Hans Kung sarà a Brescia il 25 giugno. Violenta polemica della destra bresciana

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Hans Kung a Brescia e la polemica del “Giornale di Brescia”

Per il prossimo 25 giugno il Comune di Brescia, nella persona del suo Sindaco Emilio del Bono, ha invitato il teologo e scrittore svizzero Hans Kung a tenere una lectio magistralis e successivamente lo stesso verrà insignito dell’onorificenza bresciana del ‘Grosso d’oro’ antica moneta della città di Brescia.

Alcuni giorni or sono, il 15 aprile, sulle pagine del Giornale di Brescia (il massimo quotidiano locale con una tiratura giornaliera di circa 50mila copie) il suo Direttore ha scritto un ampio editoriale dal titolo “Hans Kung e le ferite di Paolo VI”.

Il dott. Giacomo Scanzi in apertura stigmatizza l’incrocio tra il possibile annuncio della beatificazione di Paolo VI e l’arrivo del teologo svizzero in città, peraltro per beneficiare di un importante riconoscimento e cosi prosegue:”…..l’iniziativa della massima istituzione cittadina evidenzia come il magistero del Pontefice non sia ancora adeguatamente conosciuto e compreso”.

Nel citare poi le posizioni assunte da Kung (che peraltro ha pubblicato per la bresciana editrice Queriniana e scritto per la rivista ‘Concilium’), spesso critiche nei confronti del magistero della Chiesa, pone in evidenza la contrarietà che Papa Montini ebbe apertamente a manifestare nei confronti di quanto scritto e asserito dal professore d’oltralpe.

Scanzi così si esprime: “Le ferite sono lì, nero su bianco”. Senza avere la presunzione di riassumere in modo compiuto lo scritto del Direttore del Giornale di Brescia (l’articolo va letto per intero) citiamo ancora dall’articolo: “……Kung, nella sua lunga vicenda umana e intellettuale, non ha mai dismesso il suo habitus di contestatore.

I suoi temi prediletti sono stati la natura della Chiesa, la figura del Papa, la morale sessuale, il sacerdozio alle donne, fino all’ultima provocazione: l’eutanasia, giungendo ad annunciare, lui ammalato di Parkinson, la sua stessa possibilità di ricorrere al suicidio assistito.”

E poi ancora:”….uno degli snodi della sua battaglia polemica è stata – ed è – la virulenta contestazione dell’enciclica di Paolo VI “Humanae Vitae”….” Altre sono poi le argomentazioni portate dal giornalista bresciano che chiude in modo polemico nei confronti del Sindaco Del Bono e financo tirando per la giacca il Vescovo Luciano Monari.

Per il Sindaco: “….ci chiediamo tuttavia qual è il senso storico e civico di questa scelta istituzionale da parte della città. Vuol essere forse l’accreditamento di una nuova lettura, adattata ai tempi, della Brixia fidelis. La scelta appare quanto meno equivoca. Vengono premiate le idee di Kung ? Sono in netta contraddizione con il modello di virtù che la Chiesa celebra in Paolo VI e che Paolo VI ha sempre riproposto con coraggio………La scelta direbbe di una città ingiustamente superficiale e senza memoria…scelta imbarazzante.”

Per il Vescovo: “Che dirà, infine, la Chiesa bresciana nel momento in cui uno dei suoi figli, e di sicuro non ultimo, sta per salire all’onore degli altari proprio per la “sovrumanità” con cui ha rilanciato scelte difficili, in nome della sofferta fedeltà alla Verità?”

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Egregio Direttore,

ho letto con rammarico e tristezza l’editoriale apparso il giorno 15 sul Suo giornale in merito alla prossima visita del teologo e scrittore Hans Kung a Brescia, su invito dell’Amministrazione e del nostro Sindaco.

Mi permetto di ritenere che contrapporre il ricordo di Paolo VI alla visita dell’apprezzato teologo svizzero non renda ragione nè all’uno nè all’altro. Giovan Battista Montini, nostro grande concittadino, non ha rappresentato solo quanto da Lei riassunto, per molti ha rappresentato una visione spesso problematica sia all’interno della Chiesa sia per quanto concerne i meccanismi della complessità sociale. Alcune sue visioni possiamo ritenerle, pur con grande rispetto, fortemente storicizzate frutto del contesto del suo tempo e della sua formazione. Hans Kung, profondo studioso e appassionato lettore della realtà, forse talvolta l’ha troppo incisivamente anticipata ma è indubbio che non sia stato in grado di intercettare quelle che erano le istanze che, sulla scorta delle intuizioni conciliari, spesso interessavano una buona parte di quel Popolo di Dio riscoperto dal Vaticano II.

Quel Popolo di Dio che dopo la ‘Dei Verbum’ ha preso a frequentare la Sacra Scrittura non lasciandola solo nelle mani del clero. Papa Francesco ha più volte indicato ai teologi la strada maestra: la teologia al servizio della Parola!

Circa il tema dell’infallibilità, già dopo il Vaticano I il dibattito fu aperto e nulla ad oggi, a maggior ragione, può apparire scontato. La figura petrina, nella sua visione più tradizionale, è stata fortemente scossa e messa in discussione proprio da un Papa che non è certo passato per un innovatore. Oserei dire che il gesto più alto del papato di Benedetto XVI sono state le sue dimissioni con le quali ha messo a tacere tendenze ‘papolatriche’, purtroppo sempre latenti. Vede, caro Direttore, il tono del Suo intervento mi è parso talvolta un po’ astioso e basato su una logica difensiva.

Ma difendersi da chi ? Da chi cerca di leggere una realtà che cambia ? Badi bene che sono passati cinquant’anni dalla fine del Concilio spesso misconosciuto da una Chiesa Europea che, come ha detto recentemente proprio a Brescia Raniero La Valle, ha seppellito i talenti del Concilio.

E nel frattempo qualcosina è cambiato nella realtà mondiale sotto ogni punto di vista.
Da chi cerca di misurarsi con i problemi di masse di donne e uomini impoveriti ed esclusi ?
Da chi si china sulle persone e ne affronta insieme i problemi quotidiani di qualsiasi natura?

Mi pare che oggi la scommessa non passi dal riconoscimento di doti sovrumane in qualsivoglia essere umano, Papa che sia, ma dal riconoscimento del Cristo per strada che è ancora un povero Cristo! Frei Betto, teologo e scrittore brasiliano, alcuni giorni or sono all’uscita dall’incontro con Papa Francesco, ha dichiarato: “senza i poveri non c’è salvezza” e Papa Francesco: “sono d’accordo, sono d’accordo!

Per concludere, mi permetta di dissentire sulle Sue conclusioni visto che mi sento parte di una città che non è superficiale e ha memoria, di una città che non si sente imbarazzata per la visita di Kung e ritiene la scelta del suo Sindaco nel pieno rispetto della laicità di una polis moderna e ricca di culture e fedi diverse. Questa è la ‘Brixia Fidelis’ che mi interessa come cattolico , fedele all’uomo nella sua dignità , quando prega, lavora, studia e si sente parte di una comunità viva e ricca di diversità. La diversità non è un limite ma una ricchezza. Questo è uno dei principi ai quali sono stato formato nell’oratorio dei padri filippini in cui sono cresciuto, consapevole della ricchezza trasmessami da preti ancora tali e da altri non più tali ma sempre persone che mi hanno parlato della fede in un Dio che si riconosce nei fratelli e in primo luogo in coloro che Papa Francesco chiama esclusi, inesistenti (Evangelii Gaudium)

E che deve dire la mia Chiesa bresciana ? Lasciamo al Vescovo Luciano la cura dei problemi veri , espressi da una profonda crisi sociale, la necessità di un confronto e un dialogo con una realtà multireligiosa, problemi posti da famiglie che cambiano anche nella loro composizione con l’impegno di disegnare una immagine di Chiesa attenta alle persone. In questo contesto di idee l’espressione ‘salire all’onore degli altari’ mi suona quasi pagana.

Coraggio Direttore, ‘todo cambia’, canta con dolcezza Mercedes Sosa nella canzone scelta da Nanni Moretti come colonna sonora del film ‘Habemus Papam’. “Tutto cambia ma non il Vangelo, siamo noi che riusciamo a comprenderlo meglio”; con questa felice espressione Papa Giovanni XXIII si apprestava a vivere la sua Pasqua.

Quindi avanti, chi sono io per giudicare ? Non so che farmene di una Chiesa che impone pesi, regole, divieti e non annuncia la gioia del Vangelo, avanti misericordiando.

Buona Pasqua Direttore.

Michelangelo Ventura
portavoce di (anche) NOI SIAMO CHIESA – Brescia

Brescia, 16 aprile 2014