, verrebbe da dire, laico.

Bagnasco ha parlato in difesa della famiglia, e questa non è certo una novità. Ma invece di insistere con il solito mantra della famiglia fondata da un uomo, una donna e relativa prole – e dio ci scampi e liberi se pensiamo a qualche altra possibile forma – ha espresso un concetto socio-politico per la prima volta scevro da ossessioni di tipo sessuale e dottrinale: «C’è in atto nella società odierna un’aggressione alla famiglia che non è casuale, ma strategica e questo perché se la famiglia è più debole, la società è più fragile e si domina meglio sul piano politico, ideologico ed economico». A noi piace pensare, ci smentisca il cardinale, che abbia parlato di quella fragilità di cui soffrono tante famiglie italiane, dovuta al mancato riconoscimento del loro status. Le coppie di fatto, le famiglie allargate, cosa altro sono se non nuclei familiari deboli, ai quali lo Stato nega diritti basilari quali assistenza reciproca, reversibilità della pensione, eredità, subentro nella locazione della casa e, per le famiglie allargate, l’affidamento della prole nel caso di decesso di entrambi i genitori? Fragilità economica, fragilità sociale, invalidità di un vincolo che tiene in piedi famiglie diversamente costruite, sulla base di scelte personali che nessuno è tenuto a indagare.

Dice bene Bagnasco, «l’aggressione alla famiglia non è casuale, ma strategica». C’è da essere certi che il prossimo passo del cardinale sarà riconoscere tra i principali aggressori proprio la Chiesa, quella che ordina ai suoi seguaci in parlamento di osteggiare ogni forma di unione extramatrimoniale e l’estensione del matrimonio alle coppie monosesso. E poi lo sentiremo anche suggerire ai parlamentari cattolici di piantarla con stereotipi marcescenti e veti incrociati, anzi di adoperarsi affinché in Italia le famiglie crescano, si stabilizzino e non siano preda della precarietà derivante dall’essere fantasmi per lo Stato. E ritratterà anche quanto ha recentemente dichiarato sui tempi per ottenere il divorzio («in Italia sono troppo brevi»), dicendo che quei quattro o cinque anni che intercorrono tra separazione e divorzio sono eccessivi perché rallentano la formazione di altri nuclei familiari.

Ecco, cardinale. Completi il suo intervento. I parlamentari cattolici recepiranno il suo pensiero, promuoveranno finalmente leggi da Paese civile e lei potrà vedere realizzato il suo sogno: tante famiglie, sempre di più. Forti del loro diritto di esistere ed essere riconosciute.