Papa Francesco, l’ambientalista: «Salvaguardare l’ambiente o la natura ci distruggerà»

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Oggi Papa Francesco,  durante l’udienza generale in una piazza San Pietro gremita da più di  50.000  fedeli, ha lanciato un forte monito: «L’uomo custodisca e salvaguardi l’ambiente o sarà  la stessa natura che lui distrugge ad annientarlo».

Il Papa, che non nasconde le sue simpatie per le iniziative anti-fracking e no-ogm in Argentina, sta preparando un’enciclica sull’ambiente e ha detto: «Se noi distruggiamo il Creato, il Creato ci distruggerà», quasi prospettando una guerra tra l’umanità sempre più avida ed il Creatore che ha distribuito le sue risorse per tutti gli esseri viventi. Papa Francesco, come fa spesso, ha poi riportato tutto alla vita quotidiana, ricordando quanto gli aveva detto un coltivatore di fiori: «Dio perdona sempre, l’uomo perdona a volte, ma il Creato non perdona mai e se tu non lo custodisci lui ti annienterà».

Papa Bergoglio ha ricordato la responsabilità dell’uomo quando ha detto che «Il dono della scienza dello Spirito Santo che ci aiuta a non cadere in alcuni atteggiamenti eccessivi o sbagliati rispetto al Creato» e che «Il primo di questi errori è costituito dal rischio di considerarci padroni del Creato: non è’ una proprietà di cui possiamo spadroneggiare a nostro piacimento, tanto meno una proprietà solo di alcuni, di pochi. Ma è un dono che Dio ci ha dato affinché ne abbiamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti, sempre con grande rispetto e gratitudine».
Il Papa ha poi invitato i fedeli a «Custodire il Creato, non padroneggiarlo. Noi siamo i custodi del Creato ma quando lo sfruttiamo distruggiamo anche il segno d’amore di Dio: è come dirgli che il Creato non mi piace, che mi piace solo me stesso. Ecco il peccato! La custodia del Creato è  la custodia del dono di Dio che non va mai distrutto. Non dimenticatelo».

Il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti ha commentato entusiasta quanto detto dal Papa: «Tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente dovrebbero ringraziare Papa Francesco per le sue parole sulla Salvaguardia del Creato. Sono convinto che il Santo Padre, con la sua straordinaria forza comunicativa e la sua altissima autorità morale, possa rappresentare anche sulle tematiche ambientali un punto di riferimento fortissimo e globale. In una realtà internazionale in cui troppo spesso gli interessi e le visioni particolari ostacolano le scelte di fondo che l’umanità deve fare se vuole “custodire” il pianeta, spero che le parole del Pontefice siano ascoltate dai potenti della terra che nei prossimi mesi saranno chiamati ad importanti scelte nel negoziato mondiale sul clima. Per noi saranno uno stimolo ad impegnarci con sempre maggiore incisività nel ruolo guida che l’Italia assumerà da luglio con la presidenza del semestre europeo».

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Papa Francesco invita Ervin Kräutler, vescovo di Xingu, a collaborare alla preparazione dell’enciclica sull’ecologia

Traduzione di Antonio Lupo
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Erwin Kräutler, vescovo di origine austriaca, missionario in Brasile, è stato nominato da Papa Francisco per aiutare nella stesura della prossima enciclica sui poveri e la cura per l’ambiente, come lui stesso ha detto in un’intervista a Orff Journal. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Kathpress.

Erwin Kräutler, nato nel 1939, in Koblach, primogenito di sei figli, appartiene alla Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Dopo gli studi di filosofia e teologia a Salisburgo, nel 1965 andò come missionario in Amazzonia e nel 1980 è stato nominato vescovo della diocesi a più grande estensione geografica, Brasile: la diocesi deAltamira Xingu, diventando vescovo ausiliaredi suo zio Eurico , e, un anno dopo, il suo successore
Dal 1983 al 1991 Kräutler è stato presidente del Consiglio Indigeno Missionario ( CIMI), della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile – CNBB. Nel 2006, quando l’Arcivescovo Gianfranco Masserdotti, presidente in atto, morì in un incidente, Kräutler, ritornò presidente del CIMI. Nel 1997 è stato uno dei quindici delegati eletti a partecipare al Sinodo per l’America e in quell’occasione è stato il portavoce del popolo brasiliano, il cui territorio era stato brutalmente saccheggiato .

Sempre in prima linea nella difesa delle popolazioni locali minacciate dalla deforestazione lungo i fiumi dell’Amazzonia, il vescovo austriaco ha ricevuto nel 2010 il Premio Nobel alternativo per il suo impegno a favore dei diritti umani dei popoli indigeni e per la loro lotta per preservare la foresta pluviale amazzonica.
Spesso minacciato di morte (nel 1987, sopravvisse a un tentativo in cui morì il suo autista), ha continuato a stare accanto al popolo in difesa della dignità umana e dell’ambiente dell’Amazzonia.

La relazione poveri -ambiente, molto cara a Papa Francisco fin dall’inizio del suo pontificato, per il vescovo Kräutler è qualcosa che è presente neòòa sua azione quotidiana con la più genuina teologia della liberazione: la sua lotta è contro la povertà affinchè sia garantita a ogni persona un lavoro e un salario equo accompagnato dalla promozione del riconoscimento dei diritti fondamentali, come la salute e la difesa del territorio.

Kräutler, che il prossimo luglio compirà 75 anni, probabilmente ha presentato le sue dimissioni al Papa Francisco , nell’udienza di Venerdì 5 Aprile 2014. I temi dell’audizione sono stati, secondo Orf , i diritti dei popoli indigeni , le minacce cui sono sottoposti i popoli indigeni con la costruzione di grandi dighe , gli impatti e le conseguenze della costruzione della centrale idroelettrica di Belo Monte e alcune proposte per affrontare scarsità di sacerdoti in una diocesi che ha l’estensione geografica equivalente alla Germania. Kräutler ha riferito che il Papa aspettava proposte coraggiose e audaci .

A proposito dell’enciclica , da un lato la nomina di Kräutler a una stretta collaborazione fa pensare all’articolazione che Papa Bergoglio riconosce tra la cura della creazione e la promozione della giustizia ( sono i poveri che soffrono gli effetti peggiori ) , come il Papa ha ricordato in una recente intervista , d’altra parte è un segno che la scrittura dell’enciclica è in corso , o almeno in fase di studio .

Il Papa e l’ ambiente

Farà un sacco di rumore, assicura Gustavo Vera, argentino il cui percorso ha incrociato quello di Bergoglio nel giugno 2008 e non si sono più separati, anche quando ha preso il nome di Francesco. Credo che vedremo un documento ambientalista , o più di uno nei prossimi mesi, dichiara tra una risposta e l’altra sul loro lavoro, che da quel giorno ha avuto un’accelerazione inaspettata.

Il reportagem è di Alver Metalli, pubblicato nel blog Terre d’ America il 7 Aprile. Dopo le parole di Erwin Kräutler, il vescovo di origine austriaca e missionario in Brasile, che il Papa convocato a lavorare sulla scrittura della prossima enciclica sui poveri e la salvaguardia del creato, le dichiarazioni di Gustavo Vera, fondatore dell’associazione La Alameda per la lotta contro il traffico di esseri umani e il lavoro schiavo, sono una ulteriore conferma.

“Gli ho mandato il materiale, riflessioni, lettere di ambientalisti, alcuni noti in campo accademico, altri no, che vivono una reale preoccupazione per la conservazione dell’ambiente. So che l ha ricevuti e apprezzati, commenta . Il tema della Terra come la casa dell’uomo, una ecologia centratasull’essere umano.. Farà un sacco di rumore, ormai abituato al fragore degli annunci esplosivi che recentemente gli sono costati attacchi e minacce. Ci sono aziende che sono solo interessate a massimizzare i profitti e non si preoccupano della distruzione del pianeta. Sarà una questione chiave e so che sta lavorando su questo. “

“Noi tutti vediamo che è necessario, ha detto il cardinale brasiliano Claudio Hummes , francescano , amico e influente elettore di Bergoglio , riferendosi ad un documento sull’ambiente. E ‘un problema che lo tocca molto da vicino , nel suo ruolo di presidente della commissione per l’Amazzonia , creata dai vescovi brasiliani . L’Amazzonia deve essere sviluppata , senza dubbio, ma senza perdere la sua vocazione ad essere un grande dono della natura per tutta l’umanità . E c’è anche la questione indigena . Gli indigeni del Brasile non sono più autori della propria storia , nè politica, culturale o religiosa . Noi , come Chiesa , dobbiamo trovare il modo perchè tornino ad essere soggetti della propria storia religiosa . Come fare ? Come sviluppare il protagonismo dei soggetti? Ciò solleva la questione di un clero indigeno . Ci devono essere sacerdoti indigeni, devono avere i loro vescovi indigeni. Devono essere i protagonisti della loro storia religiosa. Il Papa è molto preoccupato per questo problema “ .