Perché un sudamericano canonizza un anticomunista

Ollantay Itzamna
Rebelion traduzione di Flavia Vendittelli

Come mai accaduto nella sua storia, la Chiesa cattolica vede una fuga precipitosa dei suoi fedeli in varie parti del pianeta. Fino alla fine del secolo scorso, cattolici e protestanti rappresentavano circa duemila milioni di cristiani, facendo del cristianesimo la religione demograficamente più diffusa al mondo. Ma questa posizione egemonica è stata scardinata nella prima parte di questo secolo, perché le e i seguaci di Allah (vinti militarmente da re cattolici nel XV secolo) già rappresentano più di duemila milioni di mussulmani nel mondo, e il cristianesimo, ora, non raggiunge i duemila milioni di adepti. In America Latina, il cattolicesimo folclorico cade come vernice vecchia, non solo per ingrossare le inarrestabili file del neo-pentecostalismo evangelico, ma anche per ravvivare le millenarie eco-spiritualità indigene o spiritualità della Terra.

Molti potrebbero sostenere che la crisi cattolica si risolve democratizzando la Monarchia ecclesiale, rendendo trasparenti gli occulti conti finanziari nella Banca del Vaticano, punendo le migliaia di pedofili protetti per ordine sacro, ordinando donne sacerdote, etc. È vero, questi e altri scandali di criminali impuni, e ingiustizie sacre, spaventano man mano che vengono alla luce, ma la crisi è molto più profonda.

L’umanità sta transitando dalla fase delle religioni alla fase delle spiritualità libere. A molti/e di noi non interessano più gli intermediari di un Dio sordo, muto, cieco, insensibile e amico di ricchi e despoti ecocidi. Una buona parte dell’umanità transita dalla fase della credenza alla fase del pensiero. Questo è il prodotto della crescente globalizzazione della immagine della modernità. E. Kant direbbe: «L’umanità sta diventando adulta». Siamo più disobbedienti e più autonomi. Però, questa crescente età adulta dell’umanità comporta serie difficoltà, non solo per il vetusto Vaticano, ma anche per la civilizzazione occidentale e principalmente per il suo sistema capitalista.

Il sistema-mondo-occidentale ha funzionato nella misura in cui il cristianismo riaffermava nella struttura morale delle persone l’obbedienza e la docilità al potere stabilito (temporale e divino). I vari imperi (Roma, Spagna, Gran Bretagna, Stati Uniti) hanno soggiogato l’umanità contando sull’egemonia della religione cristiana come capacità coesiva, persuasiva e funzionale. Ma questo potere temporale e divino decresce contestualmente alla silenziosa galoppante insubordinazione delle “pecorelle”.

Mai prima nella storia dell’umanità regioni sottomesse e devote come l’America Latina si erano ribellate ai disegni degli imperi cristiani. Non soltanto sotto l’aspetto religioso, ma, soprattutto, in quello politico, economico e culturale. L’Impero yanqui e la Monarchia del Vaticano sono preoccupati dai “cattivi esempi” di Bolivia, Venezuela, Brasile, Ecuador, Uruguay, Argentina, Nicaragua, El Salvador e Cuba. Li preoccupa soprattutto la de-occidentalizzazione promossa dalla Cina e dai paesi mussulmani nello stesso emisfero occidentale. È per questo che il sistema-mondo-occidentale-cristiano ha messo in atto uno strategico arrocco storico mai visto prima: ha sostituito un papa tedesco e dogmatico con un papa sudamericano pragmatico e accattivante. L’elezione di papa Francesco I è per il sistema-mondo-occidentale quello che è stato all’epoca il “battesimo” dell’Imperatore Costantino per il disgregato Imperio Romano. Il sistema occidentale e l’Impero statunitense, entrambi in crisi e in crescente delegittimazione (per ossigenarsi e cercare di riaffermare la propria egemonia), ricorrono ad una vecchia strategia religiosa.

Nel IV secolo, l’Imperatore Costantino, nel vedere che l’egemonia romana si attenuava (per via dell’immoralità del sistema), si “battezza”, e converte la perseguitata setta mistica/sovversiva dei cristiani in una religione dell’Impero. Solo così è riuscito ad aggregare i suoi sudditi e a riaffermare la propria egemonia ancora per qualche secolo. E la mossa politico-religioso dell’occidente cristiano con Francesco I è solo un modo per frenare la defezione e persuadere con morbidezza e simbolismi emotivi il ritorno delle “pecorelle” insubordinate al sistema-mondo-occidentale-cristiano-capitalista.

Se avete qualche dubbio su questo legame vitale nello scacchiere politico-religioso, basta guardare con altri occhi la frettolosa canonizzazione del papa Giovanni Paolo II, l’anticomunista che ha abbattuto il sistema socialista sovietico «senza sparare un solo proiettile». Non per niente, negli anni 80 del Novecento, l’allora presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan (in una guerra aperta contro il comunismo), si è rivolto al papa Giovanni Paolo II dicendo: «Lui è il mio migliore amico. Voi sapete che io sono protestante e lui è cattolico, ma è il mio migliore amico».

E così è stato. Il miglior amico dell’allora Imperatore statunitense non solo ha sostenuto ed è stato fotografato con l’assassino e dittatore Augusto Pinochet (1987), ma si è lanciato duramente contro le e i cattolici attivi nelle lotte rivoluzionarie centroamericane. Ha umiliato e ha lasciato che uccidessero l’arcivescovo di El Salvador, Oscar Arnulfo Romero, un attivista della liberazione popolare. Ha censurato e messo a tacere circa 20 teologi della liberazione. Non solo è stato palesemente omofobico, ma ha protetto apertamente preti e vescovi pedofili. Ha premiato i banchieri “criminali” affiliati all’Opus Dei con lo status di Prelatura Personale in cambio della iniezione di ingenti somme di denaro nell’oscuro Istituto per le Opere Religiose.

Per abbindolare alcuni credenti ingenui, Francesco I canonizza il papa del sistema capitalista (Giovanni Paolo II) insieme al papa “buono” (Giovanni XXIII). Il secondo è stato beatificato nel 2000, insieme a papa Pio IX (il più anti-moderno e anti-diritti umani del XIX secolo). La finalità di questa canonizzazione è stata ed è fissare nell’immaginario cattolico, e nel mondo dei credenti, la figura e il pensiero di Giovanni Paolo II come archetipo e modello di vita da seguire. Lo stesso è avvenuto con Pio IX. Cioè a dire, fissare una simbologia religiosa in funzione pro-capitalista e neofobica nella struttura morale e intellettuale delle e dei credenti. Il sistema-mondo-occidentale-cristiano e il suo Impero hanno bisogno di icone sacre (in funzione dei loro interessi) per smantellare e soffocare la crescente insubordinazione sociopolitica religiosa, e continuare così ad allargare la loro egemonia.