Religiosi silenzi e gesti “politici”

Walter Fiocchi *
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Dopo il viaggio di papa Francesco in Terra Santa, un editoriale di “BoccheScucite” non ha nascosto un senso di delusione per le “parole non dette”, per le denunce non proclamate, per il silenzio sull’occupazione illegale e violenta e la colonizzazione selvaggia in spregio al diritto internazionale che prosegue a ritmo serrato da parte di Israele a danno dello Stato di Palestina. Ho avvertito istintivamente, però, un certo senso di disagio di fronte a questa posizione. Forse perché più e più volte è stato ribadito che il senso e lo scopo del viaggio non era una visita ufficiale (di Stato!) a Giordania, Stato di Palestina e Israele, che avrebbe necessariamente comportato una maggiore attenzione e un altro “calarsi nella situazione” politica dei luoghi.

Novità in senso assoluto è stato ad esempio il giungere direttamente da Amman a Betlemme, nello Stato di Palestina, senza sottostare al passaggio attraverso Israele e ai suoi controlli. In un viaggio che avrebbe dovuto essere rigorosamente solo “religioso”, è diventato un gesto totalmente ed efficacemente “politico”! Come quell’improvviso e imprevisto invito rivolto ad Abu Mazen e a Peres a ritrovarsi nella “nella sua casa” per un momento di preghiera per chiedere la pace in Medio Oriente.

Qualcuno vi ha visto qualcosa di puramente “simbolico”. E tale certamente è. Lo è perché era un momento che escludeva qualsiasi discussione di tipo politico, anche se la politica era ben presente negli interventi dei tre leader. Ma allora a che è servito? Dal punto di vista politico e diplomatico, potremmo dire semplicemente “a nulla”, se non come simbolo appunto. Ma spesso i gesti sono altrettanto parlanti e significativi delle parole stesse, proprio come i “simboli”! Papa Francesco non si pone come un leader politico. Chiama invece Israele e Palestina a pregare con lui in Vaticano, riconoscendo che si è tutti figli di Abramo e che si può solo partire da una riconciliazione e da un perdono reciproco. La pace non passa solo dai negoziati. Forse il gesto più creativo e profetico mostrato in questo viaggio dal papa.

Visti gli atteggiamenti pregressi, già i due presidenti con in mezzo papa Francesco e accanto il patriarca Bartolomeo sono stati un’icona, mediatica certamente, ma di indubbio valore, richiamo, riflessione e speranza che non potrà non colpire le opinioni pubbliche dei due Paesi e forse anche i protagonisti statunitensi ed europei, stimolandoli tutti alla ricerca di nuove vie. La stretta di mano prevista tra Peres e Abbas, le parole che hanno detto e la simbolica foto che comunque resterà nella storia, forse potranno di per sé favorire qualche piccolo passo e fornire un ulteriore stimolo a chi ha ricevuto il Nobel per la Pace, finora solo sulla fiducia: Obama e l’Unione Europea.

Proprio per questo credo sia e resterà un altro clamoroso successo diplomatico del papa argentino, dopo quello per la Siria.

Quanto fastidio ha provocato in Israele l’incontro “nella casa del papa”! Netanyahu ha ingoiato un po’ di bile con il “tradimento” da parte di Peres proprio a due giorni dalla fine del suo mandato. Dopo i rospi che ha mandato giù durante la visita del papa, ci mancava solo questo “scatto di reni” del vecchio presidente! Il diario del viaggio non manca di far notare altro: il papa ha scambiato baci e abbracci e ha definito “uomini di pace” il re di Giordania, Abbas, Peres; ha abbracciato rabbini e autorità islamiche; ha baciato le mani ad alcuni sopravvissuti alla Shoah; è stato stretto nell’abbraccio della folla cristiano-musulmana di Betlemme e di Amman; ma ha dovuto passare in una Gerusalemme deserta con il coprifuoco, non ha potuto incontrare nessuno che non fosse rigorosamente invitato e controllato, mentre ha potuto incontrare palestinesi almeno sulla Spianata delle Moschee e nella straordinaria “sosta al Muro”, esposto finalmente all’attenzione di tutto il mondo! Balza anche agli occhi che l’unico a cui sono state donate sempre e solo formali “strette di mano” è stato Netanyahu. Forse Francesco è meno ingenuo di quel che sembra!

* Parroco a San Giorgio in Castelceriolo (Alessandria)