Il vescovo Mogavero: il pontefice sta cercando strade nuove, seguiamolo

Paolo Rodari
www.repubblica.it

«Il Papa sta tracciando strade nuove di misericordia e non di condanna verso tutti. Non cambierà la dottrina della Chiesa in merito al matrimonio fra uomo e donna, ma studierà nuove soluzioni pastorali inerenti le nuove realtà, come sono le unioni che nascono fuori dal matrimonio. Questa prospettiva di abbraccio e non di chiusura purtroppo trova resistenze dentro la Chiesa, ma trova anche tanti vescovi e laici disposti a correre il rischio di seguirlo».

Domenico Mogavero — vescovo di Mazara del Vallo, e membro della commissione episcopale per i migranti — il cardinale Dolan dice che il Papa non vuole condanne preventive. Qual è la posizione della Chiesa sulle coppie omosessuali?

«Gli omosessuali sono persone come tutti. La loro condizione non è una patologia. Non sono malati da curare. La Chiesa difende giustamente il sacramento del matrimonio fra uomo e donna ma insieme, come ha detto recentemente anche il vescovo di Parma Enrico Solmi che nella Cei si occupa della famiglia, occorre discutere e confrontarsi per arrivare, attraverso il Codice civile, a una tutela dei diritti di tutte le persone in quanto tali. Tali diritti vanno in considerazione anche della relazione che un uomo e una donna non sposati possono intessere».

Ma il Papa cosa chiede in più oggi alla Chiesa?

«Misericordia, amore e noncondanne. Nessuna crociata. Già papa Giovanni XXIII chiese di condannare l’errore ma mai l’errante. Venne criticato dentro la Chiesa, come in parte capita oggi a Francesco. Ma occorre procedere senza paura. Esiste un’umanità ferita che chiede aiuto e considerazione. Le coppie di fatto, le coppie anche fra persone omosessuali, sono una realtà. La Chiesa non deve fuggire dietro steccati e, fuggendo sia l’estremismo di chi vuole aperture incondizionate sia l’estremismo di vuole solo chiusure, cercare nuove strade per portare a tutti il messaggio di Gesù».

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Gay, il Papa vuole capire le ragioni delle unioni civili

Roberto Monteforte
l’Unità, 10 marzo 2014

«Papa Francesco vuole studiare le unioni gay e quelle civili per capire le ragioni che hanno spinto
alcuni Stati a legalizzare le unioni civili delle coppie omosessuali». Lo assicura il cardinale di New
York Timothy Dolan intervistato dalla rete Nbc. Che però, subito dopo ci tiene a precisare che il
Papa non ha detto di essere a favore di queste unioni, ma solo di volerle capire, invece che «condannarle velocemente».

L’argomento è caldo, soprattutto negli Stati Uniti. Ed è uno dei temi da approfondire nell’ampia
fase di approfondimento e discussione sulla realtà della famiglia oggi e sulle sfide che pone in vista
del Sinodo straordinario sulla famiglia dell’ottobre 2014 e poi su quello «ordinario» dell’anno
prossimo, chiamato a definire le proposte su questo tema da presentare a Papa Francesco.

«Il Papa non è arrivato a dire di essere a favore delle unioni gay» ha voluto spiegare Dolan
nell’intervista a Meet the Press. Ciò che il Papa ha detto – secondo il cardinale – è che i leader della
Chiesa devono «guardare queste unioni e vedere le ragioni che le hanno fatte diventare realtà…
piuttosto che condannarle rapidamente… proviamo semplicemente a farci delle domande sul perché
alcune persone abbiano fatto ricorso» a questo istituto.

Il cardinale ci tiene a ribadire la centralità del matrimonio tra un uomo e una donna per la società e
non solo come «fatto di interesse sacro e religioso». «Se annacquiamo il senso sacro del matrimonio
in qualche modo – afferma – la mia preoccupazione è che a soffrirne non sia solo la Chiesa, ma
anche la nostra società e la nostra cultura». Provare a comprendere le ragioni di chi sostiene altri
percorsi, però, per Dolan «è un discorso ben diverso, che troverebbe nel Papa il suo primo
supporter».

L’esigenza di approfondire e di capire anche queste realtà è stata ribadita più volte da Papa
Francesco. L’ultima volta nella sua intervista al Corriere della Sera, dove aveva mostrato l’interesse
ad approfondire «e valutare nella loro varietà» quei «patti di convivenza di varia natura» praticati
dagli «Stati laici». Anche nel discorso tenuto agli studenti degli istituti dei Gesuiti aveva richiamato
l’esigenza per la Chiesa di tener conto della realtà rappresentate da situazioni familiari difficili,
«con genitori separati, nuove unioni anomale, a volte anche omosessuali e così via». E di farlo con
l’esigenza di garantire educazione e un percorso di fede ai figli di queste coppie.

Nessuna benedizione alle coppie di fatto o alle unioni gay da parte di Papa Francesco, ma il richiamo
all’esigenza di un’apertura e di un’attenzione seria.
Nella sua intervista l’arcivescovo di NewYork richiama l’esigenza mostrata da Papa Francesco a
capire questa realtà. Con la sua sensibilità. In modo profondo e prestando attenzione alle situazioni,
evitando cioé quelle «casistiche» che semplificano e che rischiano di mortificare l’umanità della
persona e l’attenzione che le è dovuta. È quel percorso di «misericordia» e di accoglienza verso
l’uomo contemporaneo a cui Bergoglio chiama la Chiesa «ospedale da campo». È un percorso impegnativo e profondo di conversione

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«Il Papa vuole studiare le unioni gay»

Franca Giansoldati
Il Messaggero, 10 marzo 2014

Naturalmente non c’è nessuna benedizione all’orizzonte, né tanto meno una apertura dottrinale.
Tuttavia sul tavolo del Papa, tra i tanti dossier bene in vista, c’è anche quello delle coppie gay. Un
fascicolo aperto per capire come e perché tanti Stati stanno modificando le leggi sulla famiglia
tradizionale. Il cardinale di New York, Timothy Dolan ha spiegato che l’interesse di Francesco è di
natura sociale visto che non sussiste alcuna intenzione di esprimere approvazioni o fare aperture. In
questa ricerca c’è solo «il suo bisogno di comprendere le ragioni di chi prende decisioni piuttosto
che condannare aprioristicamente».

LA PRASSI IGNAZIANA

Da buon gesuita Bergoglio procede secondo la prassi ignaziana che è quella di raccogliere pareri e
informazioni. Nel caso specifico il suo interesse si concentra sulla pastorale da tenere nei confronti
dei bambini che crescono nelle coppie gay. Piccoli che hanno diritto ad un battesimo, ad avere un
percorso di fede esattamente come tutti gli altri, né più né meno. Dolan ha spiegato che il
matrimonio tradizionale «non è qualcosa che riguarda solo la religione, i sacramenti; è anche un
elemento della costruzione della società e della cultura. Pertanto, occorre studiarlo. Se annacquiamo
il significato sacro del matrimonio, ne soffrirebbe non solo la Chiesa, ma anche la cultura e la
società». Che cosa ha in testa Francesco su questo versante lo ha spiegato personalmente ai
superiori generali alla fine di novembre. «A livello educativo, le unioni gay pongono sfide nuove
che per noi a volte sono difficili da comprendere». La sfida è costituita da come accogliere i loro
figli. Insomma per il Papa i preti del futuro devono essere all’altezza di annunciare Cristo a una
generazione che cambia. Poi ha citato una sua esperienza a Buenos Aires. «Ricordo il caso di una
bambina molto triste che alla fine confidò alla maestra il motivo del suo stato d’animo: “La
fidanzata di mia madre non mi vuol bene”, disse. Ecco le nuove sfide. La percentuale di ragazzi che
studiano nelle scuole e che hanno i genitori separati è ormai elevatissima. Le situazioni che viviamo
mostrano affreschi che per noi a volte sono difficili da comprendere. Come annunciare Cristo a
questi ragazzi e ragazze?». Proprio per capire i contesti in cui si formano nuovi nuclei il Papa ha
inviato a tutte le conferenze episcopali un questionario di 38 domande su coppie gay, aborto,
divorzio, rapporti prematrimoniali, eutanasia. L’obiettivo è di raccogliere una fotografia su come si
sta evolvendo la società. Il sinodo sulla Famiglia convocato per l’autunno prossimo lavorerà in
questa direzione. Una domanda in particolare riguarda le unioni gay. «Quale è l’atteggiamento delle
chiese particolari e locali sia di fronte allo stato civile promotore di unioni civili tra persone dello
stesso sesso, sia di fronte alle persone coinvolte in questo tipo di unione?». Segue una seconda
questione: «Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini come
comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede?».

I BAMBINI

Alcuni mesi fa le parole di Francesco sulle coppie omosessuali sono state oggetto di
«strumentalizzazioni». Molti osservatori avevano letto il suo interessamento come un imminente
riconoscimento dottrinale. Nulla di tutto questo. La Chiesa di Bergoglio non può prescindere dalle
nuove realtà. «Semmai dovrà essere attenta alle nuove generazioni, accompagnarle con affetto
proprio a partire dalle loro situazioni, le più varie, spesso difficili, per non provocare reazioni
negative e contrarie all’accoglienza delle fede stessa».