Napolitano riceve il papa e prega per le larghe intese

Luca Kocci
il manifesto, 15 novembre 2013

A poco più di cinque mesi dal primo incontro di Napolitano con Bergoglio in Vaticano (l’8 giugno), ieri papa Francesco ha ricambiato la visita recandosi al Quirinale. E il presidente della Repubblica, che forse non sa più a che santo votarsi per tenere insieme un governo delle larghe intese sempre in affanno, ne ha approfittato per lamentare il clima politico «avvelenato e destabilizzante» e quasi per chiedere al pontefice di metterci una “parola buona”. «Vede, santità – ha detto Napolitano –, noi che in Italia esercitiamo funzioni di rappresentanza e di guida nelle istituzioni politiche, siamo immersi in una faticosa quotidianità, dominata dalla tumultuosa pressione e dalla gravità dei problemi del paese e stravolta da esasperazioni di parte in un clima spesso avvelenato e destabilizzante. Quanto siamo lontani da quella “cultura dell’incontro” che ella ama evocare, da quella sua invocazione “Dialogo, dialogo, dialogo”!». Ma forse, ha proseguito il presidente, dopo questo incontro, potrà svilupparsi «un impegno comparabile a quello di cui ella, santità Francesco, ci sta dando l’esempio».

Messaggio recepito, perché nel breve discorso di replica, Bergoglio ha augurato «che l’Italia, attingendo dal suo ricco patrimonio di valori civili e spirituali, sappia nuovamente trovare la creatività e la concordia necessarie al suo armonioso sviluppo, a promuovere il bene comune e la dignità di ogni persona» e ad offrire «il suo contributo per la pace e la giustizia». E l’Osservatore Romano di oggi apre la prima pagina con il titolo «Concordia per il bene di tutti».

Chissà se l’auspicio del papa basterà a serrare i ranghi attorno al governo di Letta e Alfano, anche loro al Quirinale – insieme al ministro degli Esteri Bonino e al sottosegretario alla Presidenza Patroni Griffi – che poi, come prassi, hanno incontrato la delegazione “politica” vaticana (il “ministro degli interni” mons. Becciu, quello degli “esteri” mons. Mamberti e il presidente del Governatorato del Vaticano card. Bertello) e il presidente della Cei Bagnasco in un colloquio riservato in cui vengono affrontate questioni più concrete.

La politica «ha drammatica necessità di recuperare partecipazione, consenso e rispetto, liberandosi dalla piaga della corruzione e dai più meschini particolarismi», ha detto Napolitano che più volte ha usato argomenti e lessico bergogliano: pace di Medio Oriente, «periferie» rimaste «ai margini di un moderno sviluppo economico e benessere sociale», «sfida antropologica». Subito ripresa da Francesco che ha rilanciato il valore della famiglia («luogo primario in cui si forma e cresce l’essere umano») e ha chiesto maggior «sostegno», perché «per dispiegare pienamente il suo insostituibile compito» deve essere «apprezzata, valorizzata e tutelata». Bergoglio ha parlato anche della «crisi economica che fatica ad essere superata» e della «insufficiente disponibilità di lavoro», chiedendo di «moltiplicare gli sforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere ed irrobustire ogni segno di ripresa».