Pienoni alle messe, divorziati in chiesa. L’effetto Bergoglio sulle parrocchie

Orazio La Rocca
La Repubblica | 25.10.2013

Aumentano le confessioni, così come i problemi con separati, coppie di fatto, gay e conviventi, che chiedono i sacramenti. I sacerdoti e il “pressing” dei fedeli: “In attesa di nuove regole, ci chiedono risposte”

“Chiese e messe di nuovo piene, confessioni in aumento, ma anche problemi con divorziati risposati, coppie di fatto, conviventi, coppie gay che vogliono i sacramenti perché papa Francesco per loro chiede accoglienza e misericordia. E in attesa di nuove regole c’è chi impartisce “la comunione spirituale” o parla di “nuovo cammino eucaristico””. È l’effetto Bergoglio che sta travolgendo i parroci della diocesi Roma, dal centro alle periferie più estreme.

“Un fenomeno che ha portato nuovo entusiasmo e fiducia per la Chiesa. Ma forse eravamo impreparati – confessa, ad esempio, don Federico Tartaglia, parroco di San Giovanni Battista a Cesano – a dare risposte a famiglie ferite o a conviventi senza nuove norme. Francesco si fa capire, arriva al cuore, parla di povertà, sullo Ior, la banca vaticana, ha già fatto molto. Ma speriamo nel Sinodo sulla famiglia del prossimo anno”. Stessa analisi da don Giuseppe Frigiola, parroco di Santa Chiesa a piazza dei Giochi Delfici: “I parroci sentono che con Francesco si aprono nuovi orizzonti per la Chiesa. E la crescita delle conversioni lo dimostra”. Quanto a “divorziati risposati e conviventi ora siamo più motivati e, in attesa di novità canoniche, possiamo certamente intraprendere un nuovo “cammino eucaristico” con chi vive in difficoltà”.

“Grazie a Francesco non è più clandestino il 90 per cento dei preti romani, da sempre vicini a divorziati, gay e conviventi senza chiedere orientamenti sessuali o patenti di legittimità. Sanno che il Papa è con loro”, sostiene don Filippo Di Giacomo, ex missionario e giornalista: “Ora i veri preti clandestini sono quel dieci per cento di carrieristi e burocrati che vivono negli uffici”. “Sono tanti i feriti riavvicinati alla Chiesa grazie al Papa”, conferma don Alessandro De Rossi, parroco di San Luigi Gonzaga, ai Parioli, per sei anni missionario in Argentina quando Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires. “Il Papa non mi sorprende – specifica – è sempre stato così, vicino a chi soffre e a chi è lontano dalla Chiesa, proprio come faceva in Argentina. Ed i frutti si vedono, specialmente nelle confessioni dove in tanti ammettono di essere tornati grazie all’esempio del Papa”.

Per don Mario Magistrato, parroco di Santa Paolo Romana alla Balduina “è tornata la simpatia e l’attenzione per la Chiesa non solo dalla gente semplice, ma dalle persone più colte che apprezzano il modo di farsi capire di questo Papa. È però uno strazio non poter dare i sacramenti a divorziati risposati o conviventi. È un problema molto sentito da noi parroci, ma c’è grande speranza nel Sinodo sulla famiglia 2014”. Anche per don Sergio Mercanzin, direttore del Centro Russia Ecumenica vicino al Vaticano, “Francesco arriva al cuore di tutti, dai più semplici ai più impegnati. Ecco perché alle udienze papali sono sempre in 100mila. Ormai in Vaticano è sempre mercoledì, il giorno dell’udienza pubblica. Ho avuto il piacere di celebrare col Papa a Casa Santa Marta e ho visto con che passione tiene l’omelia. Alla fine si ferma a parlare con tutti come un amico e qualcuno lo saluta persino con pacche sulle spalle. È unico”.

“Come sacerdoti ci troviamo di fronte a problemi nuovi con famiglie ferite, divorziati risposati, conviventi – ammette il parroco di S. Maria Consolatrice a Casal Bertone, don Giovanni Biallo – ma nessuno va indietro anche se per i sacramenti le regole vanno rispettate, in attesa di nuove disposizioni. Ma è il clima che è cambiato con Francesco”. Monsignor Gianni Todescato, rettore a S. Agnese a piazza Navona parla di “boom di giovani per Francesco e lo vediamo alle veglie notturne del giovedì sera, sempre affollatissime, con tanti ragazzi che si avvicinano per la prima volta e hanno voglia di parlare dei loro problemi”. Ventata di novità anche dagli ospedali, dove – racconta don Gabriel Trotta, cappellano al Sant’Andrea “le confessioni sono aumentate e la richiesta di sacramenti pure, anche da chi vive fuori dai canoni. Ma io non respingo nessuno con la “comunione spirituale” e devo dire che è molto apprezzata”.

“Con Francesco c’è un nuovo linguaggio che arriva a tutti e i vantaggi sono evidenti in materia di conversioni e di richiesta di accoglienza”, confida don Andrea Palamides della Comunità della Riconciliazione, dove “sono in crescita costante le presenze di persone ferite dalla vita, anche lontane dalla fede, che chiedono aiuto”. “Francesco ha facilitato la nostra pastorale – conclude don Giuseppe Colaci, parroco del Sacro Cuore di Gesù a Ladispoli. “Ma chi arriva sa che non si può ridurre tutto a un “volemose bene” senza cambiamenti personali. E per questo, in attesa di novità canoniche, si sentono accolti e rispettati”.