Dialogo immaginario tra Gesù e Marco Giusmini, travolto dalla croce eretta in onore di papa Wojtyla

Franco Giampiccoli
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– Entra, Marco caro. Sei stato fedele in poca cosa, sarai costituito su molte cose.
– Ma … non ricordo … che cosa è successo?
– Mentre con altri ragazzi dell’oratorio di facevi pic nic a Cevo in Val Camonica, sotto quell’orrendo crocifisso sperticato e inclinato, lo stelo della croce ha ceduto, il crocifisso è precipitato e ti ha fatto secco.
– E… gli altri?
– Oh no, gli altri si sono tutti salvati, quando la croce ha scricchiolato avvertendo dell’imminente disastro.
– Grazie tante … ma perché proprio io?
– Si, lo so; a viste umane sembra proprio un’ingiustizia: un giovane di 21 anni che sta facendo il proprio volontariato di animatore tra i parrocchiani di Lovere, in più il solo ad avere un lieve handicap motorio che gli ha impedito di allontanarsi… Ma a viste non umane, che ora ti spiego, mi serviva qualcuno.
– Che morisse sfracellato dalla croce eretta in onore di papa Giovanni Paolo II?
– Appunto. Non mi sembra sia la prima volta che uno muore per gli altri.
– Per gli altri?
– Sì, per un segnale agli altri, a tutti.
– Ma allora non era suffciente il segnale del crocifisso abbattuto?
– Marco, se fosse caduta solo la croce, pensi che la notizia sarebbe andata al di là di un articoletto sul giornale locale?
– Magari se al crollo della croce aggiungevi qualche altro segnale…
– Certo, potrei in un istante distruggere tutti gli squallidi simulacri, dal Cristo benedicente le miserie di Rio de Janeiro ai crocifissi metallici che deturpano tante cime delle tue montagne. Ma questo non è per ora… Verrà il giorno.
– Va bene, scusa se insisto, ma se ti serviva la vita di uno, perché non quella del tuo servitore, don Claudio, che se l’è data a gambe e non ha nemmeno provato a aiutarmi …
– Con lui me la vedrò a suo tempo. Ma tu mi sei servito molto di più. Per due motivi.
– E cioè?
– Il primo è il tuo handicap che ha permesso che tu fossi isolato e ha impedito che il crodifisso facesse un macello di tutto il gruppo.
– Questo l’ho capito. E il secondo?
– Dove abiti al tuo paese?
– In via Giovanni XXIII.
– Ecco, vedi?
– No … non vedo.
– Cerca di collegare.
– La croce di Giovanni Paolo II … e … Giovanni XXIII! I due papi che domenica a Roma diventeranno santi?
– Appunto: a fronte a quella kermesse di turismo religioso in cui centinaia di migliaia di pellegrini, tra pizze e Ave Marie, ben intruppati da vescovi e cardinali, parteciperanno a un rito di divinizzazione dell’essere umano … un piccolo segnale – per chi lo vuole vedere – del mio totale disaccordo.
– Anche con papa Francesco?
– Lui … non so. Per domenica ha dato solo lo spolverino a una costruzione iniziata prima di lui. Per il resto ha cominciato a muovere qualcosa. Ma sto aspettando di vedere se coprirà tutte le magagne con un velo di semplicità e bonomia, o se sta cominciando a richiamare in vita la mia Chiesa che dorme da più di 200 anni, come ha detto uno dei suoi rari Pastori.
– Ma a viste umane, come dici tu, la chiesa che festeggerà domenica non sembra in letargo, sembra anzi piena di vita …
– A viste umane, appunto