Francesco, devi incontrare le vittime di abusi sessuali da parte del clero

Comitato redazionale del National Catholic Reporter
www.ncronline.org, 6 marzo 2014 (traduzione: www.finesettimana.org)

Lettera aperta a papa Francesco sulla infelice risposta sui preti pedofili nell’intervista al Corriere

Il comitato di redazione del National Catholic Reporter, una testata giornalistica di ispirazione conciliare che viene pubblicata negli Stati Uniti, dopo aver letto l’intervista che papa Francesco ha concesso al direttore del Corriere della Sera, hanno deciso di scrivergli una lettera molto stimolante per chiedergli di non accontentarsi dell’analisi piuttosto sbrigativa che, durante la stessa intervista, è emersa a proposito del problema degli abusi sessuali compiuti sui minori da esponenti del clero cattolico

Caro Papa Francesco,
un saluto cordiale dal cuore degli Stati Uniti .
Noi, come molti altri, siamo stati toccati dal tuo approccio molto umano e pastorale a questioni difficili della vita, dalla profonda compassione che non esitate a mostrare e dalle vostre insistenti esortazioni a lasciare le nostre chiese confortevoli per andare incontro al resto dell’umanità, specialmente a coloro che vivono ai margini. Sei diventato un esempio e uno stimolo per la tua umiltà e per la tua autorità.

Probabilmente ti sti accorgendo anche tu che il mondo si aggrappa alla tua figura con infinite aspettative. E’ dunque con un sentimento di estrema urgenza che noi cerchiamo di inserire nella tua agenda l’esigenza di occuparsi e di risolvere la crisi legata agli abusi sessuali compiuti da membri del clero cattolico.
Rispondendo a una domanda del direttore del Corriere della Sera hai riconosciuto anche tu che questi abusi costituiscono una violenza terribile, che lascia ferite profonde.

Hai poi aggiunto che: “Le statistiche sul fenomeno della violenza dei bambini sono impressionanti, ma mostrano anche con chiarezza che la grande maggioranza degli abusi avviene in ambiente familiare e di vicinato. La Chiesa cattolica è forse l’unica istituzione pubblica ad essersi mossa con trasparenza e responsabilità. Nessun altro ha fatto di più. Eppure la Chiesa è la sola ad essere attaccata”.

Queste dichiarazioni contengono senz’altro alcune verità, ma non considerano anche altre verità più imbarazzanti che sono state tenute nascoste fino a quando la nostra testata ha iniziato a svelare i contorni di questo terribile capitolo della storia della Chiesa nel 1985.

Noi rivendichiamo una certa autorità in materia, perché studiamo e, analizziamo lo scandalo degli abusi sessuali sui minori da tanto tempo, e abbiamo sentito mote volte dire che la maggior parte degli abusi sui minori viene compiuta al di fuori dalla Chiesa e che la Chiesa ha fatto più di ogni altra istituzione per essere trasparente e per prevenire questi abusi.

Ma proprio perché abbiamo una profonda esperienza non possiamo non ricordare che nessun’altra istituzione sulla terra ha avuto i mezzi e ha desiderato nascondere con altrettanta forza e per tanto tempo tutto questo crimine. La realtà è che, anche se i casi di abusi su minori sono un peccato orribile, lo scandalo più grande e persistente è il numero di vescovi e di cardinali che hanno nascosto questo peccato, che hanno pagato alle vittime ingenti somme di denaro perché osservassero il silenzio, che si sono rifiutati di prendere in considerazione le difficoltà che avrebbero potuto creare ad altri vescovi e sacerdoti quando hanno deciso di trasferire i responsabili di questi abusi a un ufficio diverso da quello che ricoprivano.

E se, come dici tu, la Chiesa è stata probabilmente l’istituzione che più ha cercato di stabilire norme e procedure per prevenire gli abusi futuri è però anche vero che, per decenni, i leader di quella stessa Chiesa, hanno negato che ci fosse il problema, hanno mentito circa il numero di persone coinvolte e hanno speso molti soldi per impedire che si venisse a sapere la reale dimensione del fenomeno. E anche ora ci sono vescovi in carica che hanno disatteso le indicazioni del loro conferenze episcopali su come trattare i casi di abuso.

Se la Chiesa è oggi, più di ogni altra istituzione, quella che si preoccupa maggiormente degli abusi sessuali compiuti dai suoi sacerdoti sui minori, è perché c’è stata un’enorme pressione dell’opinione pubblica sensibilizzata dalle vittime di questi abusi e da quanti, anche nella Chiesa, chiedevano finalmente la verità. E poi la storia dimostra come ci siano stati alcuni dirigenti di questa stessa Chiesa che sono stati poco diligenti nell’applicare le norme che la Chiesa stessa si era data per prevenire il fenomeno degli abusi sessuali sui minori.

Tu ci esorti a rivolgere lo sguardo verso gli emarginati e ci hai dato esempi concreti di quello che questo vuole dire. Hai anche dato un grande spazio al dialogo ed è nello spirito di questo dialogo che ti suggeriamo di ricordare che, tra i più emarginati, nella Chiesa, ci sono proprio le vittimi degli abusi sessuali compiuti dai sacerdoti.

Parli di “ferite profonde” causate, con la violenza, in famiglie normali: queste famiglie, si sa, non saranno mai unite; genitori e figli non conosceranno mai la normale profondità di amore e di fiducia che ci può essere in una sana vita familiare .

Allo stesso modo, i drammi dovuti agli abusi, restano anche nella Chiesa e hanno conseguenze ancora più profonde e dannose di quelle che si possono riscontrare in altri contesti, perché nella Chiesa l’abuso è stato compiuto da qualcuno che si supponeva potesse rappresentare il più profondo bene spirituale che la comunità era in grado di offrire.

Di certo tu non sei responsabile di tutto quello che accade nella società, ma all’interno della famiglia cattolica il tuo esempio può fare molto e tra tutti gli emarginati del monto che hanno bisogno di un sostegno da parte tua, coloro le cui vite sono state distrutte da sacerdoti che hanno abusato di loro durante l’infanzia, sono quelli che potrebbero beneficiare più di ogni altro della tua attenzione.

Nella stessa intervista hai definito “coraggioso” papa Benedetto XVI, per aver finalmente indicato alla chiesa una strada per rispondere al fenomeno degli abusi sessuali compiuti da membri del clero. Benedetto trovò il coraggio di agire dopo aver preso atto di quella che lui stesso ha chiamato “la sporcizia nella Chiesa”, dopo aver letto, quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, le tantissime denunce. E come papa, ha voluto incontrare personalmente alcune vittime degli abusi sessuali compiuti da membri del clero, ha sentito le loro storie, ha visto il loro dolore.

Ecco perché, caro papa Francesco, ti invitiamo a incontrare le vittime di abusi sessuali del clero .

Lo scorso anno, il Giovedì Santo, hai sconvolto e ispirato il mondo intero lavando i piedi di alcuni giovani detenuti di Roma. Ti imploriamo, per il prossimo Giovedì Santo, di mettere al centro dell’attenzione del mondo, le vittime degli abusi sessuali da parte dei sacerdoti: di ascoltare le loro storie, di lavare loro i piedi.

Se nessuno cercherà di guarire questa profonda ferita, se il parroco del mondo non sarà in grado di assistere con la compassione e con l’accoglienza le vittime di questa orribile ingiustizia che ha ferito la sua stessa comunità, questa stessa ferità continuerà a marcire e ad oscurare tutte le altre riforme che, nel frattempo, verranno avviate.