Bergoglio e i pregiudizi. Le donne? Più snobbate dei gay

Intervista a Helen Schüngel-Straumann
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Il pontefice che parla con tutti a lei non ha ancora risposto. Sono già passati quasi due mesi da quando Helen Schüngel-Straumann, teologa svizzera, ha scritto a papa Francesco un appello affinché la Chiesa si apra alle donne. Ma il telefono per lei non ha squillato. La petizione, pubblicata da un sito svizzero in inglese e tedesco (e che Lettera43.it ha tradotto in italiano ) è stata firmata da mille studiosi, ma per ora non sembra essere riuscita a fare breccia in Vaticano.

Il 5 novembre la Santa Sede ha pubblicato una lista di 38 domande a cui tutti i fedeli possono rispondere in vista del prossimo sinodo dei vescovi sulla famiglia: si parla di matrimoni, di divorziati e anche di unioni civili e omosessuali. Ma nonostante i passi avanti, nell’agenda vaticana non c’è spazio per la questione femminile. Eppure, spiega la studiosa della Bibbia e docente di Teologia biblica a Colonia e Kassel, in Germania, «il ruolo dell’altra metà del cielo dovrebbe essere più importante». Anche perché da esso dipendono molti dei problemi che la Chiesa ha con la sessualità. «Se ci fossero donne sacerdote tutto cambierebbe», dice la professoressa sperando ancora di essere ascoltata da Francesco.

Insomma, il papa risponde a tutti tranne che a lei?
L’indirizzo è giusto, la lettera deve essere arrivata. Ci rimarrei male se non lo facesse. E poi questo pontefice ha detto più volte che le donne devono avere più responsabilità.

La Chiesa sembra interessarsi di tutto tranne che al “gentil sesso”.
Sono davvero stupita. Per non dire choccata. Siamo la maggioranza del Pianeta e il nostro ruolo tra i cristiani dovrebbe essere prioritario. Invece hanno più attenzione questioni che riguardano minoranze.

Il suo appello, almeno, sta avendo successo?
La petizione è stata firmata da tanti teologi soprattutto in Austria, Germania e Svizzera, ma anche in Canada, Australia e negli Stati Uniti. Molti studiosi che leggono i testi originali dell’Antico testamento chiedono le stesse cose.

E il Vaticano invece resta indietro?
Sì. Ma non siamo ai tempi di Gesù. Non si può prendere la Bibbia in versione letterale come fanno loro.

Cosa intende?
Ci raccontano ancora che, siccome Cristo aveva scelto solo discepoli maschi, le donne non possono accedere al sacerdozio. Ma è una posizione ridicola, non ci sono parole per definirla.

Perché?
Perché è falsa. Nei Vangeli apocrifi si racconta di diverse apostole. Solo per citarne qualcuna: Maria Maddalena, Febe, Prisca.

Però si ricordano solo i 12 apostoli.
Quello che è sicuro è che i maschi erano 12 perché simboleggiavano le tribù di Israele. Ma l’idea che ci fossero solo loro è stata fissata nella seconda metà del primo millennio.

Di Maria Maddalena girano mille leggende: era una prosituta?
No, la prostituta appare nel Vangelo di Luca: una donna che arriva a piangere ai piedi di Gesù destando scandalo. Questa storia viene prima della vocazione di Maria Maddalena. Oggi ci sono 4-5 versioni di 400-500 pagine sulla sua figura.

Per Dan Brown era la donna di Gesù…
Tanta fantasia.

E allora chi era?
Negli scritti dei quattro evangelisti ha un ruolo fondamentale. Dopo la morte di Cristo i discepoli scappano, le donne restano. E quando la domenica mattina vanno al sepolcro, gli uomini sono a tre giorni di viaggio lontani da Gerusalemme.

E quindi?
È Maria Maddalena che scopre che il messia è risorto. La persona che annuncia la Resurrezione è lei, una donna. Fino al 13esimo secolo la chiamavano apostola apostolorum: l’apostola degli apostoli.

E allora perché la sua figura è finita nell’oblio?
Per paura delle persecuzioni, i cristiani si adattarono alla cultura dominante romana, che era molto molto virile.

Tanto da annullare le donne?
Ci sono dei testi romani citati dai padri della Chiesa in cui il cristianesimo viene ridicolizzato proprio perché Maria Maddalena era una donna: una «furia di donna» che ha visto la resurrezione, dicevano.

A questo punto Maddalena cambia anche per i cristiani?
Anche se nel Nuovo Testamento non c’è una parola negativa su di lei, la sua immagine venne modificata. E l’arte la dipinse con capelli lunghi e atteggiamento lascivo.

Le donne sono sempre sante o prostitute.
Sì, c’è questo trucco di metterle ogni volta in una posizione non paritaria rispetto agli uomini.

Secondo lei è un problema proprio del cristianesimo?
Nei testi ebraici originali non è così. Ad esempio, studiando la Genesi, ho scoperto che anche la figura di Eva è stata modificata nel tempo.

Non è stata lei a mordere la mela proibita per prima?
Nelle versioni occidentali della Bibbia è descritta come la donna che conduce Adamo a peccare. E invece nei testi originali peccano insieme.

Più in generale, secondo lei il cattolicesimo ha più problemi col sesso dell’ebraismo?
Sì, e questo è un problema molto più importante di tutti quelli collaterali. La teologia lo ha reso un affare sporco, ma nel Vecchio testamento il senso del sesso era dare gioia agli essere umani.

Ma non sono i libri più conservatori del cristianesimo?
No, sono solo i più terreni, i più legati alla vita: se non lo si capisce, non si capisce niente.

La Chiesa dovrebbe riscoprire il sesso come piacere?
Bisognerebbe rifletterci in maniera molto più profonda. Perché la sessualità ha un ruolo importante nella vita delle persone.

Invece si parla soprattutto degli scandali: pedofilia, ‘lobby gay’…
È tutto legato: se le donne avessero più spazio e potere all’interno della Chiesa molti di questi aspetti cambierebbero.

Come giudica gli ultimi pontefici?
Giovanni XXIII aveva chiesto alla Chiesa di interpretare i ‘segni dei tempi’. Ma da allora non è stato fatto nulla. E le donne sono ancora ai margini.

E Giovanni Paolo II e Benedetto XVI?
Il primo era un maschilista convinto. E pure Ratzinger non aveva simpatia per i problemi femminili.

Francesco si è dimostrato più sensibile.
Chissà. Penso che la questione non sia tra le sue priorità. Non conosce bene l’emancipazione delle donne in Europa e in America. Penso che sia lontano dalla sua sensibilità. Per lui i problemi in cima all’agenda sono poveri e miseria.

Però, se si parla del divorzio, perché non parlare anche delle donne?
È per questo che ho deciso di lanciare il mio appello. La questione come al solito è quella delle donne sacerdote. Non chiedo che ci sia una donna cardinale, ma che ci sia una riflessione su come far entrare l’altra metà del cielo nella Chiesa.

Papa Francesco dovrebbe chiamarla?
Deve parlare con le donne, con delle teologhe. Gli uomini hanno già detto abbastanza in questi 2.000 anni.